REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VII n° 3 MARZO 2011 - EVENTI |
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La mostra Gli occhi di Caravaggio. Gli anni della formazione tra Venezia e Milano riunisce circa sessanta capolavori, realizzati dai più grandi interpreti del tempo, che saranno allestiti negli spazi espositivi del Museo Diocesano, dall’11 marzo al 3 luglio 2011.
Le opere di Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Lorenzo Lotto, Jacopo da Bassano, Moretto da Brescia, Giovan Battista Moroni, Gerolamo Savoldo, Vincenzo e Antonio Campi, Giovanni Ambrogio Figino e Simone Peterzano e molti altri ancora, in alcuni casi mai esposte prima, documentano il delinearsi di un nuovo gusto e di una nuova concezione della figura, nel suo rapporto con lo spazio e con la luce, che è fondamentale per la crescita del giovane Merisi. Naturalmente in mostra non poteva mancare la presenza del Caravaggio, documentato dalla presenza di un’opera altamente significativa: è la cosiddetta “Murtola” (chiamata così dal nome del poeta che nel 1600 ne scrisse un poema), ossia la prima versione della celeberrima “Medusa” degli Uffizi.
Altro capolavoro da non perdere è, nella sua struggente e sensuale bellezza, la “Flagellazione di Cristo” del Caravaggio, proveniente dal Museo di Capodimonte (Napoli), per la prima volta a Milano dopo la celebre mostra del 1951. Quanto alla ricostruzione della sua formazione, seguendo le parole del noto storico dell’arte Roberto Longhi, “…non si pretende di segnare itinerari precisi ai suoi viaggi (o siano pure vagabondaggi) di apprendista; ma non si potrebbe porli mai in altra zona da quella che da Caravaggio porta a Bergamo, vicinissima; a Brescia e a Cremona, non distanti; e di lì, a Lodi e a Milano. Era questa la plaga dove un gruppo di pittori lombardi, o naturalizzati, tenevano aperto da gran tempo il santuario dell’arte semplice”. Sin dal saggio del 1917, “Cose bresciane del 500”, e poi negli ancora più famosi “Quesiti caravaggeschi”, del 1929, Longhi afferma che per gli anni giovanili è bene rintracciare le sue “strade di predestinazione fra il 1584 e il 1589 circa” nelle “strade di Lombardia”, ovvero è proprio il mondo artistico tra Veneto e Lombardia che può aver ispirato e formato Caravaggio e la cui eco riaffiora costantemente nelle sue opere. “Gli occhi di Caravaggio - Gli anni della formazione tra Venezia e Milano” Museo Diocesano, Corso di Porta Ticinese 95 - Milano 11 MARZO – 3 LUGLIO 2011 Orari Martedì - domenica ore 10-18 Lunedì chiuso. La biglietteria chiude alle ore 17.30 Informazioni e prenotazioni Tel 02.89420019 info.biglietteria@museodiocesano.it A cura di Vittorio Sgarbi Catalogo Silvana Editoriale LA MOSTRA La mostra, divisa in sei sezioni, illustra il contesto artistico in cui Caravaggio si trova ad operare nei primi anni della sua ricerca artistica. Documentato, come noto, nella bottega milanese di Simone Peterzano, allievo di Tiziano, dal 1584 al 1590, Michelangelo Merisi ha modo di lasciarsi suggestionare dalle opere di straordinari artisti, attivi tra Venezia e Milano. Lo sguardo del visitatore si identifica dunque con gli occhi del giovane genio, e immergendosi nel suo affascinante mondo, il pubblico può rivivere l'emozione provata dal maestro al cospetto di quei sommi capolavori. Il percorso è corredato inoltre dalla descrizione delle città “caravaggesche”, con relative piante storiche e, nelle didascalie delle opere, da riproduzioni di dipinti di Caravaggio in cui si evidenziano le similitudini. 1 - Venezia: Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Bassano L’esposizione apre i battenti con una prima sezione dedicata a Venezia, ambito che per Caravaggio ha un ruolo determinante.
“Trait d’union” fra la cultura veneta e quella lombarda è Lorenzo Lotto, del quale è esposta la “Natività a lume di notte” (1512), un capolavoro proveniente dalla Pinacoteca Nazionale di Siena, dalla timbrica cromatica tanto cara a Caravaggio, così come sono determinanti per la sua formazione gli sguardi lotteschi meditabondi e psicologicamente intensi, come quelli del “Ritratto di giovane” (della Gemäldegalerie di Berlino)e quello di “Ludovico Grazioli” di collezione privata. 2 - Cremona: Giulio Campi Bartolomeo Passerotti Bernardino e Antonio Campi Luca Cattapane
3 - Brescia: Moretto da Brescia e Gerolamo Savoldo Non diversamente dovette colpirlo l’opera di Moretto da Brescia e soprattutto quella di Savoldo, attraverso il quale Caravaggio intuisce anche quello che non conosce di Giorgione e da cui assimila il forte sentimento della realtà. Nella terza sezione ecco allora che, oltre all’incantevole San Gerolamo in meditazione di Moretto da Brescia, proveniente dalla collezione Borromeo (Isola Bella, Verbania), la mostra presenta, di Savoldo, l’intenso Ritratto di giovane, della Galleria Borghese di Roma, la Maddalena (1533 c.) degli Uffizi ma anche l’incantevole Annunciazione, delle Gallerie dell’Accademia di Venezia. 4 - Bergamo: Giovan Battista Moroni e Paolo Cavagna
5 - Milano
Un suggestivo video riproduce in mostra la spettacolarità dei dipinti della Certosa di Garegnano in cui si vedono continuamente rimandi alle opere caravaggesche. 6 - Caravaggio Il percorso, in un continuo crescendo, conduce lo sguardo dello spettatore fino a un’opera sublime del Caravaggio mai esposta a Milano. Grazie all’autorizzazione del FEC (Fondo Edifici Culto), si potrà infatti ammirare la straordinaria e matura Flagellazione di Cristo, oggi custodita al Museo di Capodimonte Napoli. Una summa dell’arte caravaggesca che dimostra ancora una forza anatomica tutta lombarda e il ricordo, anche in età matura, del suo maestro, Simone Peterzano, tanto più che, gli ultimi studi, dimostrano come la bella Flagellazione della chiesa di Santa Prassede a Roma, considerata fino a oggi di Simone Peterzano, parrebbe eseguita dal “Laboratorio caravaggesco”, come propone Claudio Strinati. Dalla giovinezza alla maturità per tornare agli anni giovanili e concludere con Gli occhi di Caravaggio, quelli della Medusa Murtola di Caravaggio, straordinario capolavoro ad olio su tela applicato su uno scudo di pioppo, che conclude la mostra e ci fissa, lasciando lo spettatore senza fiato e travolgendolo nel suo mondo, straordinario e misterioso ma affascinante. Per concludere, l’evento ha il vanto di esporre per la prima volta i documenti del periodo lombardo di Caravaggio; è possibile infatti leggere e ritrovare il nome di Michelangelo Merisi nelle carte eccezionalmente prestate dall’Archivio di Stato di Milano, che tanta importanza hanno nella definizione della biografia del pittore.
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