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 Anno VII n° 3 MARZO 2011    -   TERZA PAGINA



Arnold Böcklin - Note biografiche

Di Natalia Sassu Suarez


  Arnold Böcklin: Die Kapelle – La cappella 1898 Olio su cartone, cm 46,5x36,5.
Arnold Böcklin nasce il 16 ottobre 1827 a Basilea, in Svizzera, da Christian Friedrich, commerciante, ed Ursula Lippe.

Dopo aver frequentato il ginnasio, studia all'Accademia di Belle Arti di Düsseldorf con Johann Wilhelm Schirmer, esponente del Romanticismo tedesco. La vicinanza di tale maestro influenza i suoi primi dipinti, caratterizzati da vedute paesaggistiche drammatiche ed effetti di luce tipicamente romantici.

Nel 1848 è a Parigi, dove ha modo di vedere i lavori di Corot e Couture. Le rivoluzioni di febbraio e giugno lo costringono a rientrare in Svizzera. Compie il servizio militare (1949) e si fidanza con Louise Schmidt, che muore improvvisamente l'anno dopo. In quel momento Böcklin si è appena trasferito a Roma per studiare l'arte classica, su consiglio dello storico Jacob Burckhardt, che lo finanzia e gli procura alcune committenze.

Nella città eterna conosce e sposa, il 20 giugno 1853, Angela Pascucci, figlia di una guardia pontificia. Fra gli altri, frequenta Anselm Feuerbach, un pittore borsista di Düsseldorf. A causa delle gravi difficoltà economiche in cui si trova, è costretto a dipingere paesaggi facilmente commerciabili.

Nel 1857 fa ritorno a Basilea e l'anno successivo si stabilisce a Monaco, ove realizza “Pan nel canneto”, “Terror panico-Pan spaventa un pastore”, “Venere abbandonata”.

Tra il 1860 e il 1862 insegna alla Scuola d’Arte di Weimar, ultima esperienza prima di un più duraturo soggiorno italiano. A Roma resta colpito dagli affreschi di Raffaello negli appartamenti vaticani e visita per la prima volta Napoli per studiare le pitture pompeiane. Sempre a Roma dipinge la prima e la seconda versione di “Villa am Meer” (Villa sul mare).

Il 2 settembre 1866 rientra a Basilea, dove esegue molti ritratti. Lavora alle pitture murali sullo scalone del Museo civico tra il settembre 1868 e il gennaio 1870. Litiga con Jacob Burckhardt e abbozza alcuni studi preliminari per “Lotta di centauri”. Di questo periodo anche “Nascita di Venere”, “Odisseo sulla riva del mare” e “La cappella”.

Dal 1871 al 1874 Böcklin è di nuovo a Monaco. Partecipa con esiti discordanti all’Esposizione di Vienna del 1873 e porta a compimento alcuni quadri memorabili: “Autoritratto con la morte che suona il violino” e la terza versione di “Villa sul mare”.

Agli inizi di ottobre 1874 giunge a Firenze, dove incontra Hans von Marées. Fra i maggiori esiti di questo periodo, “Tritone e Nereide” (1875), “Diana addormentata spiata da due Fauni” e “Flora”. Nel 1877 viene a sapere che un importante mercante berlinese, Fritz Gurlitt, tratta le sue opere. Due anni più tardi i due si incontrano a Firenze: Gurlitt si assicura praticamente tutto il lavoro futuro del pittore e, di lì a poco, ne espone le opere presso le sue gallerie di Berlino e Dresda.

Ancora a Firenze, nel 1880, Böcklin dipinge la prima delle cinque versioni del suo capolavoro più famoso: “Toteninsel “(L’isola dei morti). Seguono, a breve distanza di tempo, altri quadri impareggiabili: “Prometeo”, “Il boschetto sacro” – entrambi del 1882 – ed il magistrale “Odisseo e Calipso” (1883).

Nel 1885 trasloca a Zurigo per permettere ai due figli minori una buona formazione universitaria. Dedica molto tempo alla passione per il volo: le autorità militari tedesche si interessano alle sue ricerche in questo campo.

Il 13 maggio 1892 è colpito dal primo ictus che determina una momentanea paralisi. La moglie lo porta quell’estate al mare, tra Viareggio, Forte dei Marmi e San Terenzo, dove si riprende sorprendentemente in fretta.

A fine 1894 acquista Villa Bellagio, tra San Domenico e Fiesole. Qui dipinge l’Autoritratto, oggi inserito nella speciale raccolta della Galleria degli Uffizi di Firenze. Ampie celebrazioni hanno luogo a Basilea, Berlino e Amburgo per festeggiare il suo settantesimo compleanno. L’estrema stagione umana creativa è segnata da disperazione, malinconia, un diffuso presagio della morte: con “Paolo e Francesca” e le due versioni de “La guerra”, destano sconcerto e ammirazione “La peste” e “Melancholia”. In pratica, il suo testamento artistico.

Muore a Villa Bellagio il 16 gennaio 1901. Viene sepolto a Firenze presso il Cimitero evangelico Agli Allori.

Vedi anche in eventi
“Isole del pensiero”. Böcklin, de Chirico, Nunziante
Fiesole, Palazzo Comunale, Sala del Basolato, dal 16 aprile al 19 giugno 2011
in Terza pagina:
"Antonio Nunziante - Presentazione dell’artista" di Cristina Acidini
Note biografiche di Natalia Sassu Suarez:
Giorgio de Chirico
Antonio Nunziante



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