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 Anno VII n° 4 APRILE 2011    -   FATTI & OPINIONI


Camera dei deputati - processo Ruby
Parla Fini e dichiarazioni di voto di: Brugger, Buttiglione, Castagnetti, Consolo, Di Pietro, La Malfa, Leone, Moffa, Paolini, Pisicchio


Camera dei deputati

XVI LEGISLATURA
Resoconto sommario dell'Assemblea
Seduta n. 458 di martedì 5 aprile 2011
Bozze non corrette in corso di seduta

INDICE

(nominativi degli intervenuti in ordine alfabetico)

Deliberazione in ordine ad una richiesta di elevazione di un conflitto di attribuzione nei confronti dell'autorità giudiziaria (procura della Repubblica e giudice per le indagini preliminari di Milano)

o PRESIDENTE
o BRUGGER Siegfried
o BUTTIGLIONE Rocco
o CASTAGNETTI Pierluigi
o CONSOLO Giuseppe
o DI PIETRO Antonio
o LA MALFA Giorgio
o LEONE Antonio
o MOFFA Silvano
o PAOLINI Luca Rodolfo
o PISICCHIO Pino

Deliberazione in ordine ad una richiesta di elevazione di un conflitto di attribuzione nei confronti dell'autorità giudiziaria (procura della Repubblica e giudice per le indagini preliminari di Milano).

PRESIDENTE. Ricorda che i presidenti dei gruppi Popolo della Libertà, Lega Nord Padania e Iniziativa Responsabile hanno inviato una lettera alla Presidenza della Camera con la quale, indicandone le motivazioni, si chiede che la Camera dei deputati accerti la «sussistenza delle condizioni per sollevare un conflitto di attribuzione tra poteri dello Stato dinanzi alla Corte costituzionale a tutela delle prerogative della Camera lese» - secondo quanto sostenuto nella lettera - «dall'operato omissivo della magistratura procedente (procura della Repubblica e giudice per le indagini preliminari di Milano) nei confronti dell'onorevole Silvio Berlusconi».
Su tale richiesta, come da prassi, è stato acquisito l'orientamento della Giunta per le autorizzazioni, che ha espresso a maggioranza il convincimento che la Camera, a tutela delle sue prerogative costituzionali, debba elevare il conflitto di attribuzione nei confronti dell'autorità giudiziaria di Milano.
La questione è stata, quindi, esaminata dall'Ufficio di Presidenza nella riunione del 30 marzo 2011. Poiché in tale sede - in presenza di una situazione di parità di voti - non è emerso un orientamento maggioritario favorevole o contrario alla proposta di elevazione del conflitto, l'Assemblea è oggi chiamata a deliberare direttamente sulla richiesta avanzata dai deputati Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli.

Decorrono da questo momento i termini regolamentari di preavviso per eventuali votazioni elettroniche.

SIEGFRIED BRUGGER (Misto-Min.ling.). Nel ritenere che non spetti alla Camera giudicare in ordine alla natura ministeriale di un comportamento penalmente rilevante, né stabilire conseguentemente quale sia il giudice competente, osserva che la fattispecie in oggetto riguarda la condotta privata di una persona chiamata a svolgere una funzione pubblica, che deve rispondere delle proprie azioni dinanzi alla magistratura, al pari di ogni altro cittadino; dichiara quindi che la sua componente politica esprimerà voto contrario sulla richiesta di elevazione di conflitto di attribuzione.

GIORGIO LA MALFA (Misto-LD-MAIE). Nel rilevare come il Presidente della Camera abbia dato prova di assoluta terzietà nella conduzione dei lavori parlamentari, stigmatizza l'atteggiamento vergognoso del Governo e della maggioranza, i quali, anziché affrontare i problemi reali dei cittadini, si occupano esclusivamente dei casi giudiziari che coinvolgono il Presidente del Consiglio. Dichiara quindi che la sua componente politica si opporrà con forza alla richiesta di elevare un conflitto di attribuzione nei confronti della procura della Repubblica e del giudice per le indagini preliminari di Milano.

PINO PISICCHIO (Misto-ApI). Nel giudicare insussistenti i presupposti per elevare un conflitto di attribuzione, non essendo assegnato alle Camere un potere di filtro circa la definizione del carattere ministeriale dei reati, atteso peraltro che i fatti ascritti al Presidente del Consiglio sono stati compiuti al di fuori delle sue funzioni istituzionali, denunzia lo scempio illiberale compiuto dalla maggioranza, che invoca il principio di sovranità popolare per sottrarre il Premier al giudice naturale. Dichiara, pertanto, che la sua componente politica esprimerà con convinzione voto contrario sulla richiesta di elevare un conflitto di attribuzione nei confronti dell'autorità giudiziaria.

ANTONIO DI PIETRO (IdV). Nel giudicare inaccettabile che, nell'attuale congiuntura politico-economica, la Camera sia chiamata nuovamente a pronunciarsi sulle vicende giudiziarie riguardanti la persona del Presidente del Consiglio, esprime sdegno e riprovazione per il tentativo della maggioranza di imporre alla Camera la complicità politica e morale nell'attestazione di una falsità storica in relazione alla vicenda processuale per la quale si propone di elevare un conflitto di attribuzione. Stigmatizzato quindi l'ennesimo tentativo del Presidente del Consiglio di utilizzare funzioni istituzionali in modo improprio, dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla richiesta formulata dai capigruppo della maggioranza; invita inoltre i cittadini a manifestare la loro contrarietà alle scelte ed ai comportamenti del Governo esprimendo la loro volontà nella prossima consultazione referendaria.

SILVANO MOFFA (IR). Nel rilevare preliminarmente come la Camera abbia già deliberato di restituire gli atti inerenti il procedimento penale pendente nei confronti del Presidente del Consiglio alla magistratura milanese, osserva che la predetta autorità giudiziaria ha disatteso tale decisione. Ritiene altresì che l'Assemblea non debba esprimere giudizi morali sull'operato del Presidente Berlusconi, ma interrogarsi sui poteri effettivi che le competono e, in particolare, sulla titolarità di stabilire, alla luce dell'articolo 96 della Costituzione, se il reato in oggetto sia o meno pertinente alle funzioni ministeriali. Giudica, infine, del tutto fondata la richiesta di elevare conflitto di attribuzione nei confronti della procura della Repubblica e del giudice per le indagini preliminari di Milano.

GIUSEPPE CONSOLO (FLI). Rileva che, a prescindere dalla fondatezza e dalla gravità dei reati addebitati al Presidente del Consiglio, dalla lettura degli articoli 68, 90 e 96 della Costituzione emerge chiaramente che è attribuita alla Camera di appartenenza l'autonoma valutazione circa l'eventuale natura ministeriale dei reati. Nel ritenere pertanto non sussistenti i presupposti per elevare un conflitto di attribuzione, dichiara il voto contrario del suo gruppo sulla richiesta formulata in tal senso.

ROCCO BUTTIGLIONE (UdC). Richiamate le questioni procedimentali sottese alla richiesta in esame, il cui eventuale accoglimento rappresenterebbe un grave vulnus ai fondamentali principi dell'ordinamento giuridico, ritiene che non spetti alla Camera pronunciarsi sulla ministerialità di un reato e sulla conseguente individuazione del giudice competente. Nel reputare altresì non pertinente un precedente citato dalla maggioranza a sostegno della predetta richiesta, giudica non sussistente il diritto assoluto dell'Assemblea a pronunciarsi sulla questione, ritenendo sufficiente in tal senso il pronunciamento degli organi interni competenti per materia. Invita infine la maggioranza ad evitare un ulteriore pericoloso strappo istituzionale.

LUCA RODOLFO PAOLINI (LNP). Giudicate non corrette le dichiarazioni rese dal deputato Di Pietro, osserva che l'odierna discussione si prefigge semplicemente di stabilire se la Camera abbia o meno il diritto di essere informata dall'autorità giudiziaria sui procedimenti che coinvolgono il Presidente del Consiglio, esercitando in tal modo le prescritte prerogative costituzionali. Dichiara, quindi, il voto favorevole del suo gruppo sulla richiesta di elevare un conflitto di attribuzioni nei confronti della procura della Repubblica e del giudice per le indagini preliminari di Milano.

PIERLUIGI CASTAGNETTI (PD). Premesso che risulta evidente che il Presidente del Consiglio non ha agito nell'interesse dello Stato secondo quanto previsto dalla legge costituzionale n. 1 del 1989, rileva che non sussistono i presupposti per sollevare conflitto di attribuzione, essendo peraltro demandata all'autorità giudiziaria ordinaria la potestà esclusiva di qualificare la natura dei reati. Denunzia quindi l'evidente volontà della maggioranza di assecondare la strategia difensiva del Presidente Berlusconi, determinando le condizioni per creare un permanente conflitto tra le istituzioni.

ANTONIO LEONE (PdL). Constatato come la vicenda processuale connessa alla richiesta di elevazione di conflitto di attribuzione risulti inaccettabilmente intrisa di sentimenti di odio ed avversione verso la persona del Presidente del Consiglio, sottolinea la necessità di concentrare l'esame dell'Assemblea sulla forzatura dei principi istituzionali perpetrata dalla procura di Milano, lamentando la lesione delle prerogative della Camera attraverso l'elusione del pronunciamento dalla stessa precedentemente formulato. Ribadisce quindi come spetti alla Camera una propria ed autonoma valutazione sulla ministerialità del reato contestato.

La Camera, con votazione elettronica senza registrazione di nomi, approva la richiesta formulata dai deputati Cicchitto, Reguzzoni e Sardelli di elevare un conflitto di attribuzione nei confronti della procura della Repubblica e del giudice per le indagini preliminari di Milano a tutela delle attribuzioni spettanti alla Camera ai sensi dell'articolo 96 della Costituzione.



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