REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8
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 Anno VII n° 4 APRILE 2011    -   FATTI & OPINIONI


Camera dei deputati – Informativa urgente del Governo sulle misure adottate
Immigrazione verso l'isola di Lampedusa – interventi dei parlamentari: Bertolini,Casini, Dussin, Favia, Fiano,La Malfa, Mosella, Patarino, Sardelli
XVI LEGISLATURA dal Resoconto stenografico dell'Assemblea Seduta n. 460 di giovedì 7 aprile 2011


Interventi di (in ordine alfabetico):

Bertolini Isabella (PDL)
Casini Pier Ferdinando (UDC)
Dussin Luciano (Lega Nord)
Favia David (IDV)
Fiano Emanuele (PD)
La Malfa Giorgio (LDMAIE)
Mosella Donato Renato (API)
Patarino Carmine Santo (FLI)
Sardelli Luciano Mario (IR)

Isabella Bertolini (PDL). Signor Presidente, voglio innanzitutto esprimere a nome di tutto il gruppo del Popolo della Libertà il cordoglio per la tragedia che si è consumata ieri al largo del Canale di Sicilia, dove però ancora una volta l'Italia si è distinta e comportata in una materia straordinaria attraverso un intervento in cui ha attivato dei soccorsi anche se la competenza non era del nostro Paese, e qui va un ringraziamento a tutte le forze dell'ordine e agli uomini delle capitanerie di porto che stanno lavorando in maniera eccellente ormai da mesi (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Ringrazio il Ministro Maroni per il lavoro che ha fatto in queste difficili settimane e anche il Presidente del Consiglio, che sta affrontando in prima persona questa difficile emergenza con concretezza e determinazione da Lampedusa fino agli accordi con la Tunisia e all'intesa con le regioni. Ma permettetemi di ringraziare anche gli italiani che troppo spesso vengono accusati di essere egoisti o xenofobi e che stanno invece dimostrando pazienza, tolleranza e grande generosità per una situazione che certamente non volevano.
Con la Tunisia, signor Ministro, come abbiamo appreso da lei oggi e come sapevamo già dai giorni scorsi, ci rendiamo conto che è stato fatto il massimo sforzo che si poteva fare per trovare un accordo, anche se non semplice, e riteniamo che tale accordo sia da sorvegliare con grande accortezza e con grande cautela. È stato sottoscritto ieri un accordo molto equilibrato con le regioni, nel rispetto della loro autonomia. Comunque anche questo accordo sarà complesso da governare, perché queste migliaia di immigrati sono difficili da gestire, sia dal punto di vista dell'assistenza ma, ancora di più per lei, dal punto di vista della sicurezza.
Ritengo poi molto positivo, anche se forse - mi permetta di dirlo - un po' tardivo, il coinvolgimento della Protezione civile, che certamente è l'organismo più attrezzato per gestire le emergenze umanitarie e la scelta di collocare piccoli gruppi di questi immigrati in più zone del Paese, con una più equa distribuzione su tutto il territorio nazionale. Certamente l'affollamento di Lampedusa non ci ha giovato, perché è diventato un caso internazionale, ma non ha sortito gli effetti che ci aspettavamo da parte della comunità internazionale.
L'applicazione dell'articolo 20 del testo unico sull'immigrazione, signor Ministro, ci rendiamo conto che è un passaggio necessario e, anzi, direi che ormai è diventato un passaggio obbligato per le migliaia di tunisini che sono arrivate, ma comporta dei grandissimi rischi e dobbiamo, soprattutto, distinguere bene tra chi ha diritto ad ottenere questo permesso e chi, invece, ha dei precedenti penali che non gli consentono di poter girare liberamente in Italia e nel resto d'Europa. Ma questa concessione che noi diamo - perché è una concessione che facciamo - deve essere accompagnata da una forte iniziativa in sede europea e, quindi, deve stimolare l'Europa ad applicare la direttiva n. 2001/55/CE sulla protezione temporanea, superando quelle che ancora oggi, e ancora ieri, sono le resistenze dell'Unione europea. Dobbiamo fare in modo, signor Ministro, che questi immigrati transitino per il nostro Paese diretti in altre località europee, per raggiungere amici, parenti, conoscenti. Noi siamo solo il ponte, ma ci auguriamo che la meta sia il resto d'Europa. Dobbiamo facilitarli questi ricongiungimenti negli altri Paesi, li preferiamo, questi immigrati, in Francia, in Germania e in Spagna piuttosto che a scorazzare nelle nostre città.
Dobbiamo, poi, continuare con le politiche che abbiamo messo in campo fino ad oggi. Non facciamoci assorbire solo dall'emergenza, portiamo avanti politiche di grande rigore e di serietà, prive di demagogia e dei falsi buonismi, che abbiamo sentito, purtroppo, anche in questa occasione da parte dell'opposizione.
Questa ondata migratoria è una vera e propria invasione per il nostro Paese, che comporta iniziative straordinarie. Ma non possiamo dimenticare le politiche che dobbiamo ancora finire di conseguire. Quindi, signor Ministro, la invito ad andare avanti e a continuare a realizzare quei centri di identificazione che sono necessari in tutta Italia e in tutte le regioni, e non solo in certe aree del sud Italia. Oggi sarebbero state molto utili se ne avessimo avute di più. Dobbiamo procedere con i rimpatri immediati per tutti i clandestini che arrivano adesso, usando procedure semplificate. Perché la Francia riesce respingerli con tanta forza e determinazione? Se è necessario, adeguiamo le nostre leggi e non aspettiamo che la magistratura, sentenza dopo sentenza, ci smantelli tutte le norme che abbiamo votato (Applausi dei deputati dei gruppi Popolo della Libertà e Lega Nord Padania).
Lavoriamo molto sulle politiche di riammissione - sto per concludere, signor Presidente - utilizzando anche risorse che oggi sono destinate, spesso inutilmente, alla cooperazione internazionale o alla cooperazione decentrata. Spendiamole, piuttosto, per progetti utili nei territori di provenienza. Blocchiamo le partenze dei nuovi clandestini, ma soprattutto battiamo i pugni sul tavolo dell'Europa e pretendiamo di non essere di «serie B» sul tavolo dell'Unione europea. Diamo molti contributi all'Europa e non ci accontentiamo delle briciole. Non vogliamo che vi siano figli e figliastri né vogliamo che la Francia continui ad imporre le proprie regole a suo piacimento, ma vogliamo un Europa che conti e che non ci imponga solo diktat e regolamenti, ma che si attivi quando vi sono emergenze di questo tipo (Applausi dei deputati del gruppo Popolo della Libertà - Congratulazioni).

Emanuele Fiano (PD) Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi, vorrei iniziare da dove lei ha terminato, signor Ministro, dall'Europa. Lei ha fatto molti richiami quest'oggi nel suo intervento all'Europa, alla necessità della cooperazione dell'Europa, alla necessità dell'intervento dell'Europa e alla necessità dell'aiuto dell'Europa.
Penso, signor Ministro, che l'Europa siamo innanzitutto noi, che siamo noi che in queste settimane avremmo dovuto comportarci sempre da europei e così non è stato (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Ci sono molte cose da dire in cinque minuti, ne elencherò tante, ma ne illustrerò solo alcune. Vorrei ricordarle, signor Ministro, che il suo primo avviso dell'emergenza montante, ossia del fatto che sarebbero potute arrivare nel nostro Paese sino a un milione di persone, è del 13 febbraio scorso. Dal 13 febbraio l'isola di Lampedusa si è riempita all'inverosimile e contro ogni possibilità di rispetto dei diritti umani. Abbiamo avuto tendopoli costituite d'imperio rispetto alla volontà dei territori locali, abbiamo avuto fughe di massa dalle tendopoli: vorrei ricordarle la tendopoli di Manduria, che è costata le dimissioni di un membro autorevole del Governo, ossia del sottosegretario Mantovano, tendopoli dove oggi sono presenti 1.300 persone, ma ne sono inizialmente arrivate fino a 3.500.
Vorrei ricordarle l'accordo con le regioni, di cui lei ha parlato oggi, siglato ieri sera - dal 13 febbraio si è arrivati a ieri sera - e le proposte intelligenti che, per esempio, sono arrivate da alcuni governatori: penso al presidente della regione Toscana, a quell'idea di sistemare gli immigrati in piccole localizzazioni, che lei oggi ha citato come esempio virtuoso, ma che inizialmente non è stata accettata come proposta. Vorrei ricordarle la figura in campo internazionale che il nostro Paese ha fatto in queste settimane, la mancata convocazione del nostro Ministro degli esteri alle preconvocazioni dei tavoli europei, vorrei ricordarle che quella attivazione della direttiva europea sulla procedura di protezione temporanea è una richiesta che il Partito Democratico ha fatto in Commissione da più di due mesi e che lei cita oggi come un suo successo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Vorrei ricordarle, signor Ministro, che pochi giorni fa il vicepresidente del Popolo della Libertà al Senato, il senatore Quagliarello, diceva: «Fora di ball non è una politica e ben presto gli elettori se ne accorgeranno».
Vede, noi ci siamo già dissociati, con il nostro presidente Franceschini, da quel cartello esposto prima che in nulla condividiamo. Tuttavia, parlando dei morti di ieri nelle acque del canale di Sicilia e della drammatica scena a cui tutti abbiamo assistito, vorrei dirle che spero perlomeno che quei morti innocenti risveglino una cultura delle parole. Infatti, quando in queste settimane abbiamo sentito parlare di vasche da svuotare e di rubinetti da chiudere, parlavamo anche di quei corpi senza vita che ora galleggiano nel canale di Sicilia (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e Italia dei Valori).
Signor Ministro, nel nostro Paese abbiamo conosciuto molte emergenze umanitarie - questa non è la prima - e siamo stati in grado di affrontarle con solidarietà, con decoro e garantendo la legalità. Nel nostro Paese e in Europa ci sono leggi, strumenti, organizzazioni e precedenti che avrebbero permesso di affrontare un'emergenza del genere per tempo, cosa che non è successa.
Non devo ricordarle i casi del Kossovo e dell'Albania, le decine di migliaia di albanesi arrivati in questo Paese vent'anni fa e che hanno trovato, signor Ministro, credo più di quei tre gabinetti chimici rotti sul molo di Lampedusa. A proposito della possibilità di controllare le condizioni nelle quali si sono trovati i migranti nelle strutture di accoglienza di Lampedusa vorrei ricordarle che deputati della Repubblica, contro i diritti delle loro prerogative, non hanno potuto accedere a quelle strutture e che noi ancora attendiamo risposta da lei, signor Ministro, per sapere come mai parlamentari dell'opposizione non hanno potuto controllare ciò che accadeva in quelle strutture.
Signor Ministro noi abbiamo riscontrato un'inefficienza e un ritardo che non sono solo questioni tecniche. Noi pensiamo che ci siano al fondo, e che sia nostro dovere parlarne, questioni politiche perché, signor Ministro, proprio il tempo che io ho citato, compreso tra il 13 febbraio e oggi, avrebbe permesso tutt'altro comportamento da parte del Governo.
Allora noi pensiamo che le migliaia di migranti che si sono assembrati nell'isola di Lampedusa oltre ogni limite sopportabile per i lampedusani e per i migranti stessi, al di là della vergognosa comparsata del Presidente del Consiglio che ha fatto finta di comprare una villa (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico) che non ha mai comprato e di promettere un casinò che non verrà mai costruito in quell'isola, signor Ministro, perché è vietato nel nostro Paese, ecco al di là di questo noi pensiamo che ci sia la politica, perché pensiamo che questo vostro fallimento fino ad oggi nella gestione di questa emergenza sia dovuto alla difficoltà di mettere insieme le parole di Bossi e la legislazione italiana ed europea, le esigenze delle campagne elettorali amministrative e l'emergenza da affrontare. Noi pensiamo che non siano affatto un caso l'inefficienza, il ritardo e l'incapacità che avete dimostrato in questo caso...
PRESIDENTE. Onorevole Fiano, la invito a concludere.

EMANUELE FIANO. Non è un caso, ma purtroppo è stata una vostra scelta (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico. Congratulazioni).

Luciano Dussin (Lega Nord). Signor Presidente, signor Ministro, condividiamo il suo operato, lei ha il compito molto difficile di dare risposte al problema dell'immigrazione in un contesto internazionale e interno di completa confusione se non addirittura di anarchia, e gli eventi eccezionali di queste ore lo stanno testimoniando. Nel Mediterraneo ci sono azioni di guerra in corso, ci sono le portaerei di molti Paesi, ma sembrano occupati più in altre azioni che non in quelle di contrastare un fenomeno che ha del ridicolo, perché vediamo passare gli scafi guidati da schiavisti che portano carne umana in giro per il mondo zigzagando in mezzo alle portaerei, e sembra non interessare nulla a nessuno.
Però dopo i problemi arrivano, perché molto probabilmente non si vuole dare seguito a quello che da anni la Lega Nord Padania suggerisce di fare: cercare di aiutare le popolazioni bisognose nei loro territori. Quando parlo di fallimento a livello globale mi vengono in mente le politiche messe in atto dall'ONU che nei decenni sono state francamente fallimentari, perché se non siamo riusciti a portare un bicchiere d'acqua a chi ha sete a casa sua vuol dire che quell'organismo deve essere rivisto di sana pianta (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania).
Per quanto riguarda le direttive che partono dalla Commissione e dal Parlamento europeo in termini di controllo del fenomeno dell'immigrazione, anche qui ci accorgiamo che Paesi come l'Inghilterra le ignorano, la Francia lo sta dimostrando, la Germania addirittura, su consiglio della sua stessa Corte costituzionale, in termini di sicurezza e di immigrazione sente le direttive ma applica quelle del suo Parlamento.
Ci troviamo ad operare, soprattutto lei in queste ore, in un contesto difficilissimo e lei sta dando le migliori risposte possibili. All'interno del nostro Paese abbiamo cercato di stabilire delle regole, che abbiamo visto a livello internazionale sono da rivedere, ma anche qui c'è della confusione, perché quando introduciamo ad esempio il reato di clandestinità - che c'è da dieci anni in Francia, Germania, Inghilterra e Spagna - ma abbiamo metà della magistratura che non applica queste direttive (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania) significa che c'è un problema di fondo da risolvere. Stabiliamo delle regole per facilitare le espulsioni e la Corte costituzionale pochi mesi fa ha sancito che in Italia non si possono espellere immigrati indigenti, ma visto che sono tutti indigenti ciò vuol dire che la Corte si sostituisce alla volontà politica espressa dal legislatore, e quindi dal Parlamento italiano, e sancisce che è impossibile attuare le espulsioni. Quando in questo Parlamento questa maggioranza cerca di scrivere delle regole - come il reato di clandestinità o le espulsioni - cerca di stabilirle a tutela in primo luogo di persone straniere che cercano di entrare regolarmente nei nostri territori, perché chi aspetta a casa sua di ricevere un permesso di ingresso dall'Italia, dopo aver presentato le generalità e dimostrato di avere un lavoro e un alloggio,poi si vede superato da chi entra clandestinamente, per cui saltano le regole e tanto vale che tutti pensino di poter entrare in questo Paese clandestinamente. Quindi, ad essere troppo buonisti - ma non è la volontà di questa maggioranza, ma di parte della magistratura, che disapplica le nostre regole - alla fine ci rimettono di più proprio gli immigrati regolari. Questa è una cosa da rivedere, perché non va assolutamente bene. Quindi, signor Ministro, lei ha il nostro appoggio, perché sta cercando di risolvere un problema che ha dei confini poco chiari e cerca di affrontarlo scrivendo delle regole di convivenza con altri Paesi, il che già fino a poche settimane fa aveva dato ottimi risultati. Il nostro gruppo è con lei, anche il Paese è con lei, perché sta dimostrando di lavorare seriamente. Grazie e buon lavoro, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Lega Nord Padania - Congratulazioni).

Pier Ferdinando Casini (UDC) Signor Presidente, onorevoli colleghi, oggi assistiamo alla Camera ad una seduta importante, perché abbiamo un bravo Ministro, che tutti noi consideriamo così, che ha fatto una relazione balbettante, non perché improvvisamente non è più un bravo Ministro, perché tutti noi riconosciamo a Maroni di essere capace e anche corretto nei confronti dell'opposizione, di essere un ottimo amministratore e Ministro. Ha balbettato perché Maroni oggi si trova nel mezzo delle contraddizioni politiche che evidentemente la sua bravura non può di per sé rendere sormontabili, perché queste contraddizioni politiche sono figlie degli equivoci politici che il Governo ha portato avanti in questi anni (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Futuro e Libertà per l'Italia, Misto-Alleanza per l'Italia e del deputato La Malfa).
Dunque, ci deve dimostrare che ha spalmato gli extracomunitari in tutta Italia, ma non ce lo può dimostrare molto, non solo perché contrasta con la realtà, ma perché le regioni del nord non gli consentono di dire questo. Pertanto, ci ha dato un elenco di prima fase di emergenza acuta e ci ha fatto un elenco dei centri di prima accoglienza, da cui si evince che, a parte cento posti a Ventimiglia, aumentabili fino a quattrocento, non c'è una regione dell'Italia del nord,. però, ha raggiunto l'intesa con le regioni per spalmarli uniformemente sul territorio nazionale. Giustamente, la collega dice: «ma noi li abbiamo già», figuratevi cosa dice la Sicilia, che li riceve a Lampedusa e che li deve spalmare su tutto il suo territorio (Applausi dei deputati del gruppo Unione di Centro). Ma questa è la logica: qui il problema non è Maroni, non è il Ministro, non è la struttura del Ministero dell'interno, qui vi è la contraddizione politica di andare sul territorio ed evocare una parcellizzazione dell'Italia o peggio a mettere parti dell'Italia una contro l'altra. Dopodiché, quando si arriva ad un'emergenza di questo tipo, qual è il problema? Che noi ci comportiamo con parti del territorio nazionale come l'Europa si comporta con noi,. ed evochiamo l'Europa, altra grande contraddizione politica, onorevoli colleghi: in questi mesi affannosamente evoca l'Europa politica chi ha sempre combattuto l'Europa politica, dicendo che l'Europa non serviva (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Futuro e Libertà per l'Italia, Italia dei Valori, Misto-Alleanza per l'Italia e del deputato La Malfa)! Noi non abbiamo imbarazzi perché abbiamo sempre ritenuto l'unico esito per il continente l'Europa politica e oggi diciamo: avete ragione, vi siete convinti anche voi! Abbiamo storicamente indovinato e oggi i cocci che raccogliamo sono quelli della mancanza di un'Europa politica.
Altra contraddizione di Maroni: il permesso di soggiorno temporaneo. Qui il Ministro deve dire che dà il permesso, ma che questi ci hanno già fatto sapere che se ne andranno tutti via. Ministro, si fermi alla prima parte, dica che dà il permesso, ma non illuda, come ha fatto il Presidente del Consiglio con i lampedusani, quando gli ha detto: «ho già comprato la casa», non diciamo bugie! Noi non abbiamo alcuna garanzia: quando noi avremo dato i permessi di soggiorno temporaneo questa gente andrà dove vuole! Non ha nessun valore, né giuridico, né impegnativo il fatto che abbiano detto che vogliono andare in Francia perché, se nel tragitto da Manduria a Ventimiglia cambiano idea, rimangono sul territorio nazionale! Anche questo però lei, signor Ministro, lo deve omettere e non lo vuole dire perché è impegnativo ammettere che la presenza della Lega al Governo, davanti a questioni che non sono riconducibili alla Lega, che sono riconducibili al mondo, a quello che sta succedendo, obbliga anche la Lega all'adozione di provvedimenti inevitabili, ma che in questi mesi con la demagogia si sono sempre voluti dipingere come il cedimento ai clandestini. Io non dico, onorevoli colleghi, che Maroni cede ai clandestini: Maroni fa il suo dovere, che è il contrario della politica egoistica che voi, in questi mesi, avete voluto propagandare per il nostro Paese (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Italia dei Valori, Misto-Alleanza per l'Italia ).
Onorevoli colleghi, non aggiungo altro, dico solo che il Governo, nonostante questi ondeggiamenti pericolosi, ha la nostra solidarietà perché non potrebbe essere altrimenti, perché noi siamo persone serie: bene gli accordi bilaterali con la Tunisia, bene l'intesa a livello europeo, speriamo che ci siano, ma per favore: fate lezione degli errori che avete accumulato per evitare, in futuro, di dire le sciocchezze di questi anni (Applausi dei deputati dei gruppi Unione di Centro, Partito Democratico, Italia dei Valori, Misto-Alleanza per l'Italia e del deputato La Malfa- Congratulazioni)

Carmine Santo Patarino (FLI) Signor Presidente, signor Ministro, noi di Futuro e Libertà le esprimiamo la nostra solidarietà condannando l'inqualificabile gesto cui abbiamo assistito qualche minuto fa. Dato il tono che lei ha usato nel suo intervento, diverso, molto diverso, dal punto di vista umano e sociale, da quello di qualche altro collega del suo partito, non avrei alcuna difficoltà, signor Ministro, a sottoscrivere la sua relazione se però lei avesse anche la bontà di leggere la seconda parte, quella che le è sfuggita o ha volontariamente omesso. L'analisi è puntuale, i numeri che lei ha citato sono più o meno quelli e l'impegno di cui ha parlato a proposito delle forze dell'ordine, delle prefetture, delle questure, della Croce rossa meritano tutta quanta la nostra considerazione e tutta quanta la nostra gratitudine, malgrado le critiche strumentali che sono state fatte da alcuna parte della sinistra.
Quello che manca, signor Ministro, tra quanto ha illustrato, è un piano strategico-politico nazionale, cioè per l'Italia e anche per l'Europa, e se e come lei sta coinvolgendo tutti i soggetti che in circostanze del genere devono essere attivati: le regioni, le province i comuni, le Asl, la protezione civile, gli altri Ministeri, il suo stesso Ministero. Non ci ha detto per esempio, signor Ministro, cos'è che non funziona nel suo Ministero per indurre il più autorevole dei suoi sottosegretari, l'onorevole Mantovano, a rassegnare le dimissioni con una pesantissima dichiarazione. Signor Ministro, non so se siano altre ragioni a spingere l'onorevole Mantovano a lasciare il Governo e cosa voglia per rientrarvi, ma le sue denunce rispecchiano la realtà che ogni cittadino vede.
Non si può proprio dire che in questa vicenda l'Italia stia facendo una bella figura. C'è un Ministro, il più autorevole del suo partito, signor Ministro, e il più autorevole della stessa maggioranza che ha voluto, con una espressione colorita, ordinare al Governo e all'intera maggioranza di tenere gli immigrati fora dalle valli del nord e di «svuotare la vasca» e né lei - che è il Ministro dell'interno di tutta l'Italia e non soltanto della Padania - né il Presidente del Consiglio avete detto una parola. C'è un sindaco del nord, il sindaco di Torino, che prima concede e poi nega l'autorizzazione all'allestimento di una tendopoli e nessuno fa niente, nessuno prende provvedimenti.
Avete detto di aver stipulato l'accordo con le regioni: lo avete fatto soltanto ieri sera, ma non sappiamo se, poi, sarà davvero mantenuto. Non ci dite quale sia il costo dell'«accordicchio» che avete stretto con la Tunisia.
L'Italia chiede giustamente la collaborazione di tutta l'Europa, ma come pensa di ottenerla se il suo Governo, se uno dei più autorevoli Ministri, dimostra di non essere in grado di assicurarsi quella delle proprie regioni? Non è certo così che si recupera quella credibilità internazionale per governare un fenomeno sociale di natura epocale, che, per essere adeguatamente affrontato, richiede una forte e lungimirante politica di cooperazione internazionale.
Come è stato ricordato, una ventina di anni fa lungo tutte le coste dell'Adriatico sbarcarono migliaia e migliaia di profughi provenienti dall'Albania. Allora, soltanto noi pugliesi fummo in grado di fare fronte a quell'esodo con un'accoglienza ben diversa da quella riservata oggi agli immigrati nordafricani.
Le istituzioni, pur nelle difficoltà e nell'emergenza, diedero prova di coesione ed efficienza. Anche la gente comune, seguendone l'esempio, intraprese una gara di solidarietà. Le organizzazioni di volontariato furono messe in condizione di esprimere tutto il loro amorevole potenziale. Ci sentimmo fieri di essere italiani.
Cosa è cambiato da allora? Non certo il numero degli immigrati: 20, 30 mila migranti certamente non possono fare paura ad un grande Paese come l'Italia, peraltro abituato da anni a convivere con flussi migratori. È cambiato, semmai, l'atteggiamento dei governanti nazionali ed internazionali. Alla capacità di dominare lo sviluppo della storia di allora, si è sostituito l'arroccamento nella sterile difesa di posizioni di privilegio. Alla lungimiranza di chi, in quegli anni, seppe gestire la transizione dalla caduta del comunismo all'integrazione europea, si sostituisce oggi l'incapacità di reggere il cambiamento del presente e promuovere con fiducia lo sviluppo del futuro nel Mediterraneo.

PRESIDENTE. Onorevole Patarino, la invito a concludere.

CARMINE SANTO PATARINO. Al buon esempio di chi favoriva l'integrazione e l'accoglienza, spalancando le porte della propria abitazione al sole che si alzava, si è sostituito il cattivo gusto di chi offre modelli negativi, promette l'acquisto di ville chiuse, propaganda contenitori vuoti, ghettizza in campi assolati migliaia di persone, destabilizza l'ordine pubblico delle comunità locali e, nel mentre, comiziando, propaganda...

PRESIDENTE. Onorevole Patarino, concluda, per favore.

CARMINE SANTO PATARINO. Ho finito, signor Presidente.
Così vengono annullati secoli di civiltà, così viene distrutto il valore della patria, che, per quanto ci riguarda, è una patria senza (Applausi dei deputati del gruppo Futuro e Libertà per l'Italia - Congratulazioni)...

Luciano Mario Sardelli (IR) Signor Presidente, onorevole Ministro, noi di Iniziativa Responsabile vogliamo esprimere la solidarietà e l'apprezzamento per l'attività che lei ha svolto in questi mesi difficili, di fronte a scelte importanti che riguardano, ormai, movimenti epocali di milioni di persone, le quali chiedono di accedere dalle regioni del nord Africa in gravi difficoltà economiche e sociali, se non addirittura attraversate da guerre, e premono verso l'Europa cristiana, occidentale, liberale e democratica: l'Europa che, per loro, costituisce una speranza e una possibilità di sopravvivenza e di crescita sociale e culturale.
A queste sfide le risposte non sono facili e semplicistiche. Sentivo, negli interventi precedenti, una punta di polemica verso il Ministro. È questo il primo punto da chiarire, riguardo alla concessione, solo ora, del permesso temporaneo di soggiorno.
Amici del Partito Democratico, presidente Casini, come si sarebbe potuto, due mesi fa, a frontiere aperte, con la Tunisia attraversata da problemi politici enormi, dire che in Italia si concedeva il permesso temporaneo di soggiorno? Sarebbe equivalso ad aprire a centinaia di migliaia di persone la speranza di arrivare in un Paese che era in grado di ospitarle. Pertanto, in quel momento non si poteva concedere il permesso temporaneo di soggiorno, in quanto non si poteva dare la speranza a decine e centinaia di migliaia di persone di arrivare in Italia, a frontiere praticamente aperte, con un Governo tunisino incapace di controllare i migranti.
Solo oggi, che è stato chiuso questo importante accordo, di cui va merito al Ministro, a tutto il Governo e al Presidente Berlusconi, si può concedere il permesso temporaneo di soggiorno perché ci sono un freno e un controllo a questa migrazione. Tenete conto che noi siamo vergognosamente soli in questo fronte con la Francia ed altri paesi che, per ragioni umanitarie, hanno aperto un conflitto importante e grave nel nord Africa e per le stesse ragioni umanitarie che non hanno si sottraggono a questa responsabilità collettiva che l'Europa deve assumere.
Quindi, va bene questo comportamento del Ministero perché ogni cosa ha bisogno di tempo e di condizioni per essere realizzata. Mi pare che il permesso temporaneo di soggiorno solo ora poteva essere concesso ai migranti.
Ma andiamo sui tre punti che il Ministro ha posto all'attenzione. Con gli enti territoriali è stato concertato un importante accordo che va nel senso della cultura federalista che attraversa il Paese. Sono d'accordo con alcuni interventi nei quali si è sostenuto che il sud ha sopportato le maggiori pressioni dell'emergenza.
Signor Ministro, noi che siamo un gruppo a grande prevalenza meridionale chiediamo che questi territori del sud (non solo la generosa gente di Lampedusa ma anche i territori di Manduria, Santa Maria Capua Vetere e delle province palermitane) abbiano un ristorno, condizioni di favore come la fiscalità compensativa o interventi infrastrutturali per questo atto di generosità e di attenzione. Le chiediamo, quindi, anche un intervento in questo senso. Va bene il lavoro fatto con il Ministro Fitto e con i governatori. Si tratta di un lavoro sapiente di coordinamento e condivisione.
Apprezziamo anche il secondo punto concernente il rapporto con i Paesi del nord Africa. Su questo e sui rapporti con l'Unione europea noi Ministro dobbiamo prendere una iniziativa forte che vada al di là della sicurezza che fa capo al Ministro dell'interno, ma che veda dentro anche i Ministri degli esteri e dell'economia. Noi dobbiamo cooperare e creare una struttura importante di cooperazione che vada al di là dei provvedimenti interregionali di cooperazione per cui ci sono risorse cospicue a livello di Unione europea. Occorre, come dicevo una struttura che permetta di coordinare l'intervento di difesa con quello di cooperazione economica, di integrazione sociale e culturale e anche, quindi, se permette, di sviluppo della nostra attività imprenditoriale in quei paesi. Non dimentichiamo che noi siamo i primi partner dei Paesi nordafricani.

PRESIDENTE. Onorevole Sardelli, la prego di concludere.

LUCIANO MARIO SARDELLI. Quindi, signor Ministro, concludo con un riconoscimento a lei e anche al sottosegretario Mantovano che con generosità ha difeso le ragioni del sud e che noi speriamo di ritrovare al Governo a fianco a lei perché ha ben operato. Noi crediamo che il lavoro di questi mesi abbia dimostrato che noi siamo un Paese generoso, attento, che riesce a coniugare leggi chiare e dure quale la Bossi-Fini con una cultura dell'accoglienza e dell'ospitalità che si trovano nel senso della nostra cultura cristiana e mediterranea (Applausi dei deputati del gruppo Iniziativa Responsabile).

David Favia (IDV) Signor Presidente, mi consenta anzitutto di iniziare questo intervento con un pensiero deferente per le vittime di queste ultime ore nel canale di Sicilia e per tutte le vittime che ci sono state negli ultimi mesi e negli ultimi anni. Speriamo che le ricerche, come accennava il Ministro Maroni, diano i loro frutti. Voglio anche unire il nostro ringraziamento alla nostra Marina, ma anche ai pescatori di Mazara del Vallo e ai mercantili civili intervenuti come segnale concreto dello spirito solidale dell'Italia e della nostra nazione.
Mi consenta però di aggiungere a quanto avevo affermato all'epoca a seguito dell'intervento del sottosegretario Mantovano, quando dissi che le comunicazioni sembravano il bollettino di una disfatta, che questa volta le comunicazioni sembrano il bollettino delle buone intenzioni, il libro dei sogni, della debolezza e delle contraddizioni.
Vorrei sapere se la presenza del Ministro è dovuta all'importanza della vicenda o al fatto che il sottosegretario Mantovano, che aveva la delega alla materia, si è dimesso per insanabili contrasti con la politica di questo Governo e, soprattutto, per il caso Manduria. Mi consenta, a tal proposito, di fare un brevissimo inciso, nel continuare a denunciare il fatto che è stato impedito di entrare nel centro di Manduria a dei parlamentari. Le foto di quello che è successo a Manduria hanno fatto il giro del mondo e quindi mi consenta anche di dire che voi stessi non avete raccolto l'allarme che avevate lanciato, perché è stato preparato poco e male. Abbiamo tutti ancora davanti agli occhi le immagini dei centri che si svuotano perché gli immigrati scappano e non è stato possibile in alcun modo contenerli.
Lo schema che lei ha fornito è sicuramente uno schema buono, ma rientra nel discorso delle buone intenzioni. Lei chiaramente ha fatto un accordo con le regioni e gli enti locali, ha parlato della leva della diplomazia soprattutto con la Tunisia e con la Francia e di una interlocuzione con l'Unione europea, però mi consenta di fare alcuni accenni su quanto sopra.
Anzitutto, non abbiamo sentito, nell'elencazione delle location dei centri, molte regioni del Nord: forse questo non è consentito dalle sue maggioranze? Mi sembra un pochino contraddittorio. Inoltre, mi consenta di dire che lei non ha speso una parola sugli accordi finanziari con le regioni e gli enti locali.
Voglio fare un esempio: lei ha speso delle parole su un argomento estremamente importante che è quello dei minori stranieri non accompagnati. Questo è un vecchio problema che io, ad esempio, conosco molto bene, proveniendo da una città che ha un porto importante come Ancona. Queste problematiche ricadono completamente sui comuni, sui tribunali dei minori e sui vari servizi di assistenza sociale, quelli dell'assistenza sanitaria e che sono al servizio dei comuni.

PRESIDENTE. La prego di concludere.

DAVID FAVIA. Abbiamo la sensazione, signor Ministro, che abbiate scaricato il problema su enti locali che, in realtà, non vengono sufficientemente finanziati.
Mi consenta poi di dire che siamo lieti che un Ministro proveniente dalla Lega si appelli all'Europa politica e all'Europa. È un Ministro che rappresenta un partito che non voleva l'Europa, ma se la Francia ancora respinge gli immigrati alle sue frontiere, se egli stesso ha detto che teme che la Tunisia non esegua gli accordi che è andato a firmare, probabilmente qualche problema c'è. Se l'Italia non riesce a farsi ascoltare dall'Europa, dalla Francia e dalla Tunisia, probabilmente c'è un problema di contraddizioni e di credibilità.

PRESIDENTE. Deve concludere.

DAVID FAVIA. Concludo con una notazione: non possiamo recepire la direttiva europea sui rimpatri perché abbiamo il reato di immigrazione clandestina. Ebbene, credo che davanti ad una situazione drammatica come quella stiamo vivendo in queste ore, sarebbe opportuno che il Consiglio dei ministri, come prima cosa, revocasse il reato di immigrazione clandestina. Speriamo...

Donato Renato Mosella (API) Signor Presidente, signor Ministro, noi restiamo convinti, oggi come ieri, che il problema era e rimane il traffico di esseri umani. Sono loro, i trafficanti, i veri assassini di tante vite innocenti, ed è lì, in quella direzione, che bisogna guardare. Ciò non toglie però che il diritto ad una civile e dignitosa accoglienza nel nostro Paese di quanti fuggono dalle situazione del nord Africa è stato soddisfatto finora - lei non se ne deve avere a male - solo dalla generosa popolazione di Lampedusa. Questo è passato nell'immaginario collettivo. Anche quando sono stati costretti ad alzare la voce per segnalare situazioni insostenibili, lo hanno fatto da italiani, unendo la rabbia e la solidarietà.
È una situazione che sconta un tragico ritardo di una programmazione delle politiche dell'immigrazione costruita con l'apporto di una cooperazione europea ed internazionale che riconosca il ruolo centrale che l'Italia riveste nel mar Mediterraneo. Nel cuore della tragedia umanitaria, che ha la precedenza su ogni altra considerazione, devono radicarsi le ragioni di una politica della ragionevolezza che pur nella complessità e gravità dei problemi produca concrete azioni pubbliche per il superamento della crisi.
Nei prossimi giorni avremo modo di verificare il piano della nuova Tunisia che lei oggi ha balbettato. Vigileremo e la incalzeremo affinché il Parlamento costantemente informato. È un fatto che l'Italia si è fatta trovare impreparata. Donne, bambini, giovani, adulti affamati, spaventati e disperati sono stati accolti e smistati con una logica incomprensibile, disordinata e improvvisata tanto da destare non pochi sospetti di voluta mala accoglienza. Mentre parliamo tante piccole Lampedusa stanno nascendo sul territorio nazionale, replicando gli stessi errori, le stesse omissioni, la stessa disorganizzazione e la stessa confusione.
A livello internazionale ci troviamo in uno stato di preoccupante isolamento - vedremo gli incontri che lei ha annunciato - quando invece il Paese avrebbe dovuto porsi a capo di una task force umanitaria nel Mediterraneo e, in questo particolare momento storico, assumere in essa un ruolo di punta. La verità è che manca la volontà politica per predisporre dei normali Centri di accoglienza e smistamento per persone umane.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Mosella.

DONATO RENATO MOSELLA. Manca un piano semplicemente all'altezza di questo nome. Avete riassunto tutto in uno slogan...

Giorgio La Malfa (LDMAIE) Signor Presidente, chiedo l'attenzione del Ministro dell'interno, perché in questi due minuti desidero esprimergli la piena solidarietà mia, come repubblicano, per il compito difficilissimo nel quale egli è impegnato. Vorrei esprimere anche l'apprezzamento per l'impostazione politica che egli ha dato a tale compito difficile. Mi consenta solo di rimarcare - le considerazioni più ampie le ha fatte l'onorevole Casini, e io naturalmente le condivido pienamente - che era visibile, signor Ministro Maroni, la sua solitudine stamattina. Il discorso che lei ha fatto è essenzialmente un discorso di politica estera e di politica europea. Accanto a lei c'era il suo collega Calderoli e un sottosegretario della Lega (la solitudine di questo Governo). Lei, signor Ministro, nel rapporto con l'Europa su cui ha la nostra piena solidarietà, avrà due difficoltà. Una è la mancanza di solidarietà da parte delle regioni del nord nei confronti di questa grande tragedia umana, perché lei non può chiedere e noi non possiamo chiedere la solidarietà della Germania o della Francia, i quali Paesi possono rispondere: ma il Veneto, ma il Piemonte, ma la Lombardia?
Se questo problema non viene affrontato, lei si presenta debole in Europa. La seconda è, ovviamente, che un Governo screditato sul piano internazionale, come sfortunatamente è il Governo che oggi ha la responsabilità del Paese, non la rafforza nella trattativa con l'Europa. Queste sono le difficoltà che incontra, per cui la nostra solidarietà è ancora maggiore di quella che le ho già espresso.



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