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 Anno VII n° 4 APRILE 2011    -   PRIMA PAGINA


La Marcegaglia accusa...
... ma il Governo ha lasciato soli tutti e pensa ai fatti suoi
Il Governo non fa l'interesse degli italiani, nessun provvedimento per rilanciare economia e occupazione. Le riforme vanno in senso sbagliato e non servono ai cittadini


Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, qualche giorno fa all'assise di Bergamo, ha affermato “Mai come oggi gli imprenditori si sentono soli” anche l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne è della stessa opinione: “Imprenditori lasciati soli? Condivido le parole di Emma Marcegaglia - e ha aggiunto - La battaglia per Pomigliano e Mirafiori, parla chiaro ci hanno lasciati soli. Non so neppure cosa rispondere”.

Ovviamente queste affermazioni hanno suscitato molte critiche, come se gli imprenditori dovessero tacere, solo perché l'assenza del governo corrisponde a un laisser faire, anche se certamente per gli imprenditori in genere, come avevamo già detto, è preferibile avere un mediatore che eviti gli scontri frontali e irriducibili, mettendo in campo anche delle misure atte a riequilibrare le cose. Questo governo invece per l'economia e l'occupazione non fa nulla.

Ma non è solo la mancanza di mediazione a mettere in difficoltà il sistema industriale, è tutta l'economia che non va. Vediamo qualche elemento.

La prima cosa che sicuramente sentono gli industriali è lo stato della “produzione industriale”. Dal grafico si può vedere che dal maggio 2009 la produzione industriale ha faticosamente riguadagnato qualche punto, la media mobile dell'indice passa da un valore di poco superiore a 80 a quasi 90 nell'agosto 2010, restando sempre sotto di 10 punti ai valori medi del 2005. Non ha ancora recuperato la situazione normale e già la crescita si ferma; il trend, infatti, mostra una leggera diminuzione. La Banca d'Italia poi nei suoi bollettini.(vedi in questo numero Il Mondo cresce, l’Italia resta al palo) dà una visione complessiva che non può che indurre pessimismo e forti critiche complessive alle politiche del Governo.

I motivi per lagnarsi sono tanti e chiari: non sono stati risolti i nodi dell'economia.
La disoccupazione resta alta e così il reddito della stragrande maggioranza delle famiglie si riduce o si teme si riduca nel futuro, in questa situazione i consumi languono e quindi la domanda interna diminuisce costantemente. Intanto i prezzi stanno già aumentando per molti fattori tra cui il costo della benzina.

Ma se non c'è la domanda, la produzione produce per chi? Se la domanda langue la produzione pure e gli industriali non investono volentieri senza garanzie di un ritorno degli investimenti.

Questa situazione negativa del mercato interno si somma alle difficoltà che da decenni segnalano gli industriali e che non sono mai state risolte: le infrastrutture sono poco adeguate, strade insufficienti e invase da un traffico pesante assurdo, solo per l'inefficienza del trasporto ferroviario. A questo dobbiamo aggiungere il non buono stato delle telecomunicazioni, con una banda larga che ancora non copre l'intero stato e che è lenta. L'abolizione del monopolio di Telecom non si è tradotta in un miglioramento della qualità, ma solo in tante offerte commerciali, spesso equivoche.

Il governo non ha adottato politiche di sostengo dei redditi minimi e gli investimenti sono stati tagliati più della spesa corrente, creando ulteriore difficoltà. La pressione fiscale è aumentata e il caos nella gestione del fisco è sempre più grande con continue aggiunte di adempimenti che sono in concreto dei duplicati di quelli già esistenti, ma che ovviamente vanno rispettati con lavoro in più.

Grazie agli interventi diretti di Berlusconi con Cisl e Uil, i rapporti sindacali si sono deteriorati e questo non aiuta nessuno.

Uno dei problemi degli industriali è anche la lentezza della giustizia; da sempre essi chiedono efficienza e di avere sentenze in tempi brevi. Il Governo sappiamo che ha una visione della giustizia molto particolare: non arrivare a sentenza; cosa che non credo piaccia a chi ha bisogno di certezze.

Ora che abbiamo elencato i punti principali che da anni attendono la soluzione possiamo ben comprendere la durezza con cui ha parlato la Marcegaglia e, superando le posizioni preconcette di parte, possiamo renderci conto come il Governo non abbia lascito soli solo gli industriali, ma anche i cittadini normali.



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