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![]() REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VII n° 5 MAGGIO 2011 - TERZA PAGINA |
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In questi ultimi anni, in diversi ambiti culturali e artistici il ’Labirinto’
ritorna in scena come ‘attore protagonista’, sia a livello figurativo, sia
strutturale.
![]() ![]() A livelli successivi la luna e altre parti astronomiche diventano centrali per i giochi di luce. Lo spazio denominato “Sun and Moon Space” è caratterizzato da una sezione trasversale circolare a cui vi si accede tramite rampe sotterranee. Qui vi sono due ingressi posti l’uno di fronte all’altro e nel mezzo della stanza vi è una lastra in pietra bianca, il tunnel di accesso funziona come ‘Proiettore’ delle immagini del sole o della luna su l’una o l’altra faccia della lastra in pietra. Ogni 18,61 anni, quando la luna raggiunge la sua declinazione più meridionale, la sua immagine, compresi i grandi crateri, sarà visibile all’interno della stanza, mentre le proiezioni del sole si potranno vedere due volte all’anno, in occasione dei solstizi. In quei momenti, il disegno della superficie del sole con i buchi neri sarà visibile, ma solo per due secondi per poi tornare una luce uniforme. Altro punto fondamentale è l’”Eye of the Crater” uno spazio concavo concepito come telescopio naturale sito a undici metri sotto la superficie del cratere per meglio accogliere i visitatori e farli scoprire le meraviglie del cielo. ![]() Long si dichiara un ‘viaggiatore’. Il viaggiatore percorre lo Spazio, attraversa il ‘Tempo’, egli non mortifica la natura non la rovina, ma cerca di dargli un’anima, di renderla viva attraverso simboliche opere. Il suo primo lavoro ‘a line made by walking’ del 1967 è una linea tracciata che effettua il suo ![]() Durante anni 70 egli costruisce sculture per spazi chiusi; utilizza però materiali che provengono dall’esterno, naturali, disponendole spesso in una sequenza di forme geometriche primarie come strisce o cerchi posati a terra. Egli vuole ri-celebrare in ogni opera il legame inscindibile tra il genere umano e la natura. Un altro artista che esprime il disagio della società odierna attraverso l'utilizzo simbolico del labirinto è Ilya Kabakov. Con i primi lavori racconta la situazione di crollo dell’ex-Unione sovietica e negli anni con le sue opere conferma il disagio e costrizione dell’uomo moderno di oggi. Con la moglie fedele aiutante costruisce installazioni spesso progettate su disegni o collages, con la finalità di cercare di comunicare all’osservatore un’utopia di un mondo migliore. Nell’opera ‘In Treatment with Memories’ del 1997 ricostruisce un lungo corridoio labirintico di un ospedale russo che dà accesso a varie stanza, ognuna di queste contiene diapositive di eventi importanti nella vita dell’autore e la moglie stessa lì racconta tramite un megafono. I ricordi individuali divengono terapia medica, portando lo spettatore a riflettere sull’importanza dei ricordi nella propria vita. Un’altra opera, ‘Looking up reading the words’ del 1997, trova la sua collocazione nel parco di Munster. È un’alta antenna trasmittente con un componimento poetico sulla cima. Questo componimento poetico invita gli osservatori a fermarsi e sdraiarsi a terra e guardare il cielo per vivere una esperienza straordinaria di legame con la natura così semplice come azione, ma così ignorata, e da valore simbolico e vivente alla terra, all’erba ed al cielo. ![]() Nel suo progetto anche all’interno del labirinto, un’altro piccolo labirinto a spirale che è dedicato al diario della madre, ma che vuole assumere anche vari significati quali: il rapporto madre-figlio, i meandri più difficili del nostro inconscio e magari la possibilità di governare i ricordi complicati dell’età infantile. L’ultimo artista che esaminiamo è l’americano Robert Smithson uno dei protagonisti della Land Arte. Egli infatti rappresenta una delle figure leggendarie della Land Art proprio per l’utilizzo degli elementi naturali,per l’osservazione dei paesaggi naturali ma doveroso ricordare anche il suo interesse per i luoghi artificiali e le fabbriche industriali in disuso. Realizza nel 1967 le sue prime sculture fatte di elementi naturali come la roccia, il cristallo, il sale e specchi, sempre in relazione al luogo scelto sulla cartina geografica. ![]() La sua opera più famosa ed evocativa è ‘Spiral Jetty’ del 1970, una spirale di pietra e basalto che dalla costa si sviluppa nel nel Lago Salato nello Utha. La spirale è stata scelta dell’artista come simbolo primordiale di vita. Questa è rappresentata dall una passerella di roccia che penetra l’azzurro del Lago. L’acqua contenuta all’interno della spirale di roccia ha iniziato a popolarsi di microrganismi marini, che con gli anni hanno ricoperto interamente la roccia della spirale. Ora l’opera è visibile solo dall’alto, inoltre a causa del il tempo e della concentrazione salina del Lago, si venuto a creare un naturale gioco di colori dell’acqua: più rosso al centro della spirale, violacea più esternamente e blu sui bordi. Una ragione particolare per cui Smithson ha scelto questo particolare Lago Salato è proprio perché è sede di antiche credenze. I coloni mormoni ritenevano infatti, che esso fosse una sorta di mostro senza fondo, collegato all’Oceano da un enorme canale sotterraneo e le sue acque formassero continue spirali e gorghi di intensa potenza. Si ringrazia Laura Lombardoni per il materiale e le indicazioni fornite.
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