REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno VII n° 5 MAGGIO 2011 - TERZA PAGINA |
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Nella prima metà degli anni Sessanta Prigov ha studiato all’Accademia delle Arti e dell’Industria Stroganov di Mosca, da cui è stato espulso in seguito gli attacchi di Chruščev. Ripresi gli studi un anno più tardi, si è diplomato nel 1967. La sua produzione artistica e letteraria è comunque già avviata, a partire dalla seconda metà degli anni Cinquanta, e inizia a circolare tramite il samizdat. Negli anni Settanta crea testi di poesia visiva, mini-libri inseriti in lattine, telegrammi e altri manufatti in cui mescola elementi dell'arte figurativa e della poesia. L’analisi e la selezione del suo patrimonio artistico sono rese complicate dall'estrema originalità della sua personalità artistica. Prigov si è cimentato nei media artistici più disparati – dalla grafica alla scultura, dall'installazione all'oggetto concettuale, dal collage alla poesia visuale fino alla performance. Egli, inoltre, è ormai annoverato fra le maggiori figure della letteratura russa della seconda metà del XX secolo. Separare tutti questi ruoli risulta assai arduo, e questo non solo perché essi sono riconducibili a una stessa personalità o perché fra di loro esistono numerose forme intermedie. Separarli è difficile anche perché questi ruoli sono stati pensati programmaticamente da Prigov in un’unità strategica e poetica. La mostra dovrà quindi rivelare in primo luogo la sua principale opera d'arte, ovvero Dmitrij Aleksandrovič Prigov, da cui il titolo della mostra stessa. Prigov ha rivelato il baratro esistente tra le conquiste realizzate “solo” linguisticamente dal comunismo e la realtà sovietica, tanto che i suoi testi possono essere visti come una decostruzione del contenuto politico dominante. Egli arriva alla parodia dell'estetica del realismo socialista usando le sue stesse fonti, i suoi stessi stereotipi e i feticismi ideologici. In questo senso i suoi scritti rispecchiano la vita sovietica più di quanto facciano gli stessi testi della cultura sovietica: l'opera di Prigov, svolgendo le premesse di quest'ultimi e portandoli alla loro logica conclusione, ne rivela la fallacia e le inadempienze. Per fare ciò Prigov opera con cliché linguistici di ogni genere, tanto che egli stesso sostiene che il personaggio principale della sua poesia sia la lingua in sé, presa in tutti i suoi registri e manifestazioni.
Ha scritto più di 20.000 poesie. I suoi testi, dalla poesia alla prosa, dagli appunti di viaggio alla pubblicistica di stampo politico, dalla critica alla teoria artistica, sono stati tradotti in numerose lingue e pubblicati in Russia, Germania, Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Italia, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Svezia, Finlandia, Polonia, Ungheria, Bulgaria, Serbia, Giappone, Cina e Corea del Sud. Prigov è inoltre ritenuto uno dei fondatori del Concettualismo Moscovita. Nella cultura sovietica il concettualismo fu il primo movimento artistico a porsi in sostanziale coincidenza cronologica con un analogo movimento occidentale; le prime opere concettualiste russe risalgono, infatti, al periodo a cavallo fra anni Sessanta e Settanta. L'approdo al concettualismo avvenne tuttavia in Russia secondo dinamiche diverse rispetto all'occidente. Se in quest'ultimo rappresentò il logico sviluppo del modernismo, nella storia della cultura russa l'esperienza modernista finisce negli anni Venti con il costruttivismo. Il concettualismo moscovita, poi, si complica con la presenza di una linea realistica o pseudotale (realismo socialista nell'arte) e dell'ideologia di massa (di qui il conio del termine soc-art, estetica connessa e parallela al concettualismo). Una differenza fondamentale tra il concettualismo di marca occidentale e quello moscovita sta nel fatto che mentre al primo, spostatosi alla periferia, subentrarono nella seconda metà degli anni Settanta altri movimenti che prendono genericamente il nome di post-modernismo (di cui il concettualismo fu quindi prologo e inizio), il secondo non solo non soffrì di nessuna crisi, ma rafforzò la propria posizione. Il concettualismo a Mosca ebbe lunga vita tra gli artisti, creando una propria scuola con una teoria e una stilistica: non si trattava quindi solo di una corrente artistica di rilievo della cultura non-ufficiale moscovita, ma anche di un movimento che aspirava alla creazione di una propria “concettualista” filosofia dell'arte, culturologia, estetica e sociologia dell'arte, realizzandosi nell'ambito delle arti plastiche e della letteratura.
Rispetto, per esempio, a Pietroburgo, Mosca offriva un terreno particolarmente favorevole a ogni genere di “sperimentazione” e “novità”, anche quando questa si poneva relativamente fuori dalle logiche contrappositive (ma in fondo politicamente complementari) dell'arte di regime e di quella dissidente: di qui l'eccezionale “non popolarità” del concettualismo presso il grande pubblico, posto di fronte al compito di avvicinarsi all'arte secondo logiche diverse, osservandola da una nuova angolazione. Le opere concettualiste provocano un certo qual discomfort, invalidando il radicato tipo di rapporto con l'arte, forse troppo condizionato dall'inflazione etica cui era sottoposto il fare artistico in generale.
Un ultimo tratto distintivo del concettualismo moscovita è l'irregolarità nello sviluppo dei diversi generi artistici: se in pittura e nella grafica il concettualismo si forma già all’inizio degli anni Settanta, l'oggetto e la performance sono della metà degli anni Settanta. Verso la fine del decennio il quadro perde di interesse e all’inizio degli anni Ottanta compaiono le prime installazioni. L’opera di Prigov abbraccia e attraversa tutti questi generi e mezzi artistici. Oltre a Prigov, il gruppo di artisti che orbitano intorno al concettualismo è piuttosto ampio: alla prima fase (anni Sessanta e Settanta) sono legati i nomi di Il'ja Kabakov, Rimma Gerlovina, Valerij Gerlovin, Andrej Monastyrskij e il gruppo "KD" (Kollektivnye Dejstvija), mentre l’opera di Viktor Pivovarov, Ivan Čujkov, Eduard Gorochovskij e Nikita Alekseev è collegata solo in alcuni periodi al concettualismo. Artista di importanza internazionale, Prigov è rappresentato in numerose collezioni pubbliche e private. Fra queste ricordiamo il Museo Russo di San Pietroburgo, la Galleria Tret’jakovskaja e il Museo d’Arte Contemporanea di Mosca, il Museo Ludwig di Colonia, il Musée d’Art Moderne di St. Etienne e il Madison Museum of Contemporary Art. Prigov ha inoltre partecipato a numerose performance e reading organizzati in Russia, Germania, Italia, Francia, Gran Bretagna e Paesi Bassi. Dmitri Prigov:Dmitri Prigov Dalla collezione del Museo statale Ermitage Hermitage 20/21 Project for contemporay Art Ca’ Foscari Esposizioni, Università Ca’ Foscari, Venezia 1 giugno – 15 ottobre 2011
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