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 Anno VII n° 6 GIUGNO 2011    -   PRIMA PAGINA


Cosi fan tutti
Dov’è finita l’etica dello sport?
Perché meravigliarsi degli scandali? La circolazione di ingenti somme di denaro favorisce il tentativo di arricchimento illegale
Di Silvano Filippini


Colgo l’occasione della recente notizia relativa all’ennesimo scandalo, che ha colpito il mondo dello sport italiano e che riguarda le partite di calcio truccate, per denunciare la proliferazione della corruzione in ogni campo delle attività umane. Avevo già messo in evidenza negli appuntamenti precedenti che il mondo del calcio è malato, sia per l’incapacità manageriale di alcuni dirigenti, sia per l’omertà che regna al suo interno.
Se poi ci si mettono pure organizzazioni esterne a minarne la credibilità! È chiaro che il sistema collassa e resta in balia di numerosi faccendieri e losche figure che da sempre occupano il sottobosco delle società sportive. Ora sappiamo che persino alcuni presidenti hanno venduto le partite per evitare la bancarotta generata dalla loro allegra gestione.

Quest’ultimo scandalo è iniziato per caso all’inizio del 2011, cioè quando un giocatore della Cremonese si è sentito male dopo un incidente e dagli esami del sangue è risultata la presenza di narcotici. Gli stessi trovati in altri cinque compagni. Le indagini avviate hanno previsto oltre 50.000 intercettazioni (e poi qualcuno vorrebbe eliminarle!) ed hanno consentito di individuare il colpevole: il portiere della Cremonese aveva “drogato” alcuni dei compagni per diminuire la loro capacità di reazione in campo. In tal modo poteva guadagnare da coloro che avevano scommesso sulla sconfitta della sua squadra.
Si tratta del primo caso di “Doping al rovescio”, cioè applicato per diminuire la prestazione, anziché aumentarla. Prima lo si faceva soltanto sui cavalli avversari. Non si può certo dire che noi italiani manchiamo di inventiva! Purtroppo manchiamo anche di etica rispetto ad altri popoli. Infatti in Inghilterra si scommette da sempre sullo sport, eppure non si sono mai registrati casi di partite truccate.

Fatto sta che le indagini serrate hanno consentito di denunciare ben 28 persone (di cui sette in carcere e nove ai domiciliari) per associazione a delinquere atta a inficiare la regolarità dei campionati. Soprattutto 18 partite di lega Pro e serie B dove, ora, viene messa in discussione persino la promozione dell’Atalanta, coinvolta nell’irregolarità di diversi incontri, dove esisteva persino un vero e proprio tariffario. Tra i nomi illustri coinvolti troviamo proprio il capitano dell’Atalanta Doni e gli ex calciatori Bettarini (non nuovo al problema) e Signori. Ma le indagini, ancora in corso, si stanno allargando anche alla serie A, ove sembrano truccate almeno cinque partite tra cui quella del Siena. che avrebbe “comprato” direttamente i giocatore del Sassuolo.

Si è pure scoperto che gli interessati comunicavano tra loro con cellulari cinesi nel tentativo di non farsi intercettare. Evidentemente Moggi ha fatto scuola!
Tuttavia il malaffare, che rischia di rendere del tutto virtuali i campionati di calcio, coinvolge pure la magistratura napoletana, che già indagava sulle infiltrazioni della Camorra, e quella di Bari. Del resto il sistema era talmente radicato che aveva in pugno parecchi giocatori al punto che, se saltava una “combine”, gli atleti che non avevano rispettato il patto rischiavano di “essere menati”, come emerge chiaramente da alcune intercettazioni. Oppure si rifacevano sui giocatori stessi per riavere quanto perso.
Da alcune intercettazioni si evincono fatti sconcertanti come quello relativo alla partita Inter-Lecce dove ben sette giocatori avevano preso accordi poi non mantenuti.

Pare che la base operativa si trovasse a Bologna, presso uno studio commerciale dove agivano due basisti all’ordine di Beppe Signori, l’ex bomber bergamasco. Un altro centro di smistamento delle scommesse si trovava sull’asse Milano-Toscana, dove, per smascherare l’illecito giro di affar,i furono necessari degli infiltrati.

Soltanto quando tutti avranno vuotato il sacco avremo un idea precisa di quanto sia marcio l’ambiente in quanto, oltre alle organizzazioni malavitose, sono indispensabili i calciatori che si prestassero alla truffa.

Il problema non è certamente nuovo. Già negli anni ’80 ci fu lo scandalo del Calcio-scommesse che coinvolse 11 giocatori di serie A e B. Nonostante la magistratura avesse scoperto i colpevoli, le scommesse illegali continuarono imperterrite, al punto che nel 1986 se ne verificò un altro, che riguardava tutti i campionati dalla A alla C-2.

Si pensava che dopo l’ultima clamorosa inchiesta che ha costretto la Federazione a retrocedere la Juventus (calciopoli) di cui sono ancora in corso i processi (sono stati chiesti cinque anni di carcere per Moggi e soci), il mondo del calcio avesse intrapreso la via della legalità.

Invece la malavita organizzata è stabilmente entrata nel sistema e lo alimenta in continuazione attraverso sempre nuovi proseliti.

Ma c’è di più. Il sistema delle puntate clandestine, cioè al di fuori delle scommesse legali (ben tutelate in Italia), ultimamente si è allargato anche alla Cina dove le norme sono più elastiche. Del resto il mercato annuo delle scommesse legali in Italia viaggia attorno ai cinque miliardi di euro e anche lo Stato ci guadagna: 4%.
Per ciò che concerne il sottobosco dei clandestini si stima attorno ai tre miliardi all’anno e fa gola a molti che vi si buttano a capofitto anche perché, non dovendo pagare tasse, le quote sono più alte. In ogni caso le cifre investite dagli italiani in questo settore negli ultimi tre anni sono in continuo aumento.

Ma come è possibile difenderci? Chi è del mestiere capisce già dalle quote anomale offerte per certe partite. A posteriori si comprende immediatamente in base al numero spropositato di giocate su certi incontri. Ed è proprio in questi casi che la magistratura indaga.
Proprio per questo è indispensabile che bookmaker ufficiali, leghe e procure, monopolio e federazione si incontrino più spesso.
D’altra parte la giustizia sportiva non può svolgere intercettazioni ma è costretta ad affidarsi alla magistratura ordinaria e poi richiedere gli incartamenti al termine delle indagini. A questo punto il sistema sportivo sarà più rapido, anche perché, a differenza della magistratura ordinaria, è l’imputato che deve riuscire a dimostrare la propria innocenza. Se non fosse così ogni scandalo bloccherebbe per anni tutti i campionati coinvolti!
Oltretutto secondo le norme dello sport la responsabilità è sempre collettiva, cioè l’errore di uno penalizza l’intera società.

Anche a livello internazionale non stanno meglio: è’ da poco emerso uno scandalo che riguarda l’attuale presidente del calcio mondiale Blatter e il nuovo candidato alle elezioni della FIFA di giugno (Bim Hammam; presidente della Confederazione asiatica). I fatti riguardano la scoperta di vere e proprie tangenti in contanti elargite ad alcuni dirigenti calcistici locali affinché votassero per loro.
Comunque vada a finire la faccenda, una cosa appare certa: l’immagine della FIFA risulta ulteriormente danneggiata anche perchè era già stata deteriorata dallo scandalo di novembre del 2010, che riguardava ancora tangenti per l’assegnazione dei mondiali del 2018 e 2022. Tanto più che la FIFA ha appena rieletto Blatter come presidente, nonostante lo scandaloso episodio sia stato appurato.

Del resto è risaputo che la circolazione di ingenti somme di denaro favorisce il tentativo di arricchimento illegale. Oltretutto l’avidità umana difficilmente si ferma dopo aver incassato una prima volta. E’ come una droga che stimola il soggetto a cercarla in continuazione. Siccome lo sport è lo specchio della società che lo ha generato, l’ambiente sportivo non può essere esente dalla tentazioni. Alla faccia dell’etica dello sport dove tutto dovrebbe essere chiaro, pulito e senza condizionamenti di alcun genere!



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