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 Anno VII n° 8 AGOSTO 2011    -   DOCUMENTI


Bozze non corrette in corso di seduta
Antonio Di Pietro (IDV): informativa urgente del Presidente del Consiglio dei ministri sulla situazione economica del Paese
Intervento a seguito dell’informativa fatta dal Presidente del Consiglio dei ministri nella seduta della Camera dei Deputati di mercoledì 3 agosto 2011


Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, se non fossi in Parlamento direi «caro Silvio». Glielo direi proprio da allievo attento, che ha ascoltato con attenzione la sua lezione.

Non so se lei aveva già letto prima quello che ci ha letto in Aula, ma glielo riassumo in pochissime battute. Lei ha detto, pensi, che la crisi globale c'è, ma l'Italia sta bene; lei ha detto che in Italia la ricchezza delle famiglie è maggiore e migliore che in altri Paesi; lei ha detto che in Italia le imprese si trovano in uno stato di solidità e liquidità migliore che altrove; lei ha detto che il Governo italiano, presieduto da lei, è il più bravo del mondo e che i provvedimenti presi hanno consentito e consentono agli italiani di stare meglio di tutti gli altri; ha detto, infine, che grazie a lei, il Paese è economicamente e finanziariamente più solido e più in sicurezza. Caro Silvio, ma lei ci fa o ci è (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)?

Fino a che punto pensa di prendere in giro gli italiani? Mi viene da sorridere, se non mi venisse da piangere, se non ci fossero milioni di cittadini italiani e di famiglie che stanno piangendo. Lei è la nuova «Alice nel paese delle meraviglie» o è il più grosso bugiardo della storia (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà)? Non se ne può più (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Lei vive in un altro Paese, vive in un bunker, racconti un'altra storia.

Posso raccontarle una cosa? Non so se lo sa, e in questo caso dovrebbe tirare le orecchie ai suoi dell'ufficio stampa, ma le voglio leggere un'agenzia fresca fresca, che è stata appena pubblicata, di un noto comunista, il nome glielo dico dopo, però. Dice, questo comunista: «È necessario» - sono parole dette dopo il suo intervento... oh... mi ascolti. Presidente, caro Silvio, ascoltami (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà) - «avere una leadership più forte che ridia credibilità al Paese.» - cattivone - «Abbiamo un grande problema di credibilità nel Paese perché serve una leadership in grado di recuperare la coesione, serve una leadershipdiversa. Il mondo non capisce la nostra confusione, non capisce cosa accade in Italia e tutto ciò ci danneggia moltissimo. Vi è chi ha compiuto anche scorrettezze mentre è al Governo, nella sua vita quotidiana. In altri Paesi sarebbe stato costretto a dimettersi immediatamente, invece da noi non succede nulla.». Mi fermo qui. Sa chi l'ha detto? L'ha detto Marchionne, mezz'ora fa (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Questo comunista Marchionne. Ma tu, caro Silvio, capisci? Deve porsi il problema, signor Presidente del Consiglio, se anche un finanziere di quel genere, un manager di quel genere, le dice che lei è fuori luogo e fuori posto. Questa è la verità.

Vede, se non vuole ascoltare lui ascolti un'altra cosa. Non so se è arrivata anche a lei, a noi è arrivata. Era indirizzata a lei e, per conoscenza, a tutti i parlamentari. Un gestore azionario, a Londra, di una delle più grandi società di gestione di capitali del mondo ha scritto oggi una lettera a lei, non gliela avranno passata, ma se la prenda un po' con il suo ufficio stampa. Egli gestisce, evidentemente, i soldi dei fondi. Dice: «Le persone come me che gestiscono le pensioni dei cittadini anche italiani non credono più che la politica italiana abbia la capacità di risolvere i problemi del Paese, con la conseguenza che, facendo gli interessi dei nostri clienti, ci troviamo costretti a vendere posizioni aperte sull'Italia, contribuendo, nostro malgrado, al «profondo rosso»sui mercati».

Insomma, non so se si è capito, ma c'è una crisi mondiale, come dice lei, signor Presidente del Consiglio. Ma in Italia c'è una crisi nella crisi, che si chiama «Berlusconi Silvio nato a...» (non me lo ricordo dove). Capisce quale è il problema? Il problema è lei, signor Presidente del Consiglio! È lei, che ha tolto credibilità al nostro Paese! È il suo Governo, che fa scappare gli investimenti azionari (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori )! È il suo Governo, che fa scappare tutti quelli che devono lavorare nei mercati azionari. È un problema! Lei è un problema per il Paese e il fatto che non se ne accorge è ancora più grave. Non è che, siccome non se ne accorge, si risolvono i problemi. I problemi ci sono eccome! E allora cosa dobbiamo fare? Dobbiamo partire da questa realtà, dalla realtà che - nonostante lei - noi dobbiamo disfarci politicamente di lei: gli italiani si devono disfare politicamente di lei. Certo, lo dovrebbe fare questo Parlamento, se avesse un po' di senso di responsabilità, ma lei, signor Presidente del Consiglio, li compra i deputati! Che posso farci io (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)? Ma che posso farci io? E guarda qua! Lei mi dice «no», signor Presidente del Consiglio, ma guardi nel suo Governo! Guardi qui: ci sono gli ultimi arrivi, freschi freschi, appena presi dai Responsabili (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!

Lei pensi che l'ultimo sottosegretario che ha eletto, signor Presidente del Consiglio, sa qual è la prima dichiarazione che ha fatto? Sono stato nominato sottosegretario, ma non so per fare cosa. Allora, lo scopo era diventare sottosegretario, non fare qualche cosa per il Paese (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

E allora, vede, signor Presidente del Consiglio, se questa è la situazione, a noi tocca un'azione di responsabilità. Lo ha detto prima l'onorevole Casini e lo ha ribadito Bersani. Voglio aggiungere anch'io qualche notazione sul punto, perché - mi permetta di dirle con estrema franchezza, signor Presidente del Consiglio - non è che noi, di qua, stiamo dando una grande proposta alternativa. Noi dobbiamo assumerci la responsabilità, oggi, di una proposta alternativa e lo dobbiamo fare in modo forte e chiaro. Noi - glielo assicuriamo - siamo disponibili. Lei ha chiesto una cosa importante, che io condivido. Ha detto: c'è bisogno di un'assunzione di responsabilità collettiva. E cominci lei! Si dimetta! (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

RENATO FARINA. Ma piantala!

AMEDEO LABOCCETTA. Eh, sì, e facciamo Di Pietro Presidente! Ma piantala, Di Pietro!

ANTONIO DI PIETRO. È importante, è importante, perché lei sta bloccando l'economia del Paese, sta facendo morire di fame milioni di persone e non se ne accorge nemmeno. Allora, per quanto ci riguarda, noi certamente - e lo dico rivolto agli altri colleghi dell'opposizione e rivolto anche a me stesso, anzi soprattutto a me stesso - non possiamo più limitarci a dire «no» a Berlusconi. Il problema è cosa facciamo noi e cosa vogliamo fare noi. Si tratta di vedere se si può fare un Governo istituzionale, come diceva il collega Casini, o se bisogna andare subito alle elezioni. Io sono dell'idea che quando un Governo - che, giustamente, legittimamente, come ha detto l'onorevole Angelino Alfano, è stato eletto - non funziona più ed è incapace politicamente di portare a compimento le sue responsabilità, occorra richiedere il voto ai cittadini italiani (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).

Ecco quello che chiediamo noi e lo chiediamo a lei - guardo un po' più in alto - signor Presidente della Repubblica: faccia come Ciampi, faccia come Scalfaro! Cioè, a un certo punto, lei stesso si è reso conto (e ce lo sta dicendo tutti giorni): non si può più andare avanti così. E lo sciolga questo Parlamento! Ci mandi a votare! Ridia il voto ai cittadini italiani! Metta in condizioni i cittadini italiani di scegliere un altro Parlamento (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori) possibilmente non nominato dai soliti quattro o cinque, che poi vengono qua e si vendono l'anima al diavolo e la loro dignità: svendono votando ciò che non vogliano. Sa a chi mi riferisco, signor Presidente del Consiglio? Caro Silvio, ascoltami, assenti quelli della Lega che non ci stanno più, perché parlano e scappano: hanno parlato agli elettori e se ne sono andati, è rimasto qualcuno soltanto a fare la bandierina. Anche questo dovrebbe far capire (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Lega Nord Padania). Mi ascolti, signor Presidente del Consiglio. Lei ha visto una cosa, Presidente del Consiglio? L'unica vera opposizione, a parole, gliela ha fatta la Lega, dicendo: «Basta! Basta! Basta! Basta a tutto quello che sta facendo!». Però lo vota lo stesso. Perché? Per restare al Governo! Allora noi dobbiamo denunciare ai cittadini italiani questo fatto: ma che forza di Governo siete se dite che bisogna finirla con questo modo di governare e votate la fiducia al Governo? Siete degli scaldapoltrone peggio di quelli di Roma ladrona, che denunciavate (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà).

Presidente del Consiglio, ci rifletta, questo l'ha capito anche lei, me lo dica, diamine! E allora cosa dobbiamo fare noi? Dobbiamo fare innanzitutto una nuova legge elettorale. So che non la farà mai lei, so che qui dentro nessuno la vuol fare perché ognuno vuol scaldare la sua poltrona. Io ed altri colleghi abbiamo depositato una proposta di referendum almeno per ritornare al mattarellum, speriamo si possa fare una legge elettorale al più presto e vi notifico che da sabato cominciamo a raccogliere le firme. E siccome lei lo sa bene che, quando raccolgo le firme, tra me e lei vinco io, amico mio - sono tre volte, tre referendum che le sono venuto sul groppone - (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori) noi raccoglieremo le firme, faremo la legge elettorale, torneremo a votare e ci libereremo non solo di lei, ma di tutti quei lecca piedi che le sono stati vicini e che hanno venduto l'anima al diavolo (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Perché di questo abbiamo bisogno noi. E allora... quanti minuti ho ancora, signor Presidente?

PRESIDENTE. Il suo tempo è scaduto, onorevole di Pietro.

ANTONIO DI PIETRO. Allora sono in stato di recupero, signor Presidente, come gli altri!

PRESIDENTE. Lei è in regime di prorogatio, come gli altri colleghi. Non ne approfitti.

ANTONIO DI PIETRO. Mi consenta un'ultima cartolina, Presidente Berlusconi, anzi, mi faccia un favore: la prossima volta me la mandi lei una cartolina da Saint-Martin o da dove va, ma se ne vada a casa. Arrivederci e grazie (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).



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