REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8
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 Anno VII n° 9 SETTEMBRE 2011    -   DOCUMENTI


Dal resoconto stenografico della Camera dei Deputati
Massimo Donadi (IDV) Dichiarazione di voto della manovra bis
Disegno di legge: S. 2887 - Conversione in legge, con modificazioni, del decreto-legge 13 agosto 2011, n. 138, recante ulteriori misure urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo. Delega al Governo per la riorganizzazione della distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari (Approvato dal Senato)


Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio, sappiamo quanto forte sia la sua allergia per i processi, ma oggi non possiamo proprio esimerci da metterla qui, in quest'Aula, sul banco degli imputati e leggerle la nostra sentenza di condanna perché lei è colpevole per tutti i capi di imputazione. Lei è colpevole di alto tradimento dell'interesse nazionale perché, dal 2001 ad oggi, in dieci anni, di cui ne ha passati otto al Governo, lei ha creato mezzo miliardo di euro di nuovo debito pubblico, ossia un milione di miliardi di vecchie lire (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Un terzo dell'immenso e sterminato debito pubblico del Paese lo ha creato lei con i sui Governi in questi otto anni. Si rende conto della gravità di questo? Si rende conto che è lei che ci ha portato, con la dissolutezza dei suoi Governi, sull'orlo di quel precipizio nel quale oggi ci ritroviamo? Eppure lei aveva ereditato, grazie al lavoro di chi l'ha preceduta, gli interessi sul debito pubblico più bassi della storia del Paese e, grazie alla sua incompetenza, oggi quegli interessi sono nuovamente esplosi e si sono già mangiati, al momento attuale, più della metà delle due manovre che pure abbiamo approvato, visto che ogni punto in più di interessi sul debito pubblico costerà all'Italia ogni anno 19 miliardi di euro. Ma torniamo a quel mezzo miliardo di euro che ha prodotto lei, che avete prodotto voi con questi Governi. Siete voi che più di ogni altro avete la responsabilità di questo. Con questi debiti avete affossato il Paese, avete creato le premesse della bancarotta, avete truffato la fiducia degli italiani, avete tolto la speranza di un futuro ai giovani. Per questo, noi, signor Presidente del Consiglio, per questo mezzo miliardo di euro di debiti che ha prodotto lei, la giudichiamo colpevole.
Lei è anche colpevole di diserzione perché, quando la crisi si è abbattuta sulla Grecia un anno fa, invece di onorare il suo dovere di uomo di Stato, è fuggito come un disertore qualunque (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). È fuggito dalle sue responsabilità, è fuggito dalla realtà continuando a ripetere che tutto andava bene e che stavamo meglio degli altri. Il fatto di aver colpevolmente ritardato, al di là di ogni ragionevolezza, il metter mano ai conti pubblici, intervenendo molto tempo dopo tutti gli altri Paesi - e se ne faceva addirittura un vanto di questo -, è la colpa che le contestiamo ed è il crimine più grave per un uomo di Governo. Lei ha rinunciato a governare, lei ha rinunciato a decidere, lei ha rinunciato ai suoi doveri, lei ha macchiato di infamia l'onorabilità del Governo italiano (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Per questo noi la condanniamo. Lei è, infine, colpevole di menzogna plurima a danno dell'intero popolo italiano. Ha mentito sapendo di mentire quando, a giugno di quest'anno, poco più di due mesi fa, ha detto: adesso abbasseremo le tasse! Sono passati neanche due mesi e oggi lei mette la sua firma su una manovra che, sommata a quella di luglio, vale 100 miliardi di euro dei quali il 73 per cento sono tasse e arriveranno all'86 per cento quando vi saranno anche quelle degli enti locali che state strozzando. Ha mentito di nuovo, nelle ultime settimane, raccontando agli italiani che questa era l'unica manovra possibile per riportare il nostro bilancio in pareggio. Ma che menzogna spudorata! Se lo Stato spende più di quello che incassa, la soluzione non è di incassare di più alzando le tasse, ma di spendere di meno (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Paesi come Irlanda, Portogallo, Spagna, Inghilterra, hanno tutti approvato manovre che vanno nella stessa direzione, ossia ridurre di molti punti nei prossimi anni la loro spesa pubblica. Noi facciamo l'opposto, tassiamo sempre di più per poter continuare a spendere indisturbati come prima. Eppure proprio qui vi erano le condizioni per una manovra fatta tutta di risparmi visto che già oggi i soldi dei cittadini finanziano uno Stato sprecone ed inefficiente, un elefante obeso che produce più burocrazia che servizi (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Uno Stato che foraggia una partitocrazia affamata di sempre più posti e sempre maggiori spese e che ha ormai perso completamente il senso del limite e il senso del bene comune.
Avreste potuto abolire le province e, invece, le volete trasformare in province regionali raddoppiandone il numero. Avreste potuto abolire quella selva di enti ed istituzioni, tra comuni e regioni, che alimentano una spesa totalmente inutile e parassitaria di miliardi di euro. Avreste potuto dare un taglio netto alle 30 mila persone dei consiglieri di amministrazione degli enti locali. Avreste potuto dimezzare il numero delle auto blu che, in Italia, è il più alto di qualunque Paese civile al mondo e ci costa 5 miliardi di euro (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Avreste potuto bloccare le consulenze che ogni anno costano allo Stato 3 miliardi e che abbiamo capito che ormai sono diventati soltanto strumenti di una politica clientelare quando non addirittura un modo per pagare le tangenti (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori). Avreste potuto dimezzare il numero dei parlamentari.
Potevamo interrogarci, per fare un esempio su mille, di come questo Stato può essere ristrutturato risparmiando un sacco di soldi, riflettere se serve ancora oggi avere sei organi di polizia nazionale (polizia, carabinieri, guardia di finanza, guardia forestale, guardia costiera, polizia penitenziaria, più due di polizia locale: la polizia comunale e la polizia provinciale) che fanno tutti più o meno le stesse cose, quando invece, avviando processi di integrazione e di razionalizzazione, potevamo risparmiare miliardi e avere più sicurezza. La realtà è che non avete fatto tutto questo perché è più facile tassare i cittadini che mettere mano agli interessi forti e ben rappresentati dell'oligarchia dello Stato, dei poteri della politica, delle aziende degli enti locali, delle burocrazie civili e militari ed intere categorie di privilegiati e di foraggiati. Vi siete rifugiati ancora una volta in quella irresponsabilità di Governo che ha portato il Paese lì dove è oggi sull'orlo del precipizio. Si potevano recuperare risorse importanti dalla corruzione: è una piaga che si divora ogni anno 70 miliardi di euro di risorse pubbliche. Bastavano due piccoli emendamenti che non costavano nulla a questa manovra finanziaria per tagliare una volta per tutte l'albero della corruzione. Emendamento n. 1: il pubblico dipendente condannato definitivamente per corruzione è licenziato in tronco e, nella sua vita, farà quello che vuole ma in una pubblica amministrazione non ci metterà mai più piede! Emendamento n. 2: l'impresa che ha corrotto per avere appalti in modo illecito potrà fare nel resto della sua vita quello che vorrà, le auguriamo ogni bene, ma non farà mai più appalti con le pubbliche amministrazioni (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)!
Ma allora dobbiamo interrogarci non tanto perché questi emendamenti non ci sono nella manovra ma perché in un Paese che brucia ogni anno 70 miliardi in corruzione non esistono ancora oggi Italia queste norme. Interroghiamoci e c'è da riflettere sul perché questo Paese non vuole queste norme. Avremmo potuto prevedere anche un innalzamento dell'età del pensionamento delle donne - e su questo si poteva ragionare - ma non come lo avete fatto voi, strisciando nell'ombra e «fregando» i soldi che sono delle donne, che appartengono solo alle donne. Quei risparmi dovevano servire per creare finalmente un welfare per le famiglie fatto di maggiori asili nido, di un tempo pieno a scuola che corrispondesse davvero all'orario di lavoro, di una possibilità di detrarre, come in tutti gli altri Paesi civili dell'Occidente, dalle dichiarazioni dei redditi delle famiglie i costi per le baby sitter, per le badanti, per le collaboratrici domestiche; così avremmo creato nuove opportunità di lavoro, avremmo anche dato un rilancio all'economia (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori) invece di ammazzarla di tasse come state facendo voi.
Signor Presidente del Consiglio, c'è un ultimo reato, il più grave, del quale la riteniamo politicamente colpevole: il vilipendio internazionale della nazione italiana. Lei è diventato ormai da tempo causa di imbarazzo per il Paese a livello internazionale, la sua mancanza di credibilità è una delle cause se non la causa principale della crisi di fiducia che oggi l'Italia sconta sui mercati.
L'articolo di due giorni fa in copertina del New York Times è lo specchio fedele degli occhi con i quali ormai tutto il mondo ci giudica attraverso il giudizio che dà di lei. Voglio leggerle soltanto due passaggi. Dice il New York Times: la nostra follia politica di americani impallidisce di fronte a questa opera buffa a luci rosse - parlano di lei - ma non dovremmo limitarci a restare a bocca aperta o a sogghignare. Il cammino dell'Italia dalla gloria al ridicolo, un cammino favorito dalle distrazioni legali e carnali di Berlusconi minaccia la stabilità finanziaria dell'intera Europa e non va a beneficio di nessuno.
E allora, signor Presidente del Consiglio, se non vuole che, oltre alla nostra qui oggi condanna, si aggiunga anche quella più grave e definitiva della storia che la ricordi come la peggiore calamità mai abbattutasi su questo Paese, compia un gesto di rispetto verso 60 milioni di italiani che lavorano, faticano, studiano, danno l'anima per tirare avanti e si dimetta. Dia la possibilità a questo Paese di guardare avanti e di ricominciare a sperare (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori - Congratulazioni).



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