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 Anno VII n° 10 OTTOBRE 2011    -   PRIMA PAGINA



Spigolature sportive
Rieccoci a scrivere delle cose che non funzionano nel mondo dello sport.
Di Silvano Filippini


Doping
L’ultima trovata imbecille del TAS (tribunale arbitrale dello sport) di Losanna ha annullato la sacrosanta regola promulgata nel 2008 dal Comitato Olimpico Internazionale (regola di Osaka) che prevedeva il bando dai giochi olimpici per tutti gli atleti squalificati per oltre sei mesi a causa dell’uso di doping.

Così, alle prossime olimpiadi di Londra scenderanno in campo tutti coloro che sono stati pizzicati (e squalificati) negli ultimi anni, compresi quelli puniti in occasione dell’olimpiade di Pechino, ma scoperti solo successivamente grazie ad analisi più sofisticate. Tra questi il ciclista italiano Rebellin, che aveva conquistato l’argento e poi squalificato per due anni.

Crolla pertanto il principio fondamentale che dovrebbe sempre essere alla base di uno sport pulito: la lealtà!

Soprattutto in occasione delle olimpiadi che sono l’essenza dello sport mondiale e della solidarietà e amicizia tra i popoli e dovrebbero conservare quella sacralità che le ha contraddistinte sin dal loro esordio. Invece l’essenza dello sport viene sacrificata in nome del business!

Così la faticosa lotta contro il cancro dello sport moderno segna una battuta d’arresto del tutto deleteria per il processo in atto che tenta di cambiare la mentalità di troppi furbi i quali, per un pugno di dollari, ne combinano di tutti i colori: atleti, medici, faccendieri e mercanti di morte. Purtroppo l’elenco dei colpevoli per aver fatto uso di doping è lungo e spazia in quasi tutte le discipline. Per limitarci al ciclismo italiano (dove da anni la lotta si fa sempre più serrata) vedremo di nuovo in pista, oltre al già citato, i reprobi Basso, Petacchi e Scarponi.

Già, noi italiani, dobbiamo subire la presenza tra le file di senatori e deputati di individui condannati o indagati perché non possiamo opporci alla loro elezione in quanto vengono scelti dai partiti. Se poi anche nello sport dobbiamo sopportare l’inserimento di personaggi che disonorano le rispettive discipline sportive, che senso ha assistere alle loro gare? Fossero anche ravveduti e puliti, chi avrebbe il coraggio di tifare per loro dopo i loro precedenti. In caso di vittoria rimarrebbe sempre il sospetto del doping. Ma, soprattutto, con quale faccia tosta hanno il coraggio di tornare a gareggiare!

Ma la beffa non finisce qui perché anche in Spagna, dopo aver osservato inermi alla farsa dell’Operaccion Puerto, stiamo assistendo anche a quella dell’Operaccion Galgo. Infatti la decisione di un giudice iberico di scagionare il 90% degli imputati attraverso l’annullamento di alcune intercettazioni e prove, ci fa comprendere come lo sport sia sempre più in mano alle decisioni dei giudici; anche quando sbagliano clamorosamente e calpestano i principi fondanti dello sport.

Calcio
Pure il mondo del calcio è costretto a far sempre più ricorso alla magistratura ordinaria o sportiva per riabilitare o condannare, nonostante la clausola compromissoria obblighi tutti gli aderenti alle federazioni sportive a chiedere l’autorizzazione per adire alle vie legali e, purtroppo, non viene quasi mai rispettata.
La squadra del Sion (CH), esclusa dall’Europa League per aver schierato giocatori irregolari, è stata riammessa momentaneamente dal Tribunale Cantonale del canton Vaud (dove ha sede l’UEFA) nel girone dell’Udinese, in attesa della sentenza definitiva.

Il procuratore federale della FIGC ha chiesto alla commissione disciplinare una penalizzazione di nove punti per la Juve Stabia (serie B), oltre a tre anni di squalifica per il suo amministratore e di sei punti per il Sorrento (Prima Divisione) dopo aver esaminato attentamente gli atti dell’inchiesta di Napoli sul “calcio scommesse”.

Tutto il mondo è paese dato che il vizietto delle puntate illegali o pilotate ha colpito pure il padre o lo zio di Rooney (e sette altri individui) nell’ambito dell’inchiesta inglese sulle partite truccate. A proposito di scommesse, dopo le sentenze di condanna a carico di atleti e società italiane, pare che il fenomeno delle partite sospette sia stato completamente neutralizzato, a testimonianza che, se vi fosse sempre stato un controllo approfondito, il sistema delle scommesse illegali non avrebbe potuto attecchire.

Volley
Il debutto della serie A-1 femminile è stato ricco di incertezze a causa dell’intervento del TAR sui casi Forlì e Novara.

A dire il vero la squadra romagnola avrebbe potuto adeguarsi alle normative durante il periodo estivo, ma non lo ha fatto perché pare più rivolta a danneggiare le altre concorrenti che a risolvere il proprio caso.

Anche il Novara si è visto rifiutare il tesseramento delle tre straniere under 22 in quanto la normativa ne prevede uno soltanto. E’ vero che esiste una deroga quando il club si impegna a schierare in campo permanentemente quattro italiane, tuttavia la querelle verte sulla diversità di interpretazione dei termini utilizzo e tesseramento,
Per fortuna il consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva in attesa dell’Appello, per cui si è giocata almeno la prima giornata.

Basket
Nel campionato NBA statunitense, invece, sono già saltate le prime due settimane (cioè le prime sei giornate, dato che si giocano tre partite ogni sette giorni) a causa del mancato accordo tra presidenti di club e giocatori. Se la vertenza non si risolverà a breve si rischia di arrivare a Natale senza vedere neppure una partita. E, se entro quel periodo le parti non si saranno accordate, il campionato salterà completamente.

Dalla faccenda ci guadagnano le squadre europee che potranno schierare i campioni d’oltreoceano durante il lock out dell’NBA. Su tutti Kobe Bryant che ha già infervorato gli animi degli italiani, addetti e non addetti, di Milano e Roma dove è sceso in campo per un semplice allenamento.

Il presidente della Virtus Bologna ha tentato di ingaggiare l’asso americano per un paio di settimane, concentrando numerose partite di campionato in quel periodo, ma alcune società si sono opposte allo spostamento delle date delle gare, per cui rischiamo di vederlo in campo solo per un’amichevole, anche se il suo ingaggio non pare affatto “amichevole”: due milioni di dollari per 40’!

Anche Bargnani (unica prima scelta italiana nel draf NBA) ha preso accordi con sodalizi italiani: Montegranaro, Siena e Benetton. Alla fine sembra averla spuntata Treviso.
La seconda stella italiana (Gallinari) ha già iniziato con Milano, sua squadra di origine. Oltralpe il mitico Parker ha già condotto alla vittoria la squadra francese dell’Asvel nella prima di campionato.

Dopo 17 anni rivedremo in serie A la Reyer Venezia anche se il suo approdo è stato determinato dalla magistratura dopo l’eliminazione operata dalla lega per mancanza dei necessari requisiti economici e di strutture.
Fatto sta che il numero 17 rischia di divenire un tormentone, perché la decisione del tribunale ha costretto la lega ad allestire un campionato “zoppo” con 17 squadre. E come se non bastasse Venezia dovrà giocare sul campo di Treviso. Assurdo!



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