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 Anno VIII n° 1 GENNAIO 2012    -   FATTI & OPINIONI


Settimana piena di fatti contrastanti
Tema di fondo: la classe politica oggi a Roma è squalificata
Il problema dello spread sembra superato, ma taxisti e farmacisti fanno le barricate. E poi i privilegi della politica e la legge elettorale
Di Giovanni Gelmini


Il Governo prosegue nella sua linea di rifacimento delle regole, rifacimento necessario per rendere il nostro Stato adeguato alle esigenze di una società moderna. Siamo pieni di vincoli all'operare nell'economia, alcuni sono più che ragionevoli e servono a salvaguardare i cittadini in generale, ma altri sono nati, o sono diventati, dei muri che impediscono la libera concorrenza, che è una salvaguardia per avere la qualità desiderata al giusto prezzo.

È giusto che ci sia un Albo che mi garantisce che un professionista abbia le capacità richieste. Di un medico, un ingegnere, un avvocato non siamo in grado di conoscere con un semplice colloquio le loro capacità reali, ecco chi l'Albo diventa strumento necessario, ma il suo compito deve essere solo quello di iscrivere chi abbia le caratteristiche necessarie e di verificare che, nel tempo, non vi siano fatti che indichino che le capacità professionali ed etiche siano inesistenti o perse e, di conseguenza, procedere alla relativa sospensione o cancellazione. Tutto il resto, come le casse di previdenza, non hanno nulla a che fare con l'attività dell'ordine.

Le licenze sono una brutta tradizione dell'età feudale, vanno eliminate, dove non sia strettamente necessaria una limitazione per evitare il degrado (ad esempio per supermercati ed ipermercati). In generale con le autorizzazioni si deve solo verificare l'esistenza dei requisiti per esercitare un’attività. I taxisti sono una casta, perché le loro licenze riducono la concorrenza e i prezzi del servizio restano alti; non solo, vi sono monopoli territoriali incredibili e inaccettabili. Un taxixta può “caricare” un passeggero solo nel territorio in cui ha la licenza. Questo vuol dire che se esce dalla sua zona, il viaggio di ritorno deve essere necessariamente a vuoto, ma non sempre è così. Vi sono delle eccezioni che rendono il tutto poco serio. Ad esempio: un taxista di Milano può portare passeggeri a Malpensa (Varese) o ad Orio al Serio (Bergamo) e poi caricare passeggeri per il viaggio di ritorno; tale deroga non è ammessa per i taxisti di Bergamo e di Varese verso Milano, perché?

Queste sono le barriere da rimuovere, non solo il contenimento delle licenze, ma chi ha la licenza può operare ovunque, a quale titolo s’impedisce il suo lavoro oltre certi confini che non siano quelli della nazione?

Tutte le barricate, elevate senza un reale beneficio per la comunità, vanno rimosse. Notiamo che più gli interessi sono di casta, più le urla sono elevate.

Nella settimana, tutti gli occhi sono stati puntati sulla Borsa; lo spread e il suo andamento ha certificato quanto la borsa non sia nella realtà una valutazione delle potenzialità di un investimento, ma, nelle sue oscillazioni di breve periodo, rappresenti un gioco con cui chi manovra rastrella i soldi di gonzi investitori; non è ammissibile che in borsa i titoli siano scambiati a un certo valore, ma alle aste di emissione i compratori li acquistino a un valore superiore: che fanno questi investitori? Sono dei masochisti che godono a buttare i loro soldi dalla finestra?

Il Governo sta muovendosi in modo corretto, con questo non si vuol dire che tutti i provvedimenti siano i migliori, e ha riconquistato la considerazione dei partner mondiali. Perché in Italia invece sembra di essere sempre sull'orlo di una crisi di Governo? Credo che sia la rivalsa di una classe politica incapace, che non può andare alle elezioni perché sarebbe cancellata dall'elettorato, che non ne può più di loro; con le polemiche continue cerca di rifarsi un’immagine.

L'immagine dei politici però si misura dai loro atti e la risposta della Camera dei Deputati alla richiesta di carcerazione di Cosentino è chiara e leggibile a tutti: vietato! E così l'esasperazione degli elettori va alle stelle.

Su questo voto sembra anche essersi consumata la fine della Lega Nord come partito compatto con un comportamento disciplinato all'obbedienza. La maggioranza era per votare “Si”, ma Bossi, contro il pensiero della base leghista, ha detto: “No!” Questo a mio avviso sancisce la fine del periodo di Bossi leader indiscusso e forse di una scissione chiarificatrice. Il gruppo che fa riferimento a Maroni è la maggioranza nel partito, è moderato e non desidera avere alleanza con il partito di lacchè di Berlusconi.

Elezioni subito con questa legge appena appena modificata? Impossibile!

Il fatto che la Consulta non abbia ammesso i referendum sulla legge elettorale “porcata” di Calderoli (Calderoli non l'ha mai definita porcellum, il deputato bergamasco non usa il latino nel suo linguaggio), oggi di fatto non cambia la situazione: gli lettori hanno già ampiamente dimostrato di non volerla; inoltre perché funzioni occorrono due schieramenti contrapposti che possano attrarre i “cespugli”. Oggi gli elettori della Lega Nord non accetterebbero mai l'alleanza con Berlusconi e il PDL con Berlusconi, non può più cercare spazio al centro dopo la rottura con Fini.

A sinistra si è ampiamente dimostrato che il PD non riesce a convincere, mentre i candidati più a “sinistra”, cioè con connotazioni più chiare come quelli sostenuti da SEL o IDV, sono in grado di vincere.

In somma il PDL nella realtà non può andare alle elezioni con una legge così fatta perché non avrebbe soci, al PD la legge corrente potrebbe anche andare, ma comunque deve fare le primarie, dove i suoi candidati hanno seri problemi e quindi, forse, un altro tipo di legge elettorale va bene a tutti.



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