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 Anno VIII n° 2 FEBBRAIO 2012    -   PRIMA PAGINA


Una follia di dubbia ragione
Olimpiadi a Roma nel 2020: no grazie!
Condividiamo la posizione di Mennea, il corridore che ci ha fatto sognare negli anni '70
Di Giovanni Gelmini


Il 15 febbraio è il giorno ultimo per presentare la candidatura di Roma per le Olimpiadi 2020. In molti si sono mossi per fare pressione su Monti perché approvi l'iniziativa. Noi la crediamo, invece, una follia!

Ecco un passo della lettera inviata dal mondo “della cultura”: “Le Olimpiadi non sono soltanto un grande evento sportivo, ma anche un’occasione unica per proporre al mondo le ricchezze artistiche e culturali di un Paese ” e cosa potevano scrivere altrimenti questi uomini colti?

Ma entriamo un attimo nei particolari.

Il progetto prevede la spesa di circa 10 miliardi di euro, tutti concentrati nell'area di Roma e del Lazio e sappiamo già che non basteranno. Si tratta cioè di un grande investimento concentrato solo in una parte di una regione e Legambiente, nella lettera inviata a Monti, mette ben in evidenza la follia di investimenti che vanno a distruggere un ambiente già compromesso, delicato e che invece va mantenuto e migliorato proprio per meglio valorizzare quel turismo che è un grande patrimonio e un’importante fonte di reddito per l'Italia.

Quei soldi si devono spendere in modo razionale e non sull'onda di investimenti, che già in molti casi hanno dimostrato di non essere remunerativi. Voglio ricordare che l'indebitamento della Grecia parte proprio dalle grandi spese fatte per le Olimpiadi: spese non rientrate.

Tutti continuano a dire che in Italia mancano le infrastrutture; ovviamente le carenze sono in tutte le regioni, non solo a Roma, la spesa per ricerca è al lumicino, non si investe abbastanza per la sicurezza del territorio. Spendere soldi per progetti così particolari e impegnativi è sicuramente un modo per affossare ulteriormente l'Italia, che invece ha bisogno di forti investimenti ben mirati.

Sull'aspetto dei beni culturali, fonte di turismo come citato dalla lettera degli “uomini di cultura”, è un disastro e Pompei è una dimostrazione evidente dello stato del nostro “tesoro”: qui si dovrebbero investire i soldi per rendere più interessante l'Italia per i turisti stranieri.

Spero proprio che Monti decida di soprassedere e quei miliardi li investa dove esistono le vere necessità, quelle che non muovono “sportivi” e “colti” dello spettacolo (come sono i firmatari della lettera del “mondo della cultura”).

Riflettiamo invece sulla posizione di Pietro Mennea, il re dei 200 mt degli anni '70, che va contro i sui colleghi e afferma: “Per un paese in crisi come il nostro sarebbe una follia; ormai le Olimpiadi sono diventate un'occasione per fare affari privati con il denaro pubblico



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