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 Anno VIII n° 3 MARZO 2012    -   TERZA PAGINA



Profumo di donna
Considerazioni sull’immagine, ruolo e “favori” per la femmina
Di Chiara di Martino


Secondo uno studio realizzato dall’Università scozzese di Strathclyde, quasi un terzo degli incidenti è causato dalla distrazione del guidatore. In particolare 1 su 3 è determinato da fattori esterni all’auto, soprattutto cartelloni… che sia un profumo, una linea d’abbigliamento, di latticini o di trasporti poco importa.

Sbatti in prima pagina un paio di tette e avrai l’attenzione di tutti.

È un problema vecchio come il mondo lo “sfruttamento” dell’immagine femminile, alimentato ciclicamente da sempre nuove polemiche che non troverà mai una soluzione.
Nel corso degli anni le lotte per l’emancipazione femminile hanno macinato tabù su tabù e conquistato la libertà di scegliere. Riappropriatasi del suo corpo e della sua volontà, la donna nel tempo ha imparato ad usare le proprie armi per piegare il mondo al proprio volere e soprattutto per ritagliarsi un ruolo di un certo peso all’interno della società.
Spesso i pantaloni in casa li indossa lei, bada ai pupi, all’economia familiare, si occupa di tutte le faccende di casa, e, se è vero che “da un grande potere derivano grandi responsabilità”, allora il titolo di regina della casa è ampiamente meritato, ma oltre a questo carico di lavoro c’è anche una vita lavorativa da mandare avanti e far combaciare le due cose è da oscar.

Mamma, moglie, amante e lavoratrice. Quanti ruoli per una sola persona, quanti compiti e quanto potere conquistato nel tempo.

Da sempre la donna è stata motore immobile dell’evoluzione sociale: guerre combattute per conquistarne i favori (o le grazie). Opere letterarie, musicali o figurative pensate e realizzate con il solo intento di rendere omaggio alla donna amata. Un oggetto?
Un’inesauribile fonte d’ispirazione alimentata dalla miriade di sfaccettature che può avere il carattere femminile (scambiato spesso per lunaticità)?
La risposta non è per nulla semplice.
Si potrebbe dire che negli ultimi anni la figura femminile è stata protagonista indiscussa di politica, cronaca e spettacolo, spesso questi tre filoni si avvolgevano attorno ad un unico soggetto.

Dall’esplosione della “velina”, come miraggio televisivo, all’incarico di ministro di governo ottenuto non proprio per merito, passando per la nuova figura lavorativa, che ha segnato indelebilmente questo secolo: l’escort.

Per ogni esempio fatto c’è un concorso di colpa che implica la responsabilità, non solo di chi offre un’occasione poco limpida, ma anche di chi l’accetta. Intercettazioni telefoniche shock in cui una figlia(Elisa Toti) viene incoraggiata dalla madre a concedersi all’ex presidente del consiglio per poter sbarcare il lunario.
Proposte di lavoro che implicano l’essere considerate esclusivamente come fondo scenico. Favori sessuali elargiti in cambio di prestigiosi posti di potere.
È la realtà in cui abbiamo vissuto sino a qualche mese fa più che un decadimento totale di moralità era considerato dagli addetti ai lavori normale routine, rendendo se fosse possibile ancora più deprimente la situazione.

In mesi e mesi di trasmissioni su donne vendute e comprate come fossero caramelle in un bar, di potere accumulato senza nemmeno sapere il significato elementare di gavetta, cosa pensate sia stato assimilato da chi si affaccia solo adesso al mondo?

La donna nel corso della storia è stata esaltata e screditata cosi tante volte da reggere il paragone con le montagne russe di un parco divertimenti.
Strisciante,, latente ma sempre presente, c’è l’ottica religiosa che la inquadra come origine dei mali del mondo: è una forma mentis difficile da eliminare del tutto. Il più classico degli esempi per sottolineare la lunga linea d’ombra che separerà sempre l’uomo dalla donna riguarda la vita sentimentale: donna con troppi uomini= poco di buono , uomo con troppe donne= latin lover.

Alla popolazione femminile non resta che rispettare questo confine o cavalcarlo per vedere scivolare via lungo le rive del torrente tutti i problemi quotidiani. E finche si tratta di fare gli occhi dolci per l’eliminare una multa, o per passare davanti alla fila delle poste, si può considerare una rivalsa su tutti i diritti calpestati sino a qualche decennio fa, ma scambiare la propria moralità per una porta girevole, cosi da ottenere tutto senza fatica allora il titolo di paripetetrica è ampiamente meritato.

Le generalizzazioni sono estremamente stupide per cui, per dovere di cronaca e morale, urge ricordare che, nonostante il dislivello tra uomo e donna si sia notevolmente assottigliato nel corso degli anni, è pur vero che basta accendere la tv per sentire di donne punite, picchiate, minacciate o uccise solo per il fatto di essere donne.

La denuncia della onlus Telefono rosa mantiene viva l’attenzione: “dal 1 gennaio al 7 marzo 2012 ben 31 donne ammazzate”, la home page del loro sito sprizza dissenso da tutti i pixel, “non c’è nulla da festeggiare”. Dal 1988 si battono senza sosta per portare alla luce quel mondo oscuro e sommerso fatto di violenza e ingiustizie di cui ancora molto poco si parla e che ancora meno fa piacere sentire.

Una protagonista dei fenomeni bui della storia come l’inquisizione, con l’intento di debellare la terra da forze maligne, ha mutilato la femminilità in tutte le sue espressioni, bollandola come demoniaca.

Racchiusa nella sua sfera di contraddizioni, che oscillano tra fragilità, delicatezza e forza inaudita, mantiene il peso dell’umanità. Nel legame intenso e indissolubile tra madre e figlio è spiegato il senso della mia affermazione: “Sesso debole un corno”.



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