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 Anno VIII n° 5 MAGGIO 2012    -   IL MONDO - cronaca dei nostri tempi


La crisi ha modificato i consumi alimentari
Carne: gli Italiani riscoprono i tagli economici
Ritornano i cibi della tradizione: bolliti piemontesi, la faentina, lingua salmistrata, la trippa e poi del maiale la cotenna e le costine e del pollo le frattaglie e zampe, collo e ali per il brodo
Di Francesca Bisbano


La crisi economica torna a farsi sentire! Interessati questa volta e sono sotto ossrvazione i consumi alimentari, in particolare quello della carne, ridottosi, secondo i dati forniti da Coldiretti in base alle rilevazioni Ismea Ac Nielsen relative al periodo 2009-2011, di circa il 6%.

Per la carne, l’87% delle famiglie italiane ora riorganizza gli acquisti alimentari a vantaggio dei tagli più poveri, sintomo non solo di nuove strategie messe in atto dal consumatore per risparmiare senza rinunciare alla qualità, ma forse anche di un ritrovato desiderio di fantasia nel creare e rielaborare nuove ricette in cucina. Solo il 5% degli italiani sceglie ancora in modo esclusivo tagli pregiati, mentre la metà di loro non ha cambiato il proprio comportamento d'acquisto nei consumi di carne.

Di contro iniziano ad essere apprezzati i tagli minori, come i bolliti piemontesi o la faentina (pancia tagliata a fette e cotta alla griglia), o la lingua salmistrata o ancora la trippa in umido, particolarmente amata nel centro sud della nostra penisola.

La Coldiretti afferma che del maiali invece non è solo gradito il prosciutto o l’arrosto, ma anche la cotenna (pelle ripulita e raschiata dalle setole), che al sud è utilizzata per insaporire sughi o minestre. Le costine invece, ossia la parte finale delle coste, risultano molto saporite se cotte alla griglia, mentre del pollo ottime sono le zampe, le ali e il collo, normalmente impiegate nella preparazione dei brodi. Allo stesso tempo guadagnano anche le frattaglie o rigaglie, o meglio fegato, cuore e stomaco, poiché adoperate in tutte la cucine tradizionali del Bel Paese.

Interiora, avanzi e scarti, cibi desueti e sapori dimenticati, ora doverosamente rivalutati! Un cambiamento, che guarda al passato!
Che non sia davvero l'unica soluzione possibile?
E se invece di ridurre drasticamente la spesa, ci si sbarazzasse d' inutili abitudini?
A guadagnar non sarebbe solo il bilancio domestico, ma anche la salute del singolo, senza tuttavia togliere nulla alla qualità!

Ora non è certo necessario che tutti gli italiani modifichino in massa le loro abitudini alimentari, ma è pur vero che pochi sono nati mangiando fiorentina a pranzo e cena! Forse ne è nata una moda - effimera in quanto tale - o forse è decaduto un uso, un tempo più comune di adesso e che ormai con una crisi, che ha reso i ricchi più ricchi e i poveri meno che miserabili, è riservato a chi non l'avverte per nascita o condizione sociale!

Magari venute meno le cause del forzoso cambiamento - qualunque esse siano – rimarrà il desiderio di trovare giusto equilibrio tra quelle che sono le effettive possibilità personali e ciò che davvero, al di là delle comodità, può essere più opportuno per la nostra alimentazione.

Chissà se gli italiani metteranno giudizio?

Preferiranno mai l'utile al superfluo, oppure nel bene e nel male, continueranno imperterriti a vestire i panni dell'esuberante Trimalchione e quindi a scontare quell'amara carenza psicologica di massa, che il più delle volte sfocia nel penoso tentativo di riscattare le proprie origini, facendo mostra dei segni esteriori del successo?



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