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 Anno VIII n° 6 GIUGNO 2012    -   IL MONDO - cronaca dei nostri tempi


Economia italiana a picco
Istat: PIL, nel primo trimestre 2012 –1,3%
Senza il taglio della spesa della Pubblica Amministrazione il Pil continua a crollare. È tutta responsabilità di Berlusconi e della classe politica
Di F.B.


L'Istat ha comunicato le stime preliminari del PIL per il 1° trimestre 2012. Espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, il PIL è diminuito dello 0,8% sul trimestre precedente e dell'1,3% rispetto al primo trimestre del 2011.

Il risultato congiunturale è la sintesi di un aumento del valore aggiunto dell'agricoltura e di una diminuzione del valore aggiunto dell'industria e dei servizi. Il primo trimestre del 2012 ha avuto due giornate lavorative in più rispetto sia al trimestre precedente sia al primo trimestre del 2011.

L'Istat rileva anche che nello stesso periodo il PIL è aumentato, sempre in termini congiunturali, dello 0,5% negli Stati Uniti ed è diminuito dello 0,2% nel Regno Unito, mentre, in termini tendenziali, il Pil è aumentato del 2,1% negli Stati Uniti ed è rimasto stazionario nel Regno Unito.

Osservando l'andamento indicizzato dal 2000 possiamo notare come oggi siamo al livello del 2004 e, dopo la ripresina verificatasi tra il 3°trimestre 2010 e il 3° trimestre 2011, siamo tornati alle posizioni del 1° trimestre 2011 e di poco al disopra dei livelli più bassi raggiunti dalla crisi nel 2009.

L'economia italiana non riesce a ripartire e i provvedimenti previsti dal governo Berlusconi con la famosa lettera dell'agosto 2011, attuati dal Governo Monti per rispetto degli impegni presi unilateralmente da Berlusconi, hanno ammazzato l'economia italiana.

Ora è assolutamente necessario ridurre in modo drastico la spesa pubblica per rilanciare gli investimenti e ridurre le tasse, ma l'incoscienza dei politici, interessati solo a mantenere intatto il loro potere e i loro privilegi, impedisce al Governo di attuare velocemente le riforme necessarie. I politici non hanno nemmeno toccato le loro prebende e, con estrema difficoltà, spinti dalla sollevazione dell'opinione pubblica, hanno annunciato di dare un taglio minimo e insufficiente ai rimborsi elettorali.



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