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 Anno VIII n° 6 GIUGNO 2012    -   FATTI & OPINIONI


Considerazioni post-elettorali a freddo
Partiti tradizionali e politici hanno perso la bussola, Berlusconi compreso
Sembra che i vecchi della politica non sappiano più cosa fare per mantenere le poltrone
Di Il Nibbio


Ormai tutti hanno ben chiaro che la svolta nell'elettorato è avvenuta. I politici “navigati” sono finiti, ma loro ancora non lo sanno o fingono di non saperlo.

Se Bersani può tecnicamente dire che le coalizioni del PD hanno vinto, la realtà “vera” è diversa, casomai è l'alleanza del PD con SEL e IDV, che ha portato il PD a vincere; questo si legge chiaramente a Genova e a Palermo, come già avvenuto prima in altre città importanti come Milano e Napoli.

La realtà però è qualcosa di diverso: buona parte degli elettori che avevano sostenuto il centro destra non lo hanno più votato, in parte si sono rivolti al movimento 5 stelle.
Berlusconi, che non è scemo, ha pensato bene di far apparire una vittoria sua la vittoria dei grillini, indicandoli ai suoi elettori come “da votare”. Che voglia sostituire Bossi, ormai lontano, con Grillo? Possibile, ma non credo che Grillo ci cascherà: sarebbe la sua fine e la storia di Bossi e di Fini hanno dimostrato che Berlusconi non può essere un buon alleato perché ti fagocita.

Il primo ad accorgersi che la realtà è cambiata è stato Casini, che ha mollato il “terzo polo” per parlare di un'altra mitica formazione, forse con Montezemolo, ma Montezemolo, attento alle cose, sta pensando a qualcosa in cui non vedo posto per il vecchio Casini e i sui navigati accoliti: una lista di gente giovane e nuova; insomma, vuole percorrere la strada di Grillo, ma senza le urla e le affermazioni drammatiche, e a volte fuori luogo, dell'ex comico. Potrebbe riuscirci perché gli italiani hanno voglia di moderazione credibile, non di pesci in faccia.

La Lega Nord esce distrutta: la storica figura di Bossi, in cui il movimento si è sempre riconosciuto, è tramontata e non sembra più nemmeno nelle condizioni di assumere una carica onorifica. Per sopravvivere la Lega deve tornare alle origini, ricostruire le strutture attorno ai sui “Sindaci”, che risultano oggi gli unici ad essere legittimati. Ecco forse la ragione: sta pensando di azzerare i suoi parlamentari, troppo legati al passato bossiano, non ripresentandosi alle prossime elezioni politiche. Uno dei motivi che può spingere verso questa scelta è anche l'esistente dipendenza della Lega da Berlusconi, da molti riportata e che è citata anche in un'intervista del 22 giugno 2011 dall'ex dirigente leghista Gilberto Oneto che ha affermato come tra Lega Nord e Berlusconi esista un patto firmato da un notaio che “lega indissolubilmente tale gruppo alle scelte di Berlusconi". Oggi il ritorno ad un’alleanza con Berlusconi, mai voluta dalla base e dagli elettori, sarebbe impossibile.

Berlusconi annaspa; propone un nuovo contenitore con la solita idea di raggruppare i “moderati”, ma quali moderati?
Casini forse?
Ma sarebbero moderati o vecchi sclerotici ormai invisi agli italiani?
Ultimissime da Arcore: riforma della Costituzione con l'introduzione del semi presidenzialismo. Quale significato si deve a quest’uscita inattesa?
Una simile riforma, nello stato in cui si trova l'Italia sarebbe capita dagli italiani che si attendono ben altro dal parlamento?
Penso proprio di no!
Poi la riforma proposta è impossibile ora per almeno tre motivi:

  • · manca il tempo per vararla prima della fine della legislatura,
  • non avrebbe una maggioranza e, ammesso che passi, dovrebbe essere sottoposta a referendum,
  • è inammissibile come semplice legge costituzionale perché modifica profondamente la struttura della Repubblica, modificando completamente i ruoli e i poteri: occorrerebbe probabilmente una nuova Costituente dovendo riscrivere quasi completamente la “parte II”, ma una costituente non è attualmente prevista dalla Carta Costituzionale.
Mentre Di Pietro e Vendola scalpitano per definire in modo concreto il Centro sinistra, Bersani sembra aver rinunciato a fare l'occhiolino all'affondato “centro moderato”; infatti, ha affermato: “Questo è il risultato dei ballottaggi, 177 Comuni al voto sopra i 15mila abitanti, 92 vinti dal centrosinistra, l'altra volta erano 45. - e poi - Mi pare emerga con tutta evidenza che esiste una forza politica in questo paese capace di aggregare forze civiche, avere un'affermazione molto netta e di essere al confronto con le novità.” Se è così è già un passo avanti verso la chiarezza del “vittorioso” centro sinistra.

Il quadro che possiamo leggere dalle passate elezioni amministrative mostra che il Centro Sinistra la prossima primavera dovrà contendere i seggi ad una partito moderato, ispirato da Montezemolo, e al Movimento 5 Stelle, oltre ai “residuati bellici” del PDL e del “terzo polo”.
C'è da chiedersi se almeno una delle nuove aggregazioni piacerà agli italiani e relegherà il PD con i suoi alleati all'ennesima “opposizione” oppure il PD riuscirà a rimuovere le cariatidi che siedono da decenni ai vertici nazionali e locali e darà così nuovo vigore e credibilità ad una formazione che alla fine piace oggi solo a meno di un terzo degli italiani. Chi vince deve recuperare elettori dai non votanti e se prosegue così come ha fatto finora, lavorando sulle alleanze e non sui programmi e sulla qualità delle persone, il PD non va da nessuna parte e il prossimo presidente del consiglio sarà uno di Montezemolo o di Grillo.



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