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 Anno VIII n° 8/9 AGOSTO / SETTEMBRE 2012    -   RECENSIONI


Letto per voi
“Il museo immaginato” di Philippe Daverio

Di Cricio


        "La nostra visione della storia dell’arte è ancora ottocentesca. Io mi diverto a cambiare i punti di vista. Sono i giochi di uno che guarda al passato per capire il presente."
        Philippe Daverio    

Dopo un'attesa di quasi un anno, ecco che mi ricapita tra le mani un libro che avevo comprato perché mi piace immensamente il suo autore: Philippe Daverio. Il titolo poi è intrigante: “Il museo immaginato”.

Nella prefazione Daverio ci introduce all'argomento con un escursus storico sull'arte e la nascita del “quadro”, che, l'autore ricorda, può anche essere tondo. Attraverso questi passaggi arriva al “gioco” proposto dal libro: creare un museo immaginario. “È un percorso da saltimbanco nel quale ci si concede la libertà delle associazioni. L a coscienza del bagaglio mentale che ognuno di noi si porta appresso è il fondamento d'un altro tipo di conoscenza, nuovo labirinto dove il contrappunto barocco riemerge nella musica africana del jazz, dove la percezione d'un dipinto di Erie Fisehl contiene la memoria di Caravaggio e di Courbet combinate come nel sonno REM che gli psicanalisti hanno decifrato.” E così entro nel gioco.

Nel primo capitolo mi ritrovo in piena sintonia con l'autore che critica il modo con cui la gente visita i musei di “quadri”: “Pochi spettacoli generano un senso di disagio umano maggiore di quelli che si ripetono quotidianamente nei musei. Intere truppe di esseri umani vengono spinte da un mito ignoto a percorrerne le sale a velocità da maratoneta per vedere da lontano opere celate dagli altri visitatori che si trovano davanti a loro.” Non è così che si può apprezzare l'opera di un pittore: occorre calma, non vedere, ma guardare, gustare e leggere l'opera anche nei suoi minimi particolari come la pennellata. Sono contento: ho scoperto perché non mi piacciono i musei e li evito accuratamente.

Così inizia “il museo immaginato” in cui Daverio, immaginario curatore, pone opere note e meno note nelle sale, secondo una logica stringente e si ferma a rimirarle, spiegandone la storia e i perché, seppure con poche parole, solo il necessario. Ogni sala ha un suo carattere e Daverio, con la sua solita ironia, lo inquadra, rifacendosi alle ragioni per cui la sala esiste in una casa vera. Una costruzione fantastica, mi sembra di essere in una fantastica Villa Veneta fatta si per stupire, per celebrare il proprietario, ma anche per essere vissuta. In questo mi piace il gioco di Daverio.

Il libro è piacevole e interessante da leggere, un percorso che stuzzica certamente i veri appassionati d'arte, anche se non “esperti”


Il museo immaginato
di Philippe Daverio
Editore: RIZZOLI
Collana: ILLUSTRATI
Pagine: 352
Prezzo: 35,00 euro
Data uscita 25/11/2011
ISBN: 9788817052238

Il gioco dell’invenzione d’un museo ideale, un luogo dove le muse possano seguire l’ipotesi d’una idea; un museo necessariamente concreto: ci si cammina, anche se solo virtualmente”. Guidato dalla sua curiosità e da un gusto personalissimo, Philippe Daverio inventa la sua collezione d’arte, scrivendo di alcuni capolavori di tutti i tempi, dalla Pala di Brera di Piero della Francesca al Giuramento degli Orazi di David, dalla Nascita di Venere di Botticelli alla Canestra di frutta di Caravaggio. Opere note e meno note, rilette attraverso il suo sguardo ironico e penetrante e raccontate in relazione al loro contesto o mettendone in evidenza i particolari. Un viaggio in un museo immaginato, una galleria di dipinti descritti da una penna irriverente e graffiante. Il primo vero libro illustrato sull’arte di uno dei più popolari uomini di cultura europei



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