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In collaborazione con il Museo Di Stato Russo – San Pietroburgo

Maxim Kantor: Vulcano

Fondazione Stelline – Milano, dal 26 ottobre al 9 dicembre 2012


Maxim Kantor, La società aperta, 2002, 255x270 cm, Olio su tela, Collezione privata
L’opera di Maxim Kantor è conosciuta in Italia, dove l’artista ha esposto in tre precedenti occasioni. Nel 1988 presso Studio Marconi Milano, all’interno della mostra collettiva “Artisti Sovietici Contemporanei”; nel 1997 alla XLVII Biennale di Venezia, con la mostra “Criminal Chronicle”, cui fu completamente dedicato il Padiglione Russo e nel 2005 alla Fondazione Querini Stampalia di Venezia.
Tuttavia le numerose mostre tenute dall’artista dalla fine degli anni Ottanta in diverse città in Europa e negli Stati Uniti, oltre a quelle italiane appena citate, sono sempre state dedicate ad un particolare periodo del suo lavoro o ad una singola serie grafica.

Maxim Kantor, La testa di Giovanni Battista, 2003, 190х97 cm, Olio su tela, Collezione privata
Questa mostra, che occuperà entrambe le Gallery della Fondazione Stelline, si differenzia invece dalle precedenti perché accosta al portfolio “Vulcanus”, realizzato nel 2010, un nucleo di sedici dipinti, alcuni di grandi dimensioni, rappresentativi dell’intera attività pittorica di Kantor (1980-2012). Una piccola sezione sarà dedicata alla sua attività di scrittore.

Maxim Kantor (Mosca 1957) è pittore, incisore e scrittore russo contemporaneo, figlio dell’intellettuale e filosofo Karl Kantor, scomparso nel 2008, con il quale ha sempre avuto un profondo rapporto di vicinanza, di scambio, di confronto. La sua produzione artistica si divide in tre periodi principali.

Il Periodo Rosso (Periodo Sovietico, 1980-fine anni Novanta).
Maxim Kantor, La mia famiglia, 1983, 80х200 cm, Olio su tela, Collezione privata
Dipinti che rappresentano case, prigioni, lager, ospedali, metropolitane, ma anche e soprattutto uomini che, pur oppressi da un regime disumanizzante, conservano “umanità” nel senso più ampio e più profondo del termine. I colori preferiti sono il giallo, il rosso e l’arancione. Lo stile di quegli anni è definito di “resistenza” ed è spesso brutale. L'eroe più ricorrente è il padre ed il simbolo più importante Giobbe. Sono presenti in mostra opere significative di questo primo periodo, come Stato (1990-91) e La mia famiglia (1983).

Il Nuovo Impero (Fine anni Novanta – 2008).
Maxim Kantor, La Torre di Babele, 2008, Olio su tela, Collezione privata
La caduta del comunismo, alla fine degli anni Ottanta, rappresenta per Kantor la possibilità di viaggiare per il mondo, di abitare in altre città come Berlino, Londra, Parigi.
Inizia un'epoca di grandi speranze, caratterizzata anche dalla perdita d’orientamento. La Russia crolla, ma anche l'Europa attraversa una profonda crisi. L’opera riassuntiva di questi dieci anni è il portfolio di litografie Metropolis, del 2001-2003, ma anche quadri intensi come La torre di Babele (2008) e Requiem per un terrorista (2003-2004), che si possono ammirare in mostra.

Atlandide (Dal 2008 ad oggi).
Maxim Kantor, Sala d’aspetto, 2011-2012, 220x240 cm, Olio su tela, Collezione privata
Negli ultimi anni la consapevolezza della fine di un certo “ciclo storico”, non solo in Russia, è diventata evidente. Il mondo è entrato in una crisi profonda, non solo politica, ma anche intellettuale.

Il compendio del lavoro di questo periodo si ritrova nell'ultimo portfolio grafico Vulcanus (esposto integralmente in mostra), dove Kantor si ritrae nella prima incisione con il titolo Autoritratto tra Lenin e Putin (2010). In esso Kantor con segno mirabile, acuto e con ironia sferzante ripropone la storia del XX secolo fino ai nostri giorni, con particolare attenzione agli eventi legati alla Rivoluzione Russa e alla Prima Guerra Mondiale. I soggetti delle sue incisioni sono i protagonisti della storia, da Lenin, a Stalin, a Trotsky da Churchill a Roosvelt, e gli intellettuali da Tolstoy a Cecov, a Majakovskij, all’Achmatova.
Maxim Kantor, Ritratto di Marx, 2011, 110x110 cm, Olio su tela, Collezione privata
L’artista critica i personaggi famosi della storia con implacabile severità e mostra compassione per le vittime: la gente comune. La sua critica non è solo nei confronti dei fantasmi del comunismo, ma anche degli spaventapasseri del capitalismo. In mostra, tra le opere recenti, anche Ritratto di Marx (2011), Sala d'aspetto e Folla solitaria (2011-2012).

Ogni periodo ha una propria geografia. Per il Periodo Rosso è Mosca. Per il periodo del Nuovo Impero sono le città in cui ha viaggiato, Berlino, Londra, Parigi ecc. Negli ultimi anni Kantor passa sempre più tempo in un'isola vicino alla costa della Francia, l'Ile de Ré. L’immagine centrale nelle sue opere pittoriche è Atlantide che s’inabissa nell'oceano, come racconta Platone.

 
Maxim Kantor,Stato, 1991, 230x320 cm, Olio su tela, Collezione privata
La mostra, alla Fondazione Stelline dopo la tappa al Museo di Stato di San Pietroburgo, è accompagnata da un ricco catalogo (Palace Edition; pagg. 192; 30,5x30), con prefazione di Camillo Fornasieri, un saggio introduttivo di Erik Hobsbaum e testi dei curatori Alexandr Borovsky e Cristina Barbano, degli autori Vittorio Hosle, Ulrike Göschenen, Alexander Zinoviev e dell’artista. Le immagini a colori illustrano il nucleo principale della produzione pittorica di Kantor e le opere della serie Vulcanus.


MAXIM KANTOR. Vulcano
a cura di Alexandr Borovsky e Cristina Barbano
Fondazione Stelline, Corso Magenta, 61 – Milano
26 ottobre - 9 dicembre 2012
Inaugurazione: giovedì 25 ottobre ore 18.30

Orario: da martedì a domenica: 10-20; lunedì chiuso
Aperture straordinarie: 1 novembre; 7 e 8 dicembre 2012

Biglietteria: Euro 6,00 intero. Euro 4,50 Ridotto, Euro 3 scuole

Informazioni: +39.0245462.411
www.stelline.it
Per informazioni sull’artista www.maximkantor.com

Visite guidate gratuite per adulti e servizi didattici
PLAY ART a cura di AD ARTEM
02 6597728 /
info@adartem.it / www.adartem.it

Catalogo Palace Edition (pagg. 192; Formato cm. 30,5x30)
Prefazione di Camillo Fornasieri. Testi di Cristina Barbano, Alexandr Borovsky, Erik Hobsbaum, Vittorio Hosle, Ulrike Göschenen, Alexander Zinoviev e Maxim Kantor

Maxim Kantor (Mosca, 1957)
Pittore, incisore e scrittore russo, è il figlio dell’intellettuale e filosofo Karl Kantor, con il quale ha sempre avuto un profondo rapporto di vicinanza, di scambio, di confronto. Sue opere sono esposte al British Museum di Londra, allo Städel Museum di Francoforte, alla Galleria Tretjakov di Mosca, alla South Australia Gallery di Adelaide e in numerosi altri musei. Autore di cinque opere letterarie, alcune in corso di traduzione in italiano e inglese, di diverse pièce teatrali e di tre raccolte di saggi.
L’artista collabora costantemente con il giornale inglese online “Open Democracy”, col mensile parigino “Le Monde Diplomatique”, e con i giornali moscoviti “Novaya Gazeta”, “Rossiiskaja Gazeta” ed “Expert”. Kantor è membro del Senior Council del St. Antony College, del Wolfson College, del Pembroke College dell’Università di Oxford. Vive tra l’Île de Ré (Francia), Oxford, Berlino e Mosca.
Maxim Kantor ha presentato la serie “Vulcanus. Atlas” lo scorso anno a Berlino alla Galerie Nierendorf; recentemente al Musée du Montparnasse di Parigi (6 aprile – 6 maggio 2012), all’Ashmolean Museum of Art and Archaeology di Oxford (in occasione della Conferenza Internazionale sul tema “Come rispondere alla crisi globale” da lui promossa con il sostegno della Cattedra di Politica Mondiale dell’Università di Oxford, 12-13 maggio 2012), e al Museo di Stato di San Pietroburgo (20 giugno – 23 luglio 2012).


Argomenti:   #arte ,        #arte contemporanea ,        #kantor ,        #milano ,        #mostra ,        #russia

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