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L'opinione

Il rottamatore di Firenze sta rottamando anche l'Italia?

Non siamo ancora usciti dalla crisi e l'aver sfiduciato senza motivi Letta pone a rischio l'Italia

Di Giovanni Gelmini

Che paese strano l'Italia.
I politici continuano a ripeterci, dal 2008, quando è diventata evidente la crisi economica, che la crisi sta per finire e che l'anno successivo tutti potranno godere di nuova prosperità, ma nessuno fino ad ora l'ha vista e penso che neanche quest'anno la vedremo.

Vorrebbero illuderci che un +0,8 di crescita del PIL sul trimestre precedente la indichi, ma dimenticano il -3,8 sull'anno precedente, cioè che siamo in un baratro profondo e che un lieve sussulto non può rappresentare una “ripresa”; ci vuole altro. Ben diversa è la situazione d’altri paesi dove, a fronte di una ridotta crescita nel IV trimestre del 2013, si è registrata una crescita sull'anno precedente sostanziosa, come il 2,7% negli Stati Uniti e il 2,8% nel Regno Unito. (vedi in Documenti ISTAT: ISTAT: Stima preliminare del PIL - IV trimestre)

Sappiamo benissimo che le difficoltà dell'Italia ad agganciare la ripresa sono la conseguenza di almeno trent'anni di una politica idiota, che ha privilegiato la corruzione. Per fare questo la politica ha espanso il debito pubblico, portato il suo costo a livelli incredibili e tagliato gli investimenti di qualunque tipo.
Le strutture della Pubblica Amministrazione, mai state efficienti, sono decisamente peggiorate; sono stati rimossi i controlli del CORECO sulle delibere degli enti locali, sono stati ridotti i tempi della prescrizione per i reati che interessano la gestione del pubblico e così la corruzione è diventata la norma, riducendo l'efficienza delle imprese e quindi la loro competitività.

Sentiamo sempre affermare che per far ripartire l'economia si deve ridurre il “cuneo fiscale”, ma cosa è questo surplus tra costo del lavoro e netto busta paga che l'Italia ha rispetto agli altri paesi? È semplicemente il costo della corruzione.

Ora, se la politica nel suo insieme è soggetta fortemente alla pressione della corruzione, più in alcuni partiti e meno in altri, ma nessuno ne è esente, è pensabile che improvvisamente sia in grado di riformarsi? La risposta è evidentemente no! Per fare una riforma del genere si deve cambiare il modo in cui si eleggono i parlamentari ed eliminare in primis la possibilità di influenza delle segreterie nella formazione delle liste, cioè la cooptazione. La legge elettorale proposta da Berlusconi e blindata da Renzi non ha queste caratteristiche, quindi non serve a risolvere i problemi del Paese.

Gli anni 2000 sono stati caratterizzati da una presenza al potere quasi continua di Berlusconi, che ha ottimizzato il sistema di governo per “i fatti propri”.

Prodi ha tentato di cambiare le cose, ma lo hanno impallinato prima che potesse fare qualcosa. Il disastro finanziario dell'Italia ha obbligato Berlusconi alle dimissione ed è arrivato Monti, che ha realizzato poco e in quel poco ci sono molti errori, commessi essenzialmente dalla Fornero.

Il governo Letta ha fatto pochissimo per affrontare i problemi reali, ma è innegabile che con la presenza di Berlusconi nella maggioranza non era in grado di mettere in atto nulla. L'unica cosa di positivo che ha realizzato è certamente il consolidamento della credibilità finanziaria dell'Italia, che, in soldoni vuol dire la riduzione di una parte non indifferente delle spese improduttive del bilancio nazionale: gli interessi passivi. Ora forse si apprestava a mettere mano a vere riforme e... Renzi l'ha fatto fuori.
Per la gente “normale” sono incomprensibili le motivazioni di questo improvviso cambio di comportamento del giovanissimo segretario del PD.

Fino a ieri diceva di non pensare a sostituirsi a Letta e poi, improvvisamente, quasi avesse avuto un’ispirazione da un sogno notturno, lo ha sfiduciato e si è proposto come Capo del Governo, ma non è riuscito a spiegare perché lo abbia fatto.

I casi sono due: o Renzi è stato improvvisamente colto da una crisi di megalomania o qualcuno gli ha imposto questa ulteriore rottamazione.

Sembrava che Renzi si aspettasse da Napolitano un incarico immediato, forse addirittura senza le consultazioni previste dalla prassi, ma così non è stato. Napolitano si è sicuramente mosso con cautela e, forse spinto dai partiti minori della coalizione, tra cui in prima linea l'NCD di Alfano, ha rinviato l'incarico di qualche giorno, obbligando, di fatto, Renzi a verificare che la sua maggioranza esista.

Un cambio di governo così fatto, senza apparenti reali motivi, non può far bene all'Italia, ma c'è anche la reale possibilità che Alfano preferisca andare alle urne, con la legge elettorale riscritta alla Consulta, piuttosto che sottomettersi al rottamatore di Firenze, che dice una cosa e ne fa un'altra e il tutto sarà comunque, in ogni caso, un grave danno per l'Italia.

Grazie Renzi per aver iniziato a rottamare anche l'Italia; ne sentivamo proprio il bisogno.

Argomenti:   #crisi ,        #crisi economica ,        #elezioni ,        #governo ,        #letta ,        #monti ,        #politica ,        #prodi ,        #renzi



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