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Tra politica ed economia

Per uscire dalla crisi: il mito della “produttività” non riguarda solo il lavoro

La vera causa della mancanza di produttività dell'Italia è lo Stato, la sua inefficienza e il suo costo spropositato


Troppo spesso sentiamo parlare di “produttività” legata al lavoro. A me sembra che questo sia solo un tentativo da parte degli imprenditori di scaricare sulla componente più debole i costi della crisi, anche se è assolutamente vero che il mercato del lavoro ha delle rigidità da rivedere.

La vera causa della mancanza di produttività è lo Stato e la sua classe politica che è evidentemente incapace.
Se il costo dell'apparato statale fosse giusto, pagheremmo almeno il 10% in meno di tasse e il costo del lavoro non sarebbe più un problema per gli imprenditori seri.

Il costo della P.A. è dato da molti fattori. Tutti ormai siamo coscienti che la corruzione è una delle principali cause delle troppe tasse, ma non è solo quella.
Un altro elemento di costo e di inefficienza è la presenza di troppi enti, che costano e fanno anche pasticci fra di loro.

Esiste ancora un altro costo, che non paghiamo con le tasse, ma direttamente di tasca nostra. Vi faccio un esempio semplice semplice: la Sanità. Tutti sanno che le visite specialistiche sono un dramma per la lunga attesa e non sempre il bollino dell'urgenza funziona; così se uno ha bisogno di una visita spesso va come privato e paga quello che non dovrebbe pagare.
Non parliamo dei ticket: se uno ha dei problemi seri, si svena per sperare di avere una diagnosi.

Vi sono tante inefficienze, ma certamente la più antipatica è il dover pagare qualcuno per fare la dichiarazione dei redditi. Insomma, dover pagare cifre, non sempre minime, per pagare le tasse. Anche i CAF, se non li paghiamo noi direttamente, non lavorano gratis, li paga il datore di lavoro o lo Stato.

Quasi tutte le informazioni che dobbiamo mettere nelle dichiarazioni dei redditi sono già in possesso del fisco, quindi da tempo sto predicando che il fisco può sostituirsi ai CAF predisponendo la dichiarazione dei redditi, con i dati in suo possesso. Non si vede perché ci si debba complicare la vita.

Il Consiglio dei Ministri di venerdì scorso ha approvato una fortissima semplificazione per il 730 e finalmente, ci dicono, non ci sarà più bisogno di perdere tempo ad andare in qualche ufficio per fare la denuncia; si potrà fare on-line da soli.
Questo è un provvedimento che, oltre a ridurre le angosce dei contribuenti, aumenta la produttività del sistema Italia; infatti, riduce i costi inutili, ma non ci si deve fermare qui.

Sempre sul versante tasse si devono eliminare tutti i prelievi autonomi fatti da Enti. Riunire tutto in un unico versamento, che comprenda tutti i tributi e gli oneri, con la possibilità di rateizzare, fino a 12 rate per gli importi elevati.
Basta con le cartelle che inseguono i cittadini. Chiunque all'inizio dell'anno deve sapere cosa pagherà di tasse e quando, senza patemi o sorprese nel corso dell'anno.

Basta, inoltre, con l'assurdo “Canone RAI”, che è una tassa e non un canone. Le tasse le deve incassare lo Stato, sempre con la dichiarazione dei redditi. Se cinquant'anni fa avere la TV era un lusso oggi non è più così. Aboliamo una tassa ingiusta che comunque porta sempre, come tante altre, ad un’ulteriore spesa per il contribuente: il bollettino postale e le relative code.

Per recuperare produttività, oltre a favorire gli investimenti, si deve incrementare fortemente l'efficienza della macchina pubblica, e c'è tanto da fare.

Speriamo che Renzi non si fermi solo al 730.

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