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Non siamo ancora in defalazione, ma abbiamo un piede nella tomba

I mass-media parlano insistentemente di “dichiarazione ufficiale di deflazione”, questa è una pura invenzione, però la situazione è estremamente preoccupante

Di Giovanni Gelmini

I mass-media parlano in modo instente di “dichiarazione ufficiale di deflazione”, questa è una pura invenzione.

L’ISTAT non usa mai nei suoi scritti la parola deflazione.

Questo, come ho già detto, è molto corretto, non possiamo ancora definirci nella pericolosissima fase di defalazione, anche se ci siamo molto vicini.

Quali sono i motivi perché non si può ancora parlare di deflazione?

Non tutti gli indici sono negativi.

È il mese di agosto, in cui ci sono le grandi svendite e non è, come per tutti gli indici rilevati dall’ISTAT, un mese da non considerare come trend, anzi nella mia lunga esperienza di economista, mi sono sempre rifiutato di commentare il mese di Agosto.

Ecco il comunicato stampa dell’ISTAT,in cui potete verificate che non esiste la parola “deflazione” e in cui potete, invece, facilmente verificare come i dati siano contradditori. Potete leggere in particolare che “L'inflazione acquisita per il 2014 sale allo 0,4% dallo 0,3% di luglio” quindi tecnicamente non siamo in deflazione.
    Nel mese di agosto 2014, l'indice nazionale dei prezzi al consumo per l'intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% rispetto al mese precedente e diminuisce dello 0,1% nei confronti di agosto 2013 (era +0,1% a luglio), confermando la stima preliminare.
    La dinamica tendenziale dell'indice generale è principalmente dovuta all'accentuarsi della flessione annua dei prezzi dei Beni energetici (con quelli non regolamentati che da +0,4% di luglio passano a -1,2%) e al rallentamento della crescita tendenziale dei prezzi dei servizi; andamenti solo in parte controbilanciati dal ridimensionamento della flessione dei prezzi degli Alimentari non lavorati (-1,8%, da -2,9% di luglio).
    Al netto dei soli beni energetici, l'inflazione sale invece allo 0,4% (da +0,3% di luglio), mentre l'"inflazione di fondo", al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, scende allo 0,5% (dallo 0,6% del mese precedente).
    A contribuire al rialzo mensile dell'indice generale sono essenzialmente i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (+3,8%), su cui incidono fattori di natura stagionale. Questo aumento è solo in parte compensato dal calo mensile dei prezzi degli Energetici non regolamentati (-0,5%).
    L'inflazione acquisita per il 2014 sale allo 0,4% dallo 0,3% di luglio.
    Rispetto ad agosto 2013, i prezzi dei beni diminuiscono dello 0,6% (lo stesso valore di luglio) mentre il tasso di crescita dei prezzi dei servizi rallenta (+0,6%, da +0,7% del mese precedente). Pertanto, rispetto a luglio 2014, il differenziale inflazionistico tra servizi e beni si riduce di un decimo di punto percentuale.
    I prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona registrano una variazione congiunturale nulla e una flessione tendenziale (-0,2%) meno ampia di quella registrata a luglio (-0,6%).
    I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto non variano su base mensile e presentano un tasso di crescita su base annua stabile allo 0,2%.
    L'indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) diminuisce dello 0,2% in termini sia congiunturali sia tendenziali (a luglio, il tasso tendenziale era nullo). Anche in questo caso, la stima preliminare è confermata.
    L'indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, aumenta dello 0,2% su base mensile e diminuisce dello 0,1% rispetto ad agosto 2013.
Ora però mi sembra anche giusto sottolineare come i dati che abbiamo da ISTAT e Banca d’Italia siano assolutamente negativi, non c’è un indice che possa confortarci, il debito pubblico corre, senza che ci siano i soldi per gli investimenti; infatti, la Spendine Revue, iniziata da Monti, non ha prodotto ancora qualche effetto e l'attenzione allo spread, che è sceso a livelli minimi, non ha dato utili effetti al bilancio delle Stato.

Non siamo ancora in deflazione, ma se i vari pannicelli caldi che sta preparando Renzi, non avranno un effetto reale, cosa molto probabile, ci entreremo pesantemente e questo vorrà dire per molti la fine di un sogno.

Questo è il risultato di una classe politica incapace e corrotta, che da più di trent’anni gestisce l’Italia, che si preoccupa di mantenere il suo potere, evitando il confronto elettorale, e che si basa su un Parlamento di servi nominati, che si preoccupa di apparire in TV, ma che è così imbecille da non preoccuparsi di salvare la gallina che fa le uova, da tempo non più d’oro, anzi, che ormai non fa più nemmeno le uova.

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