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Struttura e competitività delle imprese - Anno 2013

Un quadro che dovrebbe far riflettere quelli che sostengono che siamo nella ripresa, perché ad oggi questo quadro non è migliorato


Il quadro generale

Nel 2013 il valore aggiunto realizzato dalle imprese industriali e dei servizi diminuisce per il secondo anno consecutivo, con un calo dell'1,7% rispetto al 2012. Il numero di addetti si riduce dell'1,8% e, per l'effetto differenziale delle due dinamiche, la produttività nominale del lavoro registra un lieve aumento (+0,1%). La spesa per investimenti fissi lordi scende per il terzo anno consecutivo (-13,5% sul 2012).

Le imprese attive nell'industria e nei servizi di mercato sono 4,3 milioni e occupano 15,8 milioni di addetti (10,9 milioni sono dipendenti). La dimensione media delle imprese è di 3,7 addetti.

Le imprese italiane realizzano un valore aggiunto di circa 678 miliardi di euro. Il valore aggiunto per addetto ammonta a 42.800 euro, il costo del lavoro per dipendente a 34.900 euro, la retribuzione lorda per dipendente a 25.100 euro mentre la quota dei profitti lordi sul valore aggiunto risulta pari al 25,4%.

Le microimprese (quelle con meno di 10 addetti) sono circa 4,1 milioni e pesano per il 95,3% delle imprese attive, il 47,4% degli addetti e il 30,6% del valore aggiunto realizzato. Tra le microimprese, quelle con meno di un addetto sono più di 2,4 milioni e contribuiscono per circa un terzo al valore aggiunto di questo segmento di imprese.

Le piccole e medie imprese (quelle con 10-249 addetti) impiegano il 32,9% degli addetti e contribuiscono per il 38,4% al valore aggiunto, mentre nelle grandi imprese (quelle con almeno 250 addetti) si concentrano il 19,7% degli addetti e il 31,0% del valore aggiunto.

Il settore dei servizi di mercato - con il 77,2% di imprese, il 65,4% di addetti e il 57,2% di valore aggiunto - si conferma il più importante settore economico in termini quantitativi. L'industria in senso stretto rappresenta il 10,0% delle imprese, il 25,5% degli addetti e il 35,6% del valore aggiunto. Nelle costruzioni si concentrano il 12,8% delle imprese, il 9,1% degli addetti e il 7,2% del valore aggiunto.

Nel settore manifatturiero, le imprese esportatrici realizzano l’81,7% del valore aggiunto e registrano livelli di produttività nominale del lavoro (circa 65.000 euro), retribuzioni per dipendente (circa 31.800 euro) e margini di profitto lordo (31,8%) superiori a quelli medi manifatturieri (rispettivamente 53.200, 28.800 euro e 27,5%). Le unità che esportano oltre la metà del fatturato realizzano un terzo del valore aggiunto manifatturiero e poco meno di due terzi dell’export.

La propensione all’esportazione del settore manifatturiero nel suo complesso (misurata dal rapporto tra fatturato all'export e fatturato totale) è pari al 35,8%.

Le imprese manifatturiere che appartengono a gruppi d’impresa rappresentano meno del 10% del settore, impiegano quasi la metà degli addetti e realizzano più del 60% del valore aggiunto settoriale.

Le imprese localizzate nelle regioni nordoccidentali e nord-orientali contribuiscono per il 62,8% al valore aggiunto del Paese (rispettivamente 37,8% e 25,0%). La quota di valore aggiunto realizzata è pari al 20,6% nel Centro, al 16,6% nel Mezzogiorno.

Alcuni degli approfondimenti forniti dall’ISTAT

In tutti i settori di attività calano gli investimenti

Nel 2013 le imprese industriali e dei servizi hanno sostenuto una spesa per investimenti fissi lordi di 79,4 miliardi di euro (-13,5% rispetto al 2012). Le imprese dei servizi hanno realizzato una spesa per investimenti di 41,8 miliardi di euro (-13,6%), l’industria in senso stretto ha investito per 33,8 miliardi di euro (-10,8%), le costruzioni per 3,8 miliardi di euro (-30,7%).

Dimensione e settore economico spiegano le differenti performance

Per il complesso delle imprese, il valore aggiunto per addetto ammonta a 42.800 euro (+0,1% rispetto allo scorso anno), il costo del lavoro per dipendente a 34.900 euro (+1,4%), la retribuzione lorda per dipendente a 25.100 euro (+1,4%) La quota dei profitti lordi sul valore aggiunto risulta pari al 25,4% (con una diminuzione di circa 1 punto percentuale rispetto al 2012), con valori rapidamente crescenti al crescere della dimensione media aziendale: dal 10,2% delle microimprese si passa al 24,1% delle unità con 10-19 addetti per raggiungere il 37,0% nelle grandi imprese.

Il costo del lavoro orario (21,6 euro per dipendente) registra ampie differenze dimensionali, passando da 15 euro nelle microimprese a 27 euro nelle grandi imprese.

In tutti i settori di attività calano gli investimenti

Nel 2013 le imprese industriali e dei servizi hanno sostenuto una spesa per investimenti fissi lordi di 79,4 miliardi di euro (-13,5% rispetto al 2012). Le imprese dei servizi hanno realizzato una spesa per investimenti di 41,8 miliardi di euro (-13,6%), l’industria in senso stretto ha investito per 33,8 miliardi di euro (-10,8%), le costruzioni per 3,8 miliardi di euro (-30,7%).


Oltre il 60 per cento del valore aggiunto nazionale è prodotto al Nord

La distribuzione del valore aggiunto per ripartizione geografica mostra che più di un terzo (37,8% del totale) è prodotto nelle regioni nord-occidentali (dove risiede il 26,5% della popolazione1) e il 25,0% in quelle nord-orientali (con il 19,2% della popolazione).
Complessivamente, quindi, il Nord produce il 62,8% del valore aggiunto nazionale mentre il restante 37,2% viene realizzato per il 20,6% dal Centro (dove la quota di popolazione è pari al 19,9%) e per il 16,6% dalle regioni del Mezzogiorno (dove risiede il 34,4% della popolazione) .

Nel 2013 persistono consistenti differenziali di produttività fra le imprese operanti nelle regioni del Nord e del Centro e quelle del Mezzogiorno (rispettivamente 49.700 e 31.400 euro per addetto). Le differenze più elevate si registrano nell’industria in senso stretto tra il Nord-ovest, 66.500 euro, e il Mezzogiorno, 46.600 euro.

Il livello più basso dell’indicatore si ha nel settore dei servizi del Mezzogiorno (27.700 euro).




Vedi: Testo integrale e nota metodologica

 



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