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John Ruskin: Le pietre di Venezia

A Venezia, Palazzo Ducale, dal 10 marzo al 10 giugno 2018


John Ruskin, Autoritratto con cravatta blu, 1873-1874, acquerello su carta, 352 × 252 mm
Morgan Library & Museum, New York Purchased as the gift of the Fellows © The Morgan Library & Museum

Cosa sarebbe il mito di Venezia senza John Ruskin, cantore della bellezza eterna della città, tanto più affascinante ed estrema perché colta nella sua decadenza?

Personaggio centrale nel panorama artistico internazionale del XIX secolo, scrittore, pittore e critico d’arte, l’inglese John Ruskin (1819-1900) ebbe un legame fortissimo con la città lagunare, alla quale dedicò la sua opera letteraria più nota, “Le pietre di Venezia”: uno studio della sua architettura, sondata e descritta nei particolari più minuti, e un inno alla bellezza, all’unicità ma anche alla fragilità di questa città.

Ruskin, ammirato da Tolstoj e da Proust, capace di influenzare fortemente l’estetica del tempo con la sua interpretazione dell’arte e dell’architettura, torna ora a Venezia nei luoghi della sua ispirazione; torna a Palazzo Ducale, edificio emblematico che egli esplorò a lungo da angolazioni diverse: taccuini, acquarelli, rilievi architettonici, calchi in gesso, albumine, platinotipi.
Ad ospitarlo è la sequenza di sale e loggiati tante volte raffigurati, ove la scenografia di Pier Luigi Pizzi dà risalto alle presenze architettoniche e scultoree della Venezia gotica e bizantina, medievale e anticlassica che egli tanto amava e che desiderava preservare dall’oblio.

John Ruskin, Venezia, Diga Marittima, matita, acquerello su carta, 298 x 491 mm
Ruskin Foundation (Ruskin Library,Lancaster University), Lancaster© Ruskin Foundation, Lancaster

[Venezia] giace ancora davanti ai nostri sguardi come era nel periodo finale della decadenza: un fantasma sulle sabbie del mare, così debole, così silenziosa, così spoglia di tutto all’infuori della sua bellezza, che qualche volta quando ammiriamo il languido riflesso nella laguna, ci chiediamo quasi fosse un miraggio quale sia la città, quale l’ombra. Vorrei tentare di tracciare le linee di questa immagine prima che vada perduta per sempre, e di raccogliere, per quanto mi sia possibile, il monito che proviene da ognuna delle onde che battono inesorabili, simili ai rintocchi della campana a morto, contro le pietre di Venezia” . “John Ruskin, The Stones of Venice”, vol. I, ch. I, § 1

Voluta da Gabriella Belli quale tributo alla conoscenza e al mito di Venezia, la mostra è curata da Anna Ottani Cavina: prima presentazione a tutto campo, in Italia, dell’opera di un artista che “ha valicato ogni confine in nome di una visione interdisciplinare, praticata quando il termine ancora non c’era”.

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John Ruskin, Finestra di Ca’ Foscari , 1845, matita e acquerello su carta, 466 x 316 mm
Victoria and Albert Museum, Londra © Victoria and Albert Museum, Londra

Pervaso da spirito religioso maturato nell’Inghilterra vittoriana, animato da una visione etica, che lo spinse ad agire sul piano sociale e politico con l’obiettivo utopico di una società organica e felice per tutti (tanto che Gandhi ne sarà incantato), strenuo oppositore del meccanicismo e del materialismo che vedeva diffondersi, Ruskin nel corso della sua vita opera e s’interroga sulle questioni sociali, sull’arte, sul paesaggio e sulla Natura; scrive di mineralogia e di botanica, così come di economia, architettura e restauro, preoccupato che le tecniche allora in uso finissero con il cancellare gli edifici medievali.

La mostra fa una scelta e, non potendo dare conto della complessità di Ruskin e del suo genio versatile in tanti e diversi campi, si focalizza sull’artista, articolandosi attorno a cento sue opere che ne documentano la vocazione a tradurre in immagini la realtà, fissando su migliaia di fogli, a penna e acquarello, il suo “instancabile tentativo di comprendere il mondo”. Si tratta eccezionalmente di prestiti tutti internazionali – un grande merito dell’esposizione - considerato che i musei italiani non custodiscono sui lavori.

Lo sguardo colorato di Ruskin – scrive Ottani Cavina – sarà una rivelazione per il pubblico italiano, poiché è lui il più grande acquarellista dell’età vittoriana”. Monito per la salvezza di Venezia, la mostra vuole dunque essere anche una sfida a celebrare John Ruskin come grande e singolare pittore, al di là del suo eclettismo e della sua stessa determinazione a privilegiare la parola scritta.

John Ruskin, Ponte dei Pugni, matita e acquerello su carta, 180 x 223 mm
Ruskin Foundation (Ruskin Library,Lancaster University), Lancaster© Ruskin Foundation, Lancaster

La città, l’architettura, i grandi maestri veneziani di cui riproduce le opere reinterpretandole, la tensione a esplorare la natura, fra curiosità e immaginazione, sono i leitmotiv di questo incontro con i lavori di Ruskin, che da critico si batté per la modernità riconoscendo, in particolare, la forza rivoluzionaria della pittura di Turner, difeso contro i detrattori in vari scritti e nell’opera in più volumi “Modern Painters”.

Un incontro fondamentale quello avvenuto, in giovane età, con un maturo Turner al quale, secondo Ruskin, “la natura ha dato un occhio particolare e un’immaginazione selvaggiamente bella”: tanto che del “pittore della luce” saranno in mostra alcune straordinarie raffigurazioni della città lagunare, come “Venezia, Punta della Dogana e Santa Maria della Salute” prestato dalla National Gallery di Washington e “Venezia, cerimonia dello Sposalizio del mare” dalla Tate di Londra.

Joseph Mallord William Turner, Venezia, Punta della Dogana e Santa Maria della Salute, 1843, olio su tela, 62 x 93 cm
The National Gallery of Art, Washington

La pittura di Ruskin non punta in realtà al sublime come quella di Turner, né all’astrazione tutto colore e luce: è descrittiva, analitica, finalizzata a immortalare la realtà; eppure nello studio del dato naturale o nella ossessiva resa dei particolari architettonici c’è assoluta visionarietà, convinto - proprio dai quadri del «suo» Turner - che il vero artista sia un veggente, un profeta o, addirittura, uno «scriba di Dio», capace cioè di cogliere e rappresentare la verità divina contenuta nella realtà naturale.

La pittura di Ruskin non punta in realtà al sublime come quella di Turner, né all’astrazione tutto colore e luce: è descrittiva, analitica, finalizzata a immortalare la realtà; eppure nello studio del dato naturale o nella ossessiva resa dei particolari architettonici c’è assoluta visionarietà, convinto - proprio dai quadri del «suo» Turner - che il vero artista sia un veggente, un profeta o, addirittura, uno «scriba di Dio», capace cioè di cogliere e rappresentare la verità divina contenuta nella realtà naturale.

Oltre al viaggio in Italia e alla fascinazione per la natura - con una serie di acquarelli che privilegiano il tema della montagna e i paesaggi della penisola - il cuore dell’esposizione è comunque il rapporto dell’artista con Venezia.

Questo legame, coltivato nell’arco di una vita, a partire dal primo incontro a sedici anni, e alimentato in undici viaggi tra il 1835 e il 1888, è esplicitato sotto diversi punti di vista – “Studi di nuvole”, “Tramonti, Pleniluni”, “Scorci della laguna”, “Studi dai grandi pittori veneziani: Carpaccio, Veronese, Tintoretto” – ma verte essenzialmente sul tema cruciale della “natura del gotico”, con la sua riscoperta e celebrazione: il momento più alto dell’arte e dell’architettura non solo dal punto di vista estetico ma anche morale.

 

John Ruskin, Ca’ d’Oro, 1845, matita, acquerello, tempera su carta grigia, 476 x 330 mm
Ruskin Foundation (Ruskin Library, Lancaster University), Lancaster © Ruskin Foundation, Lancaster

Il testo di riferimento è il magnifico libro “The Stones of Venice” (1851-1853, 3 volumi), al quale si aggiungono le scenografiche tavole in folio degli “Examples of the Architecture of Venice”, pubblicate negli stessi anni, e “St. Mark’s Rest”, nato come revisione de “Le pietre di Venezia”, dopo che egli aveva assistito alla demolizione di parti importanti della Basilica di San Marco, e divenuto una guida della città “per i pochi viaggiatori che ancora hanno a cuore i suoi monumenti”.

Infine, ad accompagnare in questo affascinante viaggio, c’è anche una selezione dei “Venetian Notebooks” (taccuini di schizzi, misurazioni, piante, spaccati e fittissimi appunti), quindi manoscritti di Ruskin per “The Stones of Venice” (frammenti di carta azzurra mai prima esposti e conservati alla Morgan Library di New York), alcune prime edizioni a stampa, dagherrotipi, foto storiche e dipinti emblematici dei grandi pittori del Cinquecento veneziano a confronto con gli studi che il critico inglese aveva tratto da essi.

La Venezia di Ruskin è paradigma, scoperta, ossessione; città per lui da amare per l’assoluta bellezza e da odiare per il suo decadimento, in uno stringente rapporto tra architettura e società civile; Venezia da cantare e da salvare: Ruskin “Direttore di coscienze”, come lo definì Proust nel necrologio pubblicato a pochi giorni dalla sua morte (avvenuta il 27 gennaio 1900), lancia un monito ancora attuale.


John Ruskin
Le pietre di Venezia

Palazzo Ducale, Appartamento del Doge, San Marco, 1


Apertura al pubblico: 10 marzo – 10 giugno 2018

Orario:
8.30 – 17.30 fino al 31 marzo
8.30 – 19.00 dal 1 aprile
la biglietteria chiude un’ora prima

Informazioni:
http://palazzoducale.visitmuve.it/
info@fmcvenezia.it
call center 848082000 (dall’Italia)
+3904142730892 (dall’estero)

prenotazioni:
http://palazzoducale.visitmuve.it/
call center 848 082380 (dall’Italia)
+390639967138 (dall’estero)

Vaporetto: Vaporetti: Linea 1 o Linea 2 fermata Vallaresso o San Zaccaria

Web e social:
palazzoducale.visitmuve.it/ruskin
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twitter/visitmuve_it
twitter/visitmuve_en
twitter.com/ducalevenezia
#RUSKINvenezia


Biglietti:
Intero: € 13
Ridotto: € 10*

Ragazzi da 6 a 14 anni, studenti dai 15 ai 25 anni, cittadini over 65 Personale del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, possessori Museum Pass, possessori VeneziaUnica Pack Adult e Junior, titolari di Carta Rolling Venice, titolari Carta Giovani, membri Icom Clienti Trenitalia (viaggiatori Frecciargento e Frecciabianca con destinazione Venezia, viaggiatori in possesso di biglietto internazionale con destinazione Italia, dipendenti del Gruppo FS e i possessori di Carta Freccia), soci TCI, Titolari di ISIC – International Student Identity Card, titolari Carta Servizi Cinema Più, gruppi (min.15 persone)

Ridotto speciale possessori MUVE Friend Card: 7,00 euro
Ridotto speciale San Marco: 2,00 euro
I possessori di uno dei biglietti tra “I Musei di Piazza San Marco”, “Itinerari Segreti di Palazzo Ducale”, “Tesori nascosti del Doge” possono visitare la mostra con il biglietto ridotto speciale di 2 euro
Ridotto Scuole: 5,00 euro
(la scuola deve presentare lista su carta intestata dell’istituto)

Entrata gratuita *: Bambini dai 0 ai 5 anni, portatori di handicap con accompagnatore, guide autorizzate della Provincia di Venezia, interpreti turistici della Provincia di Venezia che accompagnino gruppi, docenti accompagnatori di gruppi scolastici, fino ad un massimo di 2 per gruppo, accompagnatori (max. 1) di gruppi di adulti, partner ordinari MUVE, possessori di The Cultivist card (più tre accompagnatori)

Visite guidate Per scuole e adulti  www.visitmuve.it/servizieducativi

*è richiesto un documento



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