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Racconto da una foto – Gli amori impossibili

Foto rubata

Uno scatto, un ricordo dell’adolescenza

Di Giovanni Gelmini

Vedete la foto qua sotto?

Per chi la guarda appare una foto di un gioco al mare su una spiaggia dell’Adriatico, ma non è così: il vero soggetto non è il giovanotto col cappellino che lancia un pallone! La storia è un poco più complessa, si tratta in effetti dell’inizio di un amore adolescenziale, di quelli che avvenivano, e credo così sia ancora, durante le vacanze.

Incuriositi? Vi racconto la vera storia legata a questa foto.

Fine di giugno 1960, la mia prima vacanza al mare da adolescente; allora non era cosa comune andare lontano in vacanza.

Sono sotto l’ombrellone e noto una ragazza, un poco più giovane di me che passa sulla battigia e passa più volte. La vedo, mi piace e decido di scattare una foto per ritrarla anche se è lontana, ma ho paura che se lo faccio i cugini che sono intorno mi diano del pazzo, allora dico a Gerardo: “Buttami il pallone che faccio una foto!”

Click e la foto è fatta, è quella che vedete. In lontananza si vede l’oggetto della foto, piccolissima c’è Donatella immortalata per sempre. Quanto può essere diversa la realtà storica di una foto, da quello che può percepire chi la vede.

Ma come mai conosco il nome della ragazza?

Il motivo è chiarissimo, vi immaginate di tenere fermo un adolescente che ha visto il suo “amore”? Messa a riposo la macchina fotografica, mi avvio a passo spedito verso di lei e lei forse rallenta il suo passo. Presto la raggiungo e in qualche modo, non ricordo di preciso, attacco bottone e lei se lo lascia attaccare.

Il dopo è inutile raccontarlo, passiamo la giornata insieme, niente di speciale, allora non c’erano grandi attrazioni, forse un giro in moscone. Dopo cena ovviamente una bella passeggiata romantica sulla spiaggia e alla fine il bacio dell’addio, sì dell’addio perché il giorno dopo sarei partito per tonare a casa; la mia vacanza era finita, ma non ci lasciamo senza esserci scambiati gli indirizzi. Subito iniziamo a scriverci e poi, quando anche lei a è a casa, a telefonarci.

Lei abita in una città a circa 60 km, penso di andare a trovarla usando il mio mezzo personale di locomozione: la bicicletta, ma mia madre si oppone fieramente; dice: “ti pago io il biglietto del pullman”, ma non sono mai partito e poi è iniziata la scuola.

Il tempo passa e, come è classico, tutto si dirada e poi svanisce, ma non ho dimenticato Donatella. Nel 1968 sono in missione come militare soldato nella sua città e non ho resistito dal chiamarla, sperando di vederla, ma c’è stata solo una lunga telefonata e così è finito tutto, ma mi è rimasta la foto rubata, un po’ sgranata come è quel ricordo, ma sempre dolce


Questo racconto fa parte del ciclo "Gli amori impossibili" firmati con Cricio, il nomignolo affibiatomi al TTB, vedi


Racconto da una foto – Gli amori impossibili
La Poiana
Infatuazione immediata ad alta quota


C’era un cartello di stop


L’improvvisata


Dimenticare Cristina (o un sacchetto della spesa? Bho!)



Argomenti:   #adolescenza ,        #amore ,        #anni 60 ,        #foto ,        #fotografia ,        #racconto



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