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 Anno I n° 1 del 09/06/2005    -   LENTE DI INGRADIMENTO


La contraffazione non si limita ai prodotti della moda, ma tocca tutte le merceologie anche quelle ad alta tecnologia
La contraffazione è made in Cina,ma ....
Analisi del grave problema
Di Concetta Bonini


Parlando di Cina non si può non parlare anche del fenomeno contraffazione.
Si tratta di una realtà sempre più preoccupante in quanto sempre più consistente su scala mondiale, che raggiunge elevati picchi in Europa e fa registrare dati tanto più allarmanti soprattutto in Italia. L'attenzione nei confronti dei beni immateriali in quanto proprietà intellettuale di marchi e brevetti ha infatti sperimentato negli ultimi decenni un crescendo di portata ragguardevole. Non a caso si parla di fenomeno contraffazione “dalla bancarella a fenomeno socio-economico”.
Come questo si ripercuota pesantemente sui mercati e sull'economia globale, è facile a dirsi. Su scala mondiale si calcola che le merci contraffatte commercializzate registrino una crescita decennale del 1300 - 1600% e ammontino al 7 - 8% del totale. Solo in Europa questo si traduce in un guadagno di 40 - 60 miliardi di euro annui, di cui 4 - 6 solo in Italia, e 100.000 posti di lavoro persi, di cui 40.000 in Italia negli ultimi dieci anni. Il ruolo che la Cina e il nostro Paese rivestono all'interno di questo oceano di illegalità è preponderante. Infatti il 70% delle merci contraffatte provengono dall'estremo oriente, mentre l'Italia si qualifica tra i primi paesi in Europa per consumo e produzione di prodotti contraffatti. Su scala europea le merci provengono innanzitutto dalla Thailandia che può vantare un buon 36% seguita a ruota dalla Cina con il 15%. In Italia invece è la Cina ad aprire la strada delle importazioni illecite con una quota del 45%, cui si aggiungono il 37% di Hong Kong (che oggi è ancora Cina) e il 14% della Thailandia.
I settori investiti sono i più svariati. E' convinzione diffusa che il settore moda sia quello predominante e in effetti in Italia proprio questo settore rappresenta il 56% delle merci contraffatte in ingresso e il paese di origine più consistente è proprio la Cina.. Ma settori interessati dal fenomeno sono anche quelli degli audiovideo, della meccanica e dell'elettronica, dell'informatica, della farmaceutica, dei giocatoli, della musica. Su internet poi la contraffazione tiene banco in un innumerevoli siti e su molteplici prodotti, , che vendono perfino componenti eltertromeccanici, costituendo una minaccia tanto per i produttori quanto per i consumatori stessi che si trovano a navigare sulla rete o ad essere bombardati di e-mail pubblicitarie su farmaceutici e su altri prodotti della meccanica di precisione ed altro, spesso ignorando cosa ci sta dietro veramente.
Basti pensare che oramai una delle attività più redditizie del pianeta Cina è quella di falsificare persino i libri. I testi vengono copiati da autori occidentali, sotto titoli clonati e autori inventati di solito con nomi americani o europei. I libri, sommariamente pubblicizzati in Cina e su internet, vengono pubblicati in misura esorbitante realizzando l'apoteosi del falso legittimato.
I mercati cinesi sono dunque i leader della contraffazione e sembrano ormai invadenti al punto che tutelare i propri marchi è sempre più difficile, soprattutto in un'Europa che si presenta come il canale privilegiato delle merci prodotte illegalmente. Le conseguenze di tutto ciò si giocano sul piano della concorrenza troncata, dell'occupazione gravemente minacciata, degli investimenti a rischio che compromettono la capacità di immettere sul mercato prodotti nuovi e migliorati. La contraffazione è indubbiamente il più pesante fardello che affligge il libero commercio internazionale e i rapporti economici mondiali, se non altro il risvolto della medaglia della vitalità commerciale consentita dalla globalizzazione. Ma se la Cina si prospetta oggi come il grande nemico del diritto commerciale, è anche vero che molto si potrebbe fare per non precipitare in una vera e propria guerra di marchi e combattere l'invadenza del fenomeno contraffazione, a cominciare dalla regolamentazione delle importazioni, dalle garanzie a livello internazionale, dai controlli sulla provenienza e la protezione dei prodotti locali. Il governo italiano in particolare dovrebbe adoperarsi contro i cloni Made in China più o meno dichiarati per la protezione dei Made in Italy sempre più pericolosamente a rischio.

I dati e le informazioni relative alla contraffazione sono stati forniti dallo Studio Brevetti e Marchi Zanoli & Giavarini che si ringrazia vivamente
Zanoli & Giavarini S.r.l. Studio di consulenza in Brevetti e Marchi Milano – Bergamo - Trevis
o http://www.ipeuro.com/



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