REGISTRATO PRESSO IL TRIBUNALE DI AREZZO IL 9/6/2005 N 8 |
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Anno II n° 18 NOVEMBRE 2006 - IL MONDO - cronaca dei nostri tempi |
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Un tempo, quando ero piccina, le droghe le vendeva il droghiere, ed erano il pepe, il peperoncino, la cannella, la noce moscata, il cacao, e, nelle drogherie, c’era un profumo di caffé, perché vendevano anche il caffé, appena tostato, magari nel retrobottega, ed in grani da macinare con il macinino di casa.
Le sostanze psicotrope si dividono in due classi, a seconda del meccanismo biochimico sul quale influiscono, cioè possono lavorare per attivare maggiormente quelle prodotte dal nostro corpo (psicostimolanti), o deprimere l’attività del Sistema Nervoso Centrale (SNC), quello che comanda le funzioni involontarie, come ad esempio il respiro. Coca, amfetamine, allucinogeni e cannabinoidi, appartengono alla prima classe, oppioidi (eroina, morfina, oppio) ed alcool alla seconda. Cocaina : La cocaina, (se fumata è chiamata crack), è la più forte sostanza stimolante del cervello perché aumenta la concentrazione, in specifiche parti dei neuroni, delle sostanze come adrenalina, serotonina e soprattutto dopamina. L'effetto psichico comportamentale è molto breve (4-5 ore) per cui il ritmo di assunzione deve essere molto frequente. Essa aumenta le performance psicofisiche provocando sensazione di profondo benessere ed euforia, aumento della vigilanza, sensazione di fiducia e di sicurezza in se stessi, iperattività comportamentale, con facilitazione dei rapporti interpersonali, (ed è per questo che troppi ci cascano!). Contemporaneamente, però, aumenta anche la pressione arteriosa e la frequenza cardiaca (può dare aritmie gravi, infarto cardiaco, ictus cerebrale e crisi epilettiche) ed agisce sul cervello (Sistema Nervoso Centrale) determinando alterazioni della concentrazione e della percezione. La cocaina dà una intensa dipendenza, con conseguenti disturbi psichici comportamentali, tra cui ansia e depressione, umore altalenante, aggressività e perdita del controllo, deliri, allucinazioni e confusione mentale, che si sommano, in caso di overdose, all’ipertensione, alle aritmie e ad un coinvolgimento del funzionamento dei reni. Le Amfetamine hanno il medesimo comportamento biochimico della coca, quindi danno gli stessi problemi. Marijuana: Anche la Marijuana, considerata "droga leggera" è un veleno, subdolo però, perché ha tempi di riscontro più lunghi, ma conseguenze sempre pericolose. E non parlo del cancro ai polmoni, anche se raddoppia o triplica il rischio d'incidenza di questo per i fumatori di sigarette, (infatti il fumo di marijuana contiene dal 50 al 70 per cento in più di idrocarburi cancerogeni rispetto al fumo di tabacco), ma del fatto che, quando qualcuno fuma marijuana, il THC (delta-9-tetraidrocannabinolo, ossia il principio attivo) si trasferisce rapidamente dai polmoni nel sangue, e la sostanza è trasportata a tutti gli organi, compreso il cervello. Nel cervello, il THC si connette a specifiche aree delle cellule nervose, chiamate recettori di cannabinoidi, ed influenza l'attività di queste cellule, che dominano il piacere, la memoria, il pensiero, la concentrazione, la percezione del tempo e la coordinazione dei movimenti. Pochi minuti dopo aver inalato il fumo di marijuana, il cuore di una persona comincia a battere più rapidamente, i passaggi bronchiali si rilassano e diventano più ampi, i vasi sanguigni degli occhi si espandono provocando i caratteristici occhi rossi. La frequenza cardiaca, solitamente di 70 - 80 battiti al minuto, può crescere da 20 a 50 battiti in più per minuto e, in alcuni casi, anche del doppio, (rischio di ictus e infarto quattro volte superiore al normale). Il THC inoltre interrompe la coordinazione e l'equilibrio, legandosi ai ricevitori nel cervelletto e alle parti del cervello che regolano l'equilibrio, la postura, la coordinazione dei movimenti ed il tempo di reazione, influisce inoltre sulla capacità di parlare (bocca impastata) e sulla sensibilità ai suoni ed alla luce (occhi socchiusi). L'uso di marijuana altera la capacità della persona di memorizzare e ricordare gli eventi e di spostare l'attenzione da una cosa ad un'altra, per questo compromette la capacità di apprendere e di ricordare le informazioni, e, quanto più una persona ne fa uso, tanto più sarà incapace di svolgere attività sociali, lavorative ed intellettuali. Ad essa sono associate anche depressione, ansietà e disturbi della personalità. Per finire, si è constatato che chi fa uso di marijuana incontra maggiori difficoltà nel tentativo di smettere di fumare tabacco. Eroina : L’eroina, come la morfina, sono il prodotto della raffinazione chimica dell’oppio e danno forte assuefazione. E' l'oppiaceo più diffuso, quello che agisce più rapidamente, ed è per lo più "tagliata" con altre droghe o con zucchero, amido, latte in polvere, chinino, stricnina o altri veleni. Purtroppo chi fa uso di eroina, non conoscendo la concentrazione del principio attivo e la presenza di eventuali veleni, può correre facilmente il rischio di overdose e morte. Poco dopo l'iniezione (o l'inalazione), l'eroina attraversa le barriere cerebrali, e nel cervello viene convertita in morfina, legandosi rapidamente con i recettori di oppiacei con immediata depressione delle funzioni comandate dal SNC. Il "flash" iniziale è solitamente accompagnato da vampate di calore sulla pelle, labbra secche, pesantezza delle articolazioni, che possono essere accompagnati da nausea, vomito e forte prurito, poi subentra la sonnolenza, le funzioni mentali sono annebbiate, quelle cardiache e respiratorie rallentano notevolmente. Uno degli effetti più nocivi dell'eroina, è la dipendenza fisica e psichica, unita a tolleranza e smania, oltre ai problemi renali, polmonari, cardiaci e cerebrali. Alcool : Il fatto di essere socialmente accettato, e con una tradizione maggiormente radicata nella cultura occidentale, ha molto modificato, in senso riduttivo, la percezione del pericolo rappresentato dagli alcolici. In Europa, una morte su quattro tra gli uomini in età compresa tra i 15 e i 29 anni, è correlata al consumo di alcool. In alcune zone, la mortalità si innalza a uno su tre. L’abuso é responsabile di circa 13-14 ricoveri in ospedale ogni 1.000 persone, e riguardo agli incidenti stradali, stime dell’OMS indicano una responsabilità nel 50% circa dei casi. L’alcool determina depressione del sistema nervoso centrale, per inibizione del sistema di trasmissione degli impulsi tra i neuroni, con conseguente soppressione dei “freni inibitori” per quanto riguarda i comportamenti sociali (sono assecondati gli atteggiamenti eccessivi), diminuzione dei riflessi, alterazione dello stato di coscienza, incoordinazione motoria, confusione mentale, disarticolazione del linguaggio e sonnolenza. Quando esso è assunto insieme ad altre sostanze che deprimono il meccanismo del SNC, l’effetto è additivo. Tutte queste sostanze hanno dunque un effetto farmacologico sulla nostra mente, anche se è molto difficile che una persona le sperimenti perché ha letto un testo di medicina. E’ molto più probabile che le assuma per il significato sociale che hanno acquisito nella sua cultura, e, quando questo viene a mancare, ormai si è instaurato uno stato di dipendenza che solo una forte motivazione può permettere di superare. Il come è complesso e diverso in ogni caso, ma sempre legato alla visione che il singolo ha del suo problema e all’obiettivo che vuole raggiungere. “ Non è certo la rabbia per persone adulte e di successo finite nella m...da che mi fa urlare, ma la stupidità dei media che fa sembrare l’assunzione di tali sostanze una cosa quasi normale. Lo so che c’è un aumento dell’uso della droga, e sono cosciente che tutti quelli che la prendono sono convinti di essere invincibili, MA NON LO SONO ACCIDENTI!! ... Ha due meravigliosi occhi azzurri in cui brillava un’intelligenza ed una sensibilità non comune. Come faccio ora a dire ai genitori di quel ragazzo che ho scoperto che si fa di crak? ...”
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