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 Anno III n° 11 NOVEMBRE 2007    -   FATTI & OPINIONI



L’emergenza sicurezza e l’abitudine a infrangere le leggi
Inutile e dannoso cercare il capro espiatorio negli immigrati, l’emergenza sicurezza si lega alla grave carenza dei controllo del territorio, spesso voluta perché c’è l’abitudine ad infrangere le leggi ed i controlli di polizia così danno fastidio
Di Giovanni Gelmini


L’emergenza sicurezza non può essere considerata un fatto occasionale. Oggi, dopo l’aggressione avvenuta a Roma di una donna, sembra scoppiare l’ennesima rissa politica tra i due schieramenti e ripartono polemiche inutili.

Il governo Berlusconi nulla ha fatto per migliorare la sicurezza, la legge Bossi–Fini si è mostrata insufficiente a ridurre la presenza di persone clandestine ed emarginate, che in genere, emarginate dalla società normale, sopravvivono grazie alla microcriminalità o sono vittima del lavoro nero: la schiavitù dei nostri tempi. Nello stesso tempo il governo Berlusconi ha tagliato pesantemente i fondi per le forze dell’ordine e riducendo di fatto ulteriormente il controllo del territorio, controllo che già era lacunoso. Il governo Prodi non è riuscito ancora a ripristinare una situazione accettabile, ma la cosa più fastidiosa è la continua ed inutile polemica sui provvedimenti tra le frange della maggioranza.

La gente è stufa, preoccupata e si sente profondamente insicura.
Questo è un dato di fatto inequivocabile. La polemica sorta sui lavavetri è profondamente ingiusta. I sindaci stanno cercando di arginare una situazione che è diventata insopportabile, non fanno altro che fare il possibile con i pochi mezzi e con la scarsa possibilità di agire secondo la legge attuale.

La sicurezza è ampiamente trascurata e parcellizzata in tante competenze, Carabinieri, Polizia, Corpo Forestale, Guardia di Finanza, Vigili Urbani e tanti altri corpi, forse troppi, che alla fine, malgrado i coordinamenti esistenti, a volte si intralciano.

Inutile addossare tutte le colpe ai “rumeni”, purtroppo la microcriminalità non è solo loro, ma anche dei cittadini italiani. Certo è che è più facile che si sviluppi tra gli emarginanti.

Mi pongo invece alcune domande.
Perché i servizi delle stazioni, come quella in cui è avvenuto il fatto di Roma, sono senza stati tolti e così quegli spazi isolati sono diventati terra di nessuno? Perché esistono campi nomadi abusivi e fuori controllo da decenni e nessuno interviene? Perché quando avene un fatto drammatico ci si agita e poi tutto torna come prima?

Le leggi esistenti possono essere insufficienti, ma ci sono, solo che non vengono fatte rispettare, questa è la verità!

Allora dobbiamo chiederci: perché da decenni accettiamo una situazione in cui è normale infrangere le leggi? Non solo quelle relative alla sicurezza, ma, per esempio, è abitudine non rispettare i limiti di velocità, in poche ore di funzionamento il sistema “Tutor” sulle tratte autostradali ha rilevato migliaia di infrazioni ai limiti di velocità dei mezzi, in particolare in 65 ore 1700 infrazioni in un tratto della A 26 e 1041 in 78 ore di funzionamento nell’area di Bergamo sulla A4. Perché è quasi normale utilizzare il lavoro nero?
Perché è quasi normale evadere le tasse? Perché i governati si fanno le leggi comode per loro e vengono ancora votati?
Perché ci si scaglia contro le telecamere di video-sorveglianza e sbraitiamo in difesa della privacy e contro il “grande fratello”, quando queste spesso permettono di individuare i criminali?
Perché forse non siamo coscienti che il rigore è fastidioso, ma è l’unica via per un paese per essere civile.



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