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 Anno VII n° 12 DICEMBRE 2011    -   PRIMA PAGINA


Ultima pagina del diario
Barcellona: i giovani e l'alluvione
Sono loro a cui si deve dire grazie, ma non dobbiamo pensare che siano degli eroi, sono invece un bell'esempio di buoni cittadini
Di Francesca Bisbano


Due giorni fa un amico scriveva su facebook: “Non siamo angeli, nè eroi! Siamo sporchi di fango, con le mani e le membra doloranti! Facciamo il possibile....non vogliamo appellativi! Non vogliamo nulla! Non disperiamo ragazzi!”. Era l' invito rivolto a compagni e concittadini, perché reagissero in un momento come quello, che martedì scorso ha segnato profondamente i territori di Barcellona P.G., Saponara, Milazzo, Castroreale, Fondachelli Fantina, Terme Vigliatore e zone limitrofe.
L'alluvione avrà devastato le case, sepolto le strade, distrutto colline e sconvolto il paesaggio urbano circostante, ma voglia di fare e impegno comune non sono certo mancati!

Così dedico l'ultima pagina del diario “di guerra” a chi ha scritto quel post, perché è stato d'esempio nel dare tutto se stesso per aiutare qualcuno.
La dedico a quella ragazza, che, con la febbre, mercoledì spalava il fango sul ponte; al popolo di Piazza Trento, corso in strada, armato di pale e rastrelli, per supportare militari, vigili del fuoco e protezione civile.
La dedico a quelli di Rifondazione che, nei giorni del disastro, si sono distinti come valido centro organizzativo, tanto nella direzione dei volontari (locali e non), quanto nella gestione di aiuti ed azioni a favore delle zone distrutte.
Ancora la dedico a chi era lontano, ma si è interessato; a chi ha usato facebook per pubblica utilità, diffondendo immagini, video e aggiornamenti sui fatti accaduti in tempo reale.
La dedico a chi in strada ha chiesto se poteva dare una mano; a chi ha mandato l'sms di solidarietà o ha fornito vestiti e derrate alimentari per le persone, che non hanno più niente.
La dedico ai giovani, che hanno offerto alloggio alle famiglie sfollate; a chi si è arrabbiato, indignato; a chi ha creato la pagina Google “Emergenza Barcellona P.G.”, ove raccogliere indicazioni necessarie ad individuare e raggiungere facilmente punti di raccolta per i volontari, strade, passaggi o luoghi, ove portare soccorso.
La dedico a chi ha denunciato gli atti scorretti di sciacalli e disonesti (sette religiose comprese); ai ragazzi dell'Avis di Milazzo, a quelli dell'ARCI di Furnari, ai volontari di Fantina, Novara, Messina, Ragusa, nonché agli studenti del Valli, del E. Medi, di scuole locali di ogni ordine, genere e grado. La dedico a chi è intervenuto in nostro soccorso; ai ragazzi vicini e lontani, attivi in strada o sul web; a chi non è apparso in tv, ma come gli altri è stato animato da un comune senso d'azione del viver civile o anche dalla voglia di collaborare in modo del tutto disinteressato nella ricostruzione della città.

Perché? Perché menzionali? Perché ringraziarli?
Perché ci vuole lo scoop?
La nota al valore post alluvione, sicché come gli abitanti di Scarcelli, anche quelli di Barcellona da abusi si trasformino in eroi?
Anzi “Angeli del Fango” secondo Repubblica, che oggi smentisce il servizio lanciato pochi giorni fa sull'omonimo sito web.
Per dar loro notorietà?
No. Perché tre giorni di alluvione mi hanno insegnato una cosa, che mille progetti SVE (Servizio Volontariato Europeo), due mila scambi culturali in Europa o un semplice meeting regionale o nazionale, importanti per quanto siano, non ti danno: la solidarietà e l'unione spontanea nell'azione di massa.

Ed ecco che nel momento del bisogno i ragazzi, che non fanno capo ad un'unica associazione, ente, fondazione, circolo o partito, mostrano agli italiani il vero senso della partecipazione attiva alla vita sociale e democratica della collettività!

Per cui non chiamateli eroi o salvatori, angeli o militi della pace, chiamateli BUONI CITTADINI, chiamateli meglio GIOVANI ATTIVI.

Non considerateli paladini di morale comune, ma inizio per un nuovo futuro. Guardateli come detentori di una nuova cultura, quella che ovunque in Italia ha iniziato ad emergere, la cultura della partecipazione informata, nata dalla voglia di interpretare il passato per costruire un futuro in funzione e nell'interesse principale del cittadino.


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