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Henri Cartier-Bresson: "Photographe" a Nuoro


Di Silvia Sanna

Viene da sorridere a pensare che uno dei fotografi più apprezzati del mondo ebbe un primo approcio quasi disinteressato verso il mondo della fotografia. Non fu amore a prima vista, infatti, quello tra Henri Cartier-Bresson per l'immagine impressa su carta. Si interessò inizialmente alla pittura, seguendo con passione le produzioni dei surrealisti francesi e, solo in un secondo momento, in occasione di un viaggio in Costa D'Avorio, scoprì l'emozione scaturita dal cristallizzare un'immagine e renderla eterna.

Con la sua Leica appesa al collo, allora, iniziò a viaggiare per il mondo e a scoprire con occhi più maturi paesaggi e persone che animavano la Francia, la Spagna, il Messico e l'Italia, in particolare L'Aquila, immortalata in vari scatti da quello che viene considerato il padre del reportage fotografico.

Tra un viaggio e l'altro, Cartier-Bresson ebbe il tempo di partecipare alla resistenza francese nella Seconda Guerra mondiale, attività che non lo distolse dalla sua passione per la fotografia, che cresceva sempre più, senza però tralasciare l'amore per la pittura: un mezzo altrettanto immediato per catturare emozioni. Lui stesso dichiarava: "Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà".

Durante la guerra venne perfino imprigionato, ma riuscirà però a scappare, al terzo tentativo di fuga. Tornato libero, si dedicò ad un'altra passione, quella per il cinema, dirigendo la regia del film "Le Retour", un documentario sui prigionieri e i deportati rientrati in patria. Scoprì, nel frattempo, che il Museo of Modern Art di New York, credendolo morto sotto le armi, gli aveva dedicato una mostra postuma.

Insieme ad alcuni amici e colleghi fotografi, tra cui Robert Capa, fondò l'agenzia fotografica Magnum Photos, ancora oggi la più importante cooperativa di fotografi del mondo.

Cartier-Bresson continua a girare il mondo e a fotografare emozioni e a raccontare squarci di vita: «La fotografia è il riconoscimento simultaneo, in una frazione di secondo, del significato di un evento.»

Gradualmente, dopo essere diventato uno dei fotografi di riferimento della storia della fotografia, tornò ad occuparsi di pittura. Morì a 96 anni, nel 2004, lasciando indelebili immagini, che ancora oggi fanno vibrare le corde emotive di chi si sofferma a guardare i suoi scatti.
Proprio in questo periodo, fino al 29 gennaio 2012, il Museo Man di Nuoro ospita una mostra dedicata al grande fotografo francese allestita su tre piani. Negli scatti anche l'osservatore meno esperto può subito percepire i giochi di geometrie e luci che Cartier-Bresson studiava meticolosamente secondo il suo principio che, oltre alla pazienza, il fotografo deve riuscire a cogliere l'attimo giusto, il "decisive moment" che avrebbe reso perfetta nella forma e nel contenuto l'immagine impressa sulla pellicola.

E' davvero difficile, alla fine dell'attenta osservazione della mostra, scegliere gli scatti migliori; però, grazie all'aiuto dei motori di ricerca, chiunque può godere delle emozioni che, seppur in bianco e nero, colorano l'anima. Qualche esempio? Trafalgar Square nel giorno dell'incoronazione di Re Giorgio VI, Esercizi ginnici in un campo profughi, Cremazione e bucato, Donne musulmane che pregano, Distribuzione di zucchero ai poveri. Ma, davvero, consigliare solo alcune foto significa fare un torto alle altre. Cartier-Bresson meglio di chiunque altro sapeva dare il tocco giusto, dall'occhio all'anima, per pennellare piccoli e fugaci momenti di vita e renderli eterni.


Henri Cartier Bresson Photographe
Man, Museo d'arte della Provincia di Nuoro, Via Sebastiano Satta 27, 08100 nuoro
dal 28-10-2011 al 29-01-2012
orari 10:00 - 13:00 / 15:30 - 19:30 lunedì chiuso
Ingresso: Intero 3 euro, ridotto 2 euro
Tel&Fax: +39 0784 252110


Argomenti:   #cartier-bresson ,        #foto ,        #fotografia ,        #mostra ,        #nuoro ,        #recensione



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