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Retrospettiva Retrospettiva

GENNARO FAVAI. VISIONI E ORIZZONTI 1879 – 1958

A Venezia, Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna, dal 17 dicembre 2011 al 11 marzo 2012


Gennaro Favai, Bacino di San Marco, olio su tela, cm 30,5×40,5 - Venezia, collezione privata
Un’importante retrospettiva che si propone di riscoprire, ripercorrere e documentare, attraverso oltre duecento opere - tra dipinti, disegni, acquerelli e incisioni - l’itinerario creativo di Gennaro Favai (Venezia 1879-1958), artista complesso, formatosi nell’ambiente simbolista veneziano, amico tra gli altri di Mario De Maria e Mariano Fortuny, che seppe muoversi con uguale disinvoltura tra Venezia, il vivace milieu cosmopolita di Capri e le grandi capitali culturali dell’epoca.

Allestita al II piano di Ca’ Pesaro, si articola, secondo un taglio più “episodico” che cronologico, in tre nuclei principali: le “vedute veneziane” della prima fase, intrise di accenti decadenti e notturni; il fulcro, rappresentato dal “viaggio mediterraneo” tra Taormina, Siracusa, Capri e Algeri (anni ’10, ’20 e ‘30 del ‘900), con la creazione di una nuova morfologia del paesaggio connotata da cromie intense e forti contrasti chiaroscurali dalla luce mediterranea ed infine le “vedute a volo d’uccello” d’una Venezia trasparente e visionaria dell’ultimo periodo.

Completano il percorso una sezione dedicata al rapporto con alcuni suoi illustri contemporanei - Modigliani, Medardo Rosso e Raoul Dufy - di cui sono esposti ritratti e caricature dedicati al veneziano, e una selezione di autoritratti e nature morte realizzate durante tutto il corso della sua vicenda artistica, inserite in una ricostruzione dell’ambiente del suo atelier.

 
Gennaro Favai, Ponte dei Sospiri, notturno,olio su tavola, cm 108×150, Collezione privata
Promossa dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, con il sostegno della Regione del Veneto, a cura di Silvio Fuso, Giovanni Soccol, Elisa Prete e Cristiano Sant, la mostra inaugura un nuovo percorso di studio, valorizzazione e riscoperta degli artisti legati alla storia di Ca’ Pesaro e della Città, tra Otto e Novecento; a questo sarà abbinato di volta in volta un numero dei Quaderni di Ca’ Pesaro, collana di monografie dedicate al clima e ai protagonisti artistici dell’epoca, edita da Marsilio - Venezia, il cui primo numero viene presentato per la prima volta proprio per l’occasione.


GENNARO FAVAI. VISIONI E ORIZZONTI 1879 – 1958
Ca’ Pesaro - Galleria Internazionale d’Arte Moderna, Santa Croce, 2076, Venezia
17 dicembre 2011 – 11 marzo 2012

Orario: 10 /17 (biglietteria 10 /16); chiuso lunedì, 25 dicembre e 1 gennaio

BIGLIETTI
Il biglietto comprende la visita all’intero palazzo

Intero 8 euro

Ridotto 5,50 euro
ragazzi da 6 a 14 anni; under 25, over 65; accompagnatori (max. 2) di gruppi di ragazzi o studenti; personale* del Ministero per i Beni e le Attività Culturali; titolari di Carta Rolling Venice; soci FAI

Gratuito
residenti e nati nel Comune di Venezia; bambini 0/5 anni; portatori di handicap con accompagnatore; guide autorizzate; interpreti turistici* che accompagnino gruppi; capigruppo (gruppi di almeno 15 persone previa prenotazione); membri I.C.O.M
*è richiesto un documento


INFORMAZIONI
capesaro.visitmuve.it
info@fmcvenezia.it
call center 848082000 (dall’Italia)
+3904142730892 (dall’estero)

PRENOTAZIONI
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Notizie biografiche
Artista che ha saputo coniugare una straordinaria padronanza della tecnica pittorica con le esigenze espressive della poetica simbolista, Gennaro Favai nasce a Venezia nel 1879, figlio dell’editore ed antiquario Luigi e della contessa Teresa Albrizzi.

Dopo l’allontanamento dall’Accademia di Belle Arti si affida all’insegnamento di Vettore Zanetti Zilla, con il quale studia la pittura veneta di Cinque, Sei e Settecento, attraverso le copie dei maestri e la sperimentazione dei materiali e delle tecniche pittoriche. Negli stessi anni frequenta anche Mario De Maria, con cui condivide il gusto per il colorismo, le atmosfere sospese, notturne e decadenti del clima simbolista. A questi apporti affianca l’esperienza cosmopolita di numerosi viaggi e un’intensa attività espositiva internazionale che manterrà fino ad età avanzata. Nel 1904 partecipa all’Esposizione mondiale di Saint Louis, dove viene premiato con una medaglia di bronzo; dello stesso anno è il primo viaggio a Parigi, luogo di regolari e prolungati soggiorni e occasioni espositive ai “Salons della Société Nationale” e della “Societé Internationale de la Peinture à l’eau”. Nel 1907 espone per la prima volta alla Biennale di Venezia e dal 1908 partecipa alle "Esposizioni permanenti d’arti e industrie veneziane" organizzate a Palazzo Pesaro da Nino Barbantini.

Nel ‘12 è presente sulla scena espositiva americana con personali al Museum of Art di Detroit, al Toledo Museum of Art e alla Hackley Art Gallery di Muskegon; mentre il critico d'arte Charles Louis Borgmeyer gli dedica un articolo sulle pagine del «Fine Art Journal».

Il viaggio a Londra del ‘14, in occasione della mostra alla Coupil Gallery, gli permette di integrare la propria visione del paesaggio con la concezione della luce e dello spazio in Turner e di conoscere il pittore e illustratore Frank Brangwyn, con il quale inizia un lungo sodalizio. Negli stessi anni incontra a Parigi Maria Kievits, figlia dell’ambasciatore olandese in Francia, scrittrice poliglotta, che sposerà nel 1918. I soggiorni a Taormina e Siracusa (1915-17), cui segue la lunga permanenza a Capri dal ‘19, si rivelano fondamentali per l'elaborazione di una nuova idea di paesaggio. La coppia frequenta il vivace milieu intellettuale dell'isola; per l’ingegnere Edwin Cerio, sindaco di Capri tra il ‘20 e il ‘23, illustra numerose pubblicazioni rivolte alla tutela e valorizzazione del patrimonio naturale e architettonico locale. Trasferitosi a Positano, il corpus grafico dell'artista si arricchisce di schizzi e acquerelli della costa amalfitana, pubblicati con il titolo “Golfo di Salerno. Costa amalfitana come fu vista da Gennaro Favai” (1925) e seguiti dalla raccolta “56 disegni dell'isola di Capri” (1930). Negli anni ‘20 ha la possibilità di esporre in più occasioni negli Stati Uniti grazie all'interessamento di alcuni collezionisti e galleristi. Alla fine del 1930 compie un viaggio a New York, seguito al suo ritorno da un soggiorno ad Algeri, che arricchisce in modo determinante il suo repertorio paesaggistico.

Ritornato a Venezia, si dedica alle tecniche incisorie e in particolare al lavis litografico; a partire dagli anni ‘40 si ritira progressivamente dalla scena pubblica, ma la sua casa rimane luogo di ritrovo per artisti e scrittori, musicisti e intellettuali, tra cui il poeta Ezra Pound. L’ultima produzione è caratterizzata da vedute evanescenti della città lagunare, riprese dall’alto dei campanili.
Muore a Venezia nel 1958.


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