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VIAGGIO AL LAGO DI GARDA. Le vedute fotografiche dei Lotze

Riva del Garda (Trento), MAG Museo Alto Garda dal 23 marzo al 10 giugno 2012


Moritz Lotze ma Riccardo Lotze, Isola Lecchi (Isola di Garda), 1880 Albumina da collodio Verona, Biblioteca Civica, Archivio Fotografico
I Lotze: le loro immagini all’albumina hanno contribuito a diffondere nel Continente il mito del Grande Lago Blu, il Garda.

Dal 23 marzo al 10 giugno 2012, il MAG Museo Alto Garda propone un’ampia retrospettiva delle loro mitiche fotografie. 120 stampe vintage, di cui un buon numero inedite, tutte della dinastia italo-tedesca dei Lotze. Ad ospitare la grande esposizione è la Fortezza Asburgica che affonda le proprie fondamenta entro le acque del Lago, a Riva del Garda. La mostra è promossa dal MAG e curata da Alberto Prandi.

Riccardo Lotze, Colà. Villa Miniscalchi, 1880 Albumina da collodio Verona, Fondazione Museo Miniscalchi-Erizzo
I Lotze scesero a Verona da Monaco alla metà dell’Ottocento. Il capostipite Moritz Lotze, pittore di corte del Duca di Sassonia, con all’attivo un solido sodalizio con Franz Hanfstaengl, sperimentatore e celebre fotografo tedesco, introduce nella città scaligera la nuova suggestiva tecnica fotografica al collodio.

In pochi anni, lo Studio Lotze diviene non solo il più ricercato della città ma uno dei principali in Italia settentrionale. I privati si contendevano i suoi ritratti, l’esercito gli commissionava le campagne di documentazione delle imponenti fortificazioni militari e il Governo la documentazione delle grandi opere che modernizzavano il nord-est: ferrovie, acquedotti, canali irrigui.

Emil Lotze, Der Ortler vom Stilfser-Joch (L’Ortler dal passo dello Stelvio), 1876 albumina da collodio Budapest, Hungarian University of Fina Arts
A Moritz, che nonostante l’attività fotografica non abbandonerà mai la pittura, si affiancheranno i figli: Emil e Richard. Il primo attivo prevalentemente in Sudtirolo, il secondo impegnato nello studio veronese. A quest’ultimo arride minor fortuna, tanto che egli finì, il 17 aprile del 1909, suicida. Il suo fu un suicidio denso di significati simbolici: avvenne nel centenario della nascita del celebre padre e come mezzo Richard scelse l’acido prussico.

Della ricchissima attività oggi rimangono oltre un consistente nucleo di lastre negative relative alle opere d’arte e ai monumenti veronesi, anche diverse preziosissime e spesso uniche raccolte di stampe d’epoca, disperse tra collezioni pubbliche e collezionisti privati.

Moritz Lotze ma Riccardo Lotze, Bardolino, 1880 Albumina da collodio Verona, Biblioteca Civica, Archivio Fotografico
La mostra riunisce per la prima volta, il meglio delle suggestive immagini che i Lotze dedicarono al loro lago di adozione, il Garda appunto, e alle montagne del Sudtirolo. Sono immagini datate tra il 1860, quando sul lago svettava ancora la bandiera austriaca e il 1880, quando solo la parte trentina del grande lago era ancor irredenta, e le Dolomiti che ancora non avevano incontrato fotografi.

Hanno un enorme valore documentario, per la qualità e l’ineguagliabile abilità compositiva, che contraddistingueva il lavoro dei Lotze, e per la loro rarità. Raccontano la trasformazione dei paesaggi del lago, dal dominio spaziale e fisico delle imponenti fortezze asburgiche preunitarie, all’appropriazione identitaria dovuta all’insediamento delle nuove ville con grandi giardini panoramici voluti dalle aristocrazie italiane postunitarie. Paesaggi, atmosfere e la vita d’un lago che, via via, il turismo internazionale.


VIAGGIO AL LAGO DI GARDA
Le vedute fotografiche dei Lotze
Riva del Garda (Trento), MAG Museo Alto Garda
dal 23 marzo al 10 giugno 2012

Info:

MAG – Museo Alto Garda Piazza Cesare Battisti, 3 38066 Riva del Garda Trento
0464 573869
www.comune.rivadelgarda.tn.it/museo

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