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 Anno VIII n° 5 MAGGIO 2012    -   RECENSIONI


Letto per voi
“Gramsci, Manzoni e mia suocera. Quando gli esperti sbagliano le previsioni politiche” di Ilvo Diamanti

Di Giovanni Gelmini


“Gramsci, Manzoni e mia suocera”: un titolo che indubbiamente colpisce; che c'entra la suocera di Ilvo Diamanti con i due personaggi che hanno caratterizzato il pensiero politico del '800 e del '900? Il quesito mi ha spinto a leggere questo saggio che si legge con grande facilità. Diamanti parte dal fatto evidente che i sistemi teorici di lettura della politica di oggi spesso non appaiono in grado di permettere le previsioni del cambiamento politico.

Per cogliere le rigidità degli schemi teorici oggi adottati, deve per forza rifarsi ai cambiamenti che “la politica” ha avuto negli ultimi venti anni. Questo esercizio è anche per noi fondamentale perché ci aiuta a capire le dinamiche che si sono presentate e come l'elettore arriva a decidere chi votare (o non votare). Per Diamanti, come per molti, il punto di cambiamento tra vecchia impostazione e nuova si può far coincidere con la caduta del “muro di Berlino”, ma afferma che è semplicistico pensare che quella sia la vera causa dell'evoluzione.

La politica attuale si basa sulla “personalizzazione”, cioè il partito, la coalizione si identifica con la persona che la guida. Questo vale sia a livello locale, dove il sindaco in un Comune è il detentore della fiducia degli elettori, sia a livello nazionale, dove addirittura il nome del candidato Presidente del consiglio si trova nel simbolo del partito o della coalizione. Il cambiamento non è solo questo; Diamanti puntualmente annota tutte le differenze del modo di rapportarsi tra politici ed elettori prima della “caduta del muro” e dopo, dagli atteggiamenti del politico ai modi di comunicazione. Ecco un passo come esempio:

    La politica diventa, così, un elemento centrale dello spettacolo, mentre il giornalismo e l'informazione tivù utilizzano il linguaggio e lo stile della comunicazione popolare. Per cui la politica offre il teatro e i «politici» divengono «attori» (nel vero senso della parola, non in senso sociologico). Alla continua ricerca di un copione e di una parte da recitare. È la «messa in scena del potere" che favorisce un'ibridazione tra generi crescente e generalizzata, in continua dilatazione. I diversi percorsi della comunicazione incrociano, dunque, la politica con un obiettivo comune - alla politica e alla comunicazione. «Rappresentare» una politica interpretata da persone (i rappresentanti»), seguite e inseguite nella vita quotidiana. Trasformando, in questo modo, la folla delle persone comuni, al tempo stesso, in spettatori e «guardoni».
Possiamo trovare anche un'analisi geopolitica del rapporto elettore – eletto che conferma la mia intuizione: al Nord, dominio dell'associazionismo bianco nel passato, la Lega Nord ha sostituito la DC, al centro, dominio dell'associazionismo rosso, il voto verso il PCI si è trasformato in voto per il PD, mentre al Sud, dove domina il tipo di “voto di scambio”, cioè che “riflette una posizione di distanza dalla politica ed è dettato dagli interessi specifici e particolari dei cittadini, peraltro non in grado, autonomamente, di «tutelarsi» e di esercitare pressione nei confronti dei leader e dei partiti politici” è il regno ora del PDL.

Diamanti sostiene che basare le letture della politica e le conseguenti previsioni evolutive solo sulla lettura dell'azione dei leader porta ad errori, perché il voto risente, seppure in modo minore rispetto a prima, di queste diverse strutture di appartenenze.
Altro elemento fondamentale nella formazione della scelta di voto è quello dei “microclimi di opinione”.
Diamanti sottolinea come il «clima d'opinione generale» debba fare i conti con le «mediazioni» locali e micro-sociali, con mentalità e con i leader d'opinione che reinterpretano i messaggi generali. Questi si traducono in nuovi messaggi, che si trasmettono attraverso le reti sociali e personali che costellano il territorio, attribuendo loro un significato diverso e, talora, opposto rispetto alle intenzioni di chi li ha lanciati, secondo un’eterogenesi dei fini, che genera effetti non previsti e non desiderati dai protagonisti. Accenna anche al cambiamento dovuto alla nascita delle reti sociali in internet, ma non approfondisce l'argomento, forse perché il fenomeno è assolutamente una novità in Italia e non si dispone di sufficiente materiale di studio su cui lavorare.

È proprio nello spiegare lo scollamento tra la realtà dei “microclimi” che esce la “suocera”, ma non vi svelo l'arcano, perché è bello scoprirlo da sé leggendo questo interessantissimo saggio, molto utile a comprendere il clima di oggi, difficile da leggere.


Gramsci, Manzoni e mia suocera.
Quando gli esperti sbagliano le previsioni politiche
Ilvo Diamanti


Prezzo di copertina € 10
in libreria dal 12/01/2012
118 p., brossura
Editore Il Mulino
Collana Voci

Gli esperti di politica fanno sempre più fatica a orientarsi in un territorio mobile, di cui è facile smarrire la mappa. Anche perché concentrano l'attenzione sui protagonisti della ribalta politica - i governi, le istituzioni, i partiti - e trascurano il retroscena sociale. In particolare, ignorano quei "microclimi d'opinione" che improntano i mondi locali e i rapporti interpersonali. In questo modo, però, molti fenomeni diventano invisibili e inspiegabili. Per ritrovare la bussola, nello spazio ai confini tra politica e società, Diamanti chiama in aiuto due padri nobili della cultura italiana. E non esita a cogliere i suggerimenti di una "politologa pop" che gli sta vicino...

Ilvo Diamanti, professore di Scienza politica e Comunicazione politica presso l’Università di Urbino «Carlo Bo», è presidente della Società Italiana di Studi Elettorali. Scrive Mappe e Bussole per il quotidiano «la Repubblica». Tra le sue pubblicazioni: con Donzelli «La Lega» (1995 2) e «Il male del Nord» (1996); con il Sole 24 Ore «Politica all’italiana» (2001); con il Mulino «Mappe dell’Italia politica» (2009 2); con Feltrinelli «Sillabario dei tempi tristi» (2011 2).



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