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Guerra... Guerra! La terza guerra mondiale è dichiarata

Tutti si sono buttati a dire di tutto e di più, io mi propongo solo di individuare alcuni punti precisi su cui riflettere

Di Giovanni Gelmini

La Terza Guerra Mondiale la dichiarò Bush figlio, dopo l'attentato del'11 settembre 2001. Oggi la dichiara nuovamente Holland dopo gli attentati di Parigi e, questa volta, si capisce che realmente la Terza Guerra Mondiale al Califfato è una realtà, purtroppo.

Ormai quasi tutti i giorni c'è un atto terroristico che fa accapponare la pelle: la Terza guerra Mondiale è diversa da tutte le altre guerre; nasce già diffusa in tutto il mondo, coinvolge in sostanza i civili e colpisce dove meno te lo aspetti.
In Siria-Iraq è l'unico posto dove si svolge una guerra quasi tradizionale. I bombardamenti francesi sono già in atto assieme a quelli russi, ma ci sono anche le forze degli Emirati Arabi e della Turchia e sul terreno operano quelle Curde, stato nello stato dell'raq.
Tutti si sono buttati a dire di tutto e di più; io mi propongo solo di individuare alcuni punti precisi su cui riflettere.

I fatti di Parigi sono stati certamente scioccanti; il dramma è stato vissuto intensamente grazie ad una strepitosa azione mediatica, come si è verificato per l'11 settembre: i morti sono tanti, i feriti pure, la gente si sente colpita nella propria “casa”, partono le trasmissioni fiume e ci raccontano di tutto per fare scoop e per riempire le ore di collegamento.

C'è però da riflettere: perché non è stato fatto lo stesso per i morti russi dell'aereo esploso sul Sinai qualche giorno prima o per i morti in Nigeria qualche giorno dopo?
Qualcuno ha rilevato che tutti i giorni in Siria muoiono oltre cento persone per questa Terza Guerra Mondiale.

L'ISIS è la diretta discendente dei mujahidin, che furono sostenuti dagli USA e dagli Emirati in Afganistan contro la Russia negli anni '80; ora si accusa gli USA di aver sostenuto anche l'ISIS; la cosa appare poco credibile e, anche se fosse, non cambierebbe la realtà della massa di gravi errori commessi dagli Stati Uniti in Asia.

Credo sia evidente a tutti che non hanno mai capito la realtà del mondo islamico, poi hanno comportamenti contrastanti con i sunniti degli Emirati Arabi, sostenendo nello stesso tempo la politica di occupazione dei territori palestinesi, da parte d’Israele, il nemico dichiarato da parte dei sauditi.
Invece è poco noto, ma importante, il rapporto attuale tra alcuni Stati Arabi e ISIS un rapporto equivoco, quanto è equivoco quello tra Stati Arabi e Stati Uniti d'America.

La guerra è iniziata.
Ai bombardamenti Russi, si sono aggiunti quelli Francesi e credo che presto avremo anche quelli degli altri paesi d'Europa. Ma a cosa serviranno?
Raderanno al suolo le città, altro che Palmira, ma non avranno il coraggio di posare il piede sul terreno, perché sanno che sarebbe un altro Afganistan. Non è strano che i due regimi laici presenti nel territorio di influenza sunnita Iraq e Siria, siano al disastro e diamo la colpa agli USA?

Cosa succederà in Siria allora: un altra Libia?
Possibile, ma, se in Libia nessun vicino ha osato occupare il territori, qui abbiamo due entità che hanno spirito diverso: la Turchia, che vuole affermarsi come leader del nuovo Impero Ottomano e i Curdi alla ricerca della costituzione del loro stato indipendente. Queste due forze, però, sono in forte opposizione, anche armata, e allora potrà esserci la pace in Siria?

È quindi possibile che la Terza Guerra Mondiale non termini per niente con la distruzione del Califfato, anche perché, a differenza di Al Qaeda, l'ISIS è diffusa in Asia e Africa e ha cellule in tutta Europa.

Se non si apriranno altri conflitti tradizionali nelle zone già calde (Ucraina, Cina – Corea del Nord – Giappone, India - Pakistan), rendendo difficile prevedere quale potrà essere il risultato finale della guerra, ci saranno tutti i paesi, in cui già oggi l'ISIS è presente, da pulire, cosa proprio non facile, se fino ad oggi non ci si è riusciti.

Così la “Terza Guerra Mondiale” sembra non risolvere i nostri problemi, casomai rende tutto più insicuro, ma è inutile dirlo: è già decisa e non ascolteranno certo le mie osservazione, se non ascoltano nemmeno il Papa.
La Guerra è una necessità di qualcuno.

Non dimentichiamo che questa guerra è fortemente legata alla necessità dell'Europa di prodotti petroliferi, se non ci fosse questa ragione, i deserti delle Mesopotamia resterebbero deserti ad uso dei turisti.

Quindi la strategia primaria dell'Europa (i bombardamenti li possiamo considerare azioni contingenti), dovrebbe essere di sganciarsi da questa servitù arabo-russa e investire fortemente sulle energie rinnovabili, come sta facendo già da tempo la Cina.

Il grosso problema è il “terrorismo”, che è ben organizzato e diffuso: non si abbatte con le bombe.

Cerchiamo di capire chi siano questi “ragazzotti”.
Da quello che possiamo sapere sugli attentati Parigi vediamo che, al contrario della propaganda razzista, non sono immigrati clandestini arrivati con i barconi e non sono degli emarginati, ma figli di professionisti, imprenditori e professori.
I terroristi sono forse dei disillusi della mancanza di etica della nostra civiltà.

Per combattere il terrorismo dobbiamo isolare chi lo vuol fare.
L'islam, come religione, non predica la guerra e l'omicidio, come non lo predica il cristianesimo; eppure le crociate ci sono state e il motivo religioso era solo un paravento.

Se facciamo di tutte le erbe un fascio, permettiamo loro di nascondersi dentro la gran massa di immigrati islamici, che al terrorismo non sono interessati, ma lo sono al lavoro, allo stare meglio che a casa loro.
Al contrario, dobbiamo accettare gli immigrati, rispettando le loro esigenze e le loro tradizioni, non integrandoli come qualcuno vorrebbe. Se avessero una moschea dove praticare la loro religione, sono molto religiosi al contrario di noi, si potrebbe evitare qualche imam pericoloso faccia proseliti e se ci fosse qualcosa che non va, credo che sarebbero loro i primi a segnalarlo alle autorità per non subire loro i danni.

Lo so che il diverso suscita in tutti avversione, ma dobbiamo superarla.



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