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Un po' di chiarezza sulla storia di Bergamo Le Muraine di Bergamo, una storia poco conosciuta che attraversa un millennio Per conoscere la storia di questa cinta muraria,che oggi sembra scomparsa, si deve risalire al XII secolo Di Giovanni Gelmini
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Le Mura Venete sono state dichiarate “Patrimonio dell’Umanità” e tutti i bergamaschi ne conoscono, più o meno, la storia; ma se chiediamo delle Muraine spesso i visi mostrano stupore.
La preoccupazione di delimitare con fossati, fortificazioni isolate o compatte cerchie di mura queste nuove zone periferiche, appena acquisiscono i diritti burgensi, risponde ad una esigenza «di politica interna» prima ancora che «di politica estera, poiché serviva ad individuare con esattezza i cittadini re¬sidenti e a controllare le loro attività. con riguardo particolarmente al loro assoggettamento a un determinato regime fiscale».
Aggiravano, infatti, tutti i borghi più recenti, sorti sui contrafforti e sulla vicina pianura, precisamente: Borgo del Mugazzone (Pignolo o Sant’Antonio) e il Borgo San Leonardo e il “Prato di Sant’ Allessandro”, allora poco abitato, ma compreso tra i due borghi citati e centro di scambi commerciali. Borgo Santa Caterina e Borgo Palazzo restano fuori da questa recinzione. Secondo il Mazzi la costruzione delle Muraine sarebbe da circoscrivere entro limiti di tempo molto ristretti, tra il 1431 e il 1453; si tratterebbe di un’azione difensiva rapida, decisa da Vene¬zia subito dopo la conquista del 1428 per consolidare il proprio dominio. Per me l’origine delle “Muraine” è parecchio antecedente e i Veneziani diedero ordine e consistenza a quella che probabilmente fu una costruzione senza un progetto globale, ma invece dettata da esigenze specifiche.
Colloco il momento iniziale quando, tra il XII e il XIII secolo per volontà del Co¬mune e con la collaborazione delle vicinie e dei comuni del contado, venne realizzato il Fossatum Communis Pergami, quello che oggi chiamiamo “Roggia Serio”. Se guardiamo una mappa di Bergamo bassa possiamo notare come il territorio, che nel novecento divenne il centro della città, viene delimitato a est dal Torrente Morla e a sud dalla linea perfettamente dritta della Roggia Serio, cioè il Fossatum Communis Pergami, che corre dalla torre del Galgario a Loreto. Quello è il tracciato in sostanza delle Muraine. Il tracciato, identificato dai due corsi d’acqua e non ancora con muri di sbarramento, disponeva di molte porte controllate da guardie, ma invalse la comoda abitudine di passare a guado ovunque; così nel 1253 fu prescritta la chiusura di questi passaggi abusivi, dal colle di Longuelo fino al mulino di Plorzano (situato all'estremità di borgo S. Caterina), perché fosse impedito di entrare o uscire «per ipsum Fossa¬tum nisi per portas Fossati ». Ciò chiarisce che le porte quindi in quell'anno erano difese da torri su cui stavano le sentinelle. Queste opere probabilmente furono realizzate nella metà del XIII secolo e inizialmente potrebbero essere state in legno, ma di sicuro vennero in breve tempo sostituite da opere stabili in muratura. Già nel 1256 sono documentate così fatte. Anche il Mazzi concorda che alla fine del '300 i borghi risultavano difesi quasi tutti da porte, torri e mura, quindi anche lui ammette che le Muraine hanno origine ben prima del 1400. Che mura cingessero quella che poi sarà città Bassa, ben prima dell’arrivo dei Veneziani, lo troviamo anche nel diario di Castello Castelli, che riguarda gli anni 1378-1407; in esso il Castelli fa molti riferimenti a bastioni e, ad esempio, ricorda che, nel 1395, tre giovani di Alzano furono fatti prigionieri « fuori del muro dei Borghi, tra la porta di Cologno e la torre del Raso» e che il 7 giugno 1405 i guelfi assalirono «il muro del borgo di S. Andrea vicino al monastero del Galgario », abbattendo dieci merli. Non tutto era protetto da una muraglia. Infatti nel 1403, a sud del Prato di Sant’Alessandro, per difendersi dall’assalto dei guelfi provenienti da Brescia, vennero erette fortificazioni provvisorie, ma già l’anno successivo venne imposta una tassa per finanziare la costruzione di una difesa permanente in muratura. Gianmario Petrò ha pubblicato nel 2008 i risultati di una sua ricerca sugli atti notarili. In un capitolo dedicato alla fortificazione dei borghi. Dalle indicazioni troviamo che nel 1324 in Borgo San Leonardo la roggia Serio non ha ancora il muro di difesa, ma pochi anni dopo il 10 Maggio 1350 le mura ci sono perché così si legge in un atto “oltre il fossato del comune di Bergamo presso il borgo di S. Stefano della città di Bergamo, nel monastero dei frati e delle suore della chiesa o canonica di S. Giorgio”. Su “Le mura di Bergamo” leggiamo:
Solo la presenza di una porta anteriore al XV secolo presso la chiesa di S. Rocco spiega la singolare rien¬tranza delle Muraine tra Porta Osio e Porta Broseta: infatti è solo nel corso del '400 la contrada di Broseta si dilatò verso ovest e si creò il muro del Lapacano con una nuova porta, il tratto della cinta da San Rocco alla nuova Porta seguì a nord l'andamento del fossato antico. Il Pertò ci dice che anche la difesa lungo il prato di Sant’Alessandro esisteva già prima del ‘400, infatti in un atto si legge:
È da segnalare come i rilievi fatti dal Petrò sulle Muraine dagli atti notarili riguardino in modo preponderate il Borgo di San Leonardo, per nulla si parla della parte est dei borghi; forse questo è legato alla maggiore vivacità economica e di espansione urbanistica di quella zona in cui si svilupparono le attività commerciali e produttive più che nei borghi ad est, che in quel periodo erano certamente non grande cosa. Secondo La Storia Economica e Sociale di Bergamo nel 1430 nei borghi di Santo Stefano, Sant’Alessandro in colonna e San Lorenzo c’erano 367 focolari, cioè famiglie, escluse le comunità religiose, mentre ad est Sant’Alessandro, della Croce, Santa Caterina e Sant’Antonio ne avevano solo 129. Se vediamo le rappresentazioni antiche, prima di tutte quella di Alvise Cima, la cinta muraria di Bergamo mostra una città turrita, ma non è così; le torri erano 33, di cui solo due tonde (si è salvata solo quella del Galgario, ma… ne parleremo nel prossimo articolo). Angelini cita 6 porte fortificate con torre: di Broseta, Osio, Colognola, Cologno, Torre del Raso, S. Antonio, ma dalle mappe ne possiamo contare nove; le non citate (via Tre Armi, via Zambonate, e Santa Caterina) dobbiamo pensare che non fossero fortificate? Dobbiamo ancora ricordare che nel 1528 venne aperto il Nuovo Portello, detto anche Barriera delle Grazie, oggi Porta Nuova. Tutte le porte, ad esclusione di quella di Broseta e di Tre Armi, erano dotate di ponte levatoio e sulla cima delle mura passava un corridoio di ronda. Sempre l’Angelini, nel suo libro “Il volto di Bergamo nei secoli” ci dà alcune indicazioni sulla consistenza delle mura:
Nella parte di pianura le Muraine avevano un fosso che correva lungo quasi tutto il loro percorso; ad est il Torrente Morla, a sud, dalla torre del Galgario fino alla porta di Zambonate e dalla chiesa di San Rocco fino alla porta di Broseta, la Roggia Serio, infine dalla Porta Zambonate alla Porta Osio la roggia Colleonesca. Oggi di tutta questa acqua si vede poco o nulla, perché sia il torrente Morla che le rogge citate sono state coperte; resta in vista solo la Roggia Serio, a fianco del Triangolo, ma io ne ricordo anche l’esistenza da Via Zambonate a Porta Nuova.
Così le Muraine, con le dovute manutenzioni, arrivarono alla fine del settecento, nel frattempo il tipo di guerra era cambiato e l’ottocento portò una novità: con la Repubblica Cisalpina napoleonica e poi del Lombardo Veneto Bergamo perse la prerogativa di “città di confine” e così le Muraine divennero esclusivamente cinta daziaria; le porte torri non avevano più senso e vennero abbattute e ricostruite con edifici adeguati all’uso. In tutte i portoni di legno vennero sostituiti da cancelli di ferro. Possiamo vedere le Muraine e le Mura Venete rappresentate in modo chiaro nelle mappe ottocentesche. Per questo lavoro ho scelto la mappa Manzini del 1874 perché riporta in modo dettagliato le torri. Le mappe ottocentesche però presentano la situazione dopo la costruzione delle Mura Venete, ma come si raccordavano le Muraine con la cinta medioevale di Città Alta?
Ad Ovest lo sperone di San Giacomo va a sovrapporsi in modo quasi perfetto alle Muraine e al loro collegamento con la cinta medioevale, ma ad est la cosa non è così. Le Muraine aggiravano il Convento di Sant’Agostino, per poi salire affiancando il colle di San Michele fino alla porta Sub Foppis, come si vede chiaramente dal particolare della tavola di Alvise Cima qui riportato La fine delle Muraine fu decretata nel 1901; con la riforma del regime daziario, le Muraine sparirono, inglobate all’espansione della città e anche i pochi resti lasciati furono abbassati. Nel prossimo articolo vi parlerò di quanto oggi è rimasto e dove lo possiamo trovare.
Ricordo ancora che non sono uno storico, ma solo un curioso che cerca di capire. Tutte le informazioni sono tratte da libri e non da documenti originali. Vedi anche: Cosa resta delle Muraine di Bergamo? Oltre a numerosi ruderi sbocconcellati, c’è ancora molto Lungo tutto il tracciato delle Muraine troviamo resti della antica difesa, ma oltre a questo sono rimaste tracce di vita che pervadono ancora oggi Bergamo. Difficile cancellare secoli e secoli di storia............ Bergamo: il mistero della Cappella della Peste e le Muraine La Cappella della Peste di Via Palma il Vecchio, una testimonianza antica. Ma non era troppo vicina alla cinta daziaria di Bergamo, chiamata Muraine? Dove passavano le Muraine attorno al Borgo di San Leonardo? La Cappella è stata spostata quando negli anni ’80 sono stati abbattuti i complessi industriali Zopfi e Arti Grafiche e realizzato il complesso del “Triangolo”? ............ Sono stati consultati i seguenti testi: Le Mura di Bergamo, Azienda autonoma di Turismo 1977 Luigi Angelini, Il volto di Bergamo nei secoli, Banca Popolare di Bergamo, 1951 Gianmario Petrò, Dalla Piazza di S. Vincenzo alla Piazza Nuova. I luoghi delle istituzioni tra l'età comunale e l'inizio della dominazione veneziana attraverso le carte dell’archivio notarile di Bergamo, Sestante, 2008 Argomenti: #bergamo , #mura venete , #muraine , #saggio , #storia Leggi tutti gli articoli di Giovanni Gelmini (n° articoli 506) il caricamento della pagina potrebbe impiegare tempo |
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